SPORT
La finale
Real-Atletico, a Lisbona il derby che vale una Champions
Per la prima volta nella storia della competizione due squadre della stessa città si contendono il trofeo più ambito. Nella capitale lusitana attesi oltre 100mila madrileni

Real contro Atletico, i “blancos” contro i cugini “colchoneros”. Va in scena questa sera, a Lisbona, l’ultimo atto della Champions League 2013/14. Una finale come non si era mai vista, con due squadre della stessa città a giocarsi la partita più importante dell’anno, il trofeo più prestigioso che un club possa conquistare. Il Real Madrid punta alla sua decima coppa, traguardo particolarmente ambito mentre, il suo tecnico Carlo Ancellotti, punta alla sua quinta Champions, la terza da allenatore. Numeri meno da guinness per l’Atletico che, con Diego Simeone in panchina, ha già conquistato un’Europa League, una Coppa del Re, una supercoppa europea e, appena una settimana fa, la Liga spagnola dopo quasi 20 anni. La capitale lusitana, intanto, si prepara all’invasione: da Madrid, distante appena 800km, si attendo 120mila tifosi.
Lisbona si prepara all’invasione
Lisbona torna a ospitare la finale di Champions League dopo 47 anni (l’unico precedente risale al 1967 quando era ancora Coppa dei Campioni, Celtic-Inter 2-1) e mai si sarebbe aspettata che a giocarsela sarebbero state due squadre della vicina Spagna, e di Madrid. E nella capitale portoghese è in arrivo una vera e propria marea umana, un’orda si spera festosa. La polizia portoghese ha fatto due conti ed è uscito fuori un numero pazzesco, che ha fatto tremare i vertici delle forze dell’ordine: sarebbero 120.000, i tifosi in arrivo. E lo stadio Da Luz ne può ospitare al massimo 60.000, quindi almeno altrettanti potrebbero rimanere fuori, in giro per la città. Un bel problema, un enorme potenziale pericolo per l’ordine pubblico. Si calcolano circa 15000 automobili in autostrada, e il percorso sarà sorvegliato da elicotteri e droni della polizia spagnola per controllare che tutto proceda per il meglio. Poi i pullman,
poi i treni, a Madrid sono state previste due distinte stazioni di partenza, per non mescolare i tifosi. Ed infine gli aerei: saranno oltre 750 i decolli e gli atterraggi all’aeroporto di Lisbona nella giornata di sabato, più del doppio di un normale weekend.
Real Madrid
“Personalmente non ho niente da chiedere a questa competizione – dice l’allenatore del Real Ancellotti -, che mi ha già dato molto, ma tutti sanno quanto la Decima sia importante per il Real Madrid. Ci siamo molto vicini, centrarla sarebbe speciale”. Non ha niente da chiedere lui che di Champions ne ha già vinte quattro, due da giocatore e due da allenatore. Ma anche se lui, portasse a casa questo ennesimo trofeo, segnerebbe un bel record, sarebbe il secondo allenatore, il primo italiano a conquistare tre “coppe con le orecchie”. “Il mio sogno – spiega il tecnico - è ripetere la partita che abbiamo fatto contro il Bayern Monaco. Se riusciamo a tenere quei livelli, avremo più di una possibilità di vincerla, questa finale”. Sul fronte formazioni non ci sarà Xabi Alonso, e la sua sostituzione resta un rebus. Così come non ci sarà salvo miracoli Pepe, infortunato (Varane il sostituto). E rischia di non esserci Benzema, cosa che spingerebbe verso un cambio di modulo dal 4-3-3 al 4-4-2. Mentre, nella lista degli “in forse” non c’è Ronaldo: “Cristiano sta bene, non ha nulla, sarà al suo posto”.
Atletico Madrid
“Stiamo entrando in una zona che va al di là del confronto sportivo”, riconosce Diego “el cholo” Simeone, il tecnico dell’Atletico che in meno di tre anni ha portato la seconda squadra di Madrid nell’olimpo del calcio spagnolo ed europeo. “In effetti abbiamo fatto tanto in poco tempo. Siamo cresciuti in fretta, in conseguenza dei giocatori che abbiamo incontrato. Credo che siano i calciatori che allena che facciano migliorare un tecnico. Evidentemente ho avuto a disposizione delle squadre che mi hanno permesso di crescere tanto”. “Il Real che abbiamo battuto al Bernabeu non era quello di oggi – spiega Simeone -, allora Ancelotti stava cercando l’equilibrio che ora ha trovato. Dobbiamo lasciare tutto il contorno fuori e pensare solo a come batterli”. E la chiave potrebbe essere allora rinforzare il centrocampo con un triplo “mediano”, Gabi-Mario Suarez-Tiago, specie se Arda Turan e Diego Costa non dovessero farcela. Le domande degli spagnoli, nella conferenza della vigilia, girano tutte intorno a questo: il turco e l’uomo da 35 gol, usciti acciaccati durante il match della settimana scorsa contro il Barcellona, ci saranno? “Diego e Arda – dice il tecnico argentino - li proveremo nell’ultimo allenamento, poi decideremo. Ma sono solo nomi. Ci sono già altri due consapevoli che se non dovessero farcela, toccherà a loro. E saranno pronti”.
Lisbona si prepara all’invasione
Lisbona torna a ospitare la finale di Champions League dopo 47 anni (l’unico precedente risale al 1967 quando era ancora Coppa dei Campioni, Celtic-Inter 2-1) e mai si sarebbe aspettata che a giocarsela sarebbero state due squadre della vicina Spagna, e di Madrid. E nella capitale portoghese è in arrivo una vera e propria marea umana, un’orda si spera festosa. La polizia portoghese ha fatto due conti ed è uscito fuori un numero pazzesco, che ha fatto tremare i vertici delle forze dell’ordine: sarebbero 120.000, i tifosi in arrivo. E lo stadio Da Luz ne può ospitare al massimo 60.000, quindi almeno altrettanti potrebbero rimanere fuori, in giro per la città. Un bel problema, un enorme potenziale pericolo per l’ordine pubblico. Si calcolano circa 15000 automobili in autostrada, e il percorso sarà sorvegliato da elicotteri e droni della polizia spagnola per controllare che tutto proceda per il meglio. Poi i pullman,
poi i treni, a Madrid sono state previste due distinte stazioni di partenza, per non mescolare i tifosi. Ed infine gli aerei: saranno oltre 750 i decolli e gli atterraggi all’aeroporto di Lisbona nella giornata di sabato, più del doppio di un normale weekend.
Real Madrid
“Personalmente non ho niente da chiedere a questa competizione – dice l’allenatore del Real Ancellotti -, che mi ha già dato molto, ma tutti sanno quanto la Decima sia importante per il Real Madrid. Ci siamo molto vicini, centrarla sarebbe speciale”. Non ha niente da chiedere lui che di Champions ne ha già vinte quattro, due da giocatore e due da allenatore. Ma anche se lui, portasse a casa questo ennesimo trofeo, segnerebbe un bel record, sarebbe il secondo allenatore, il primo italiano a conquistare tre “coppe con le orecchie”. “Il mio sogno – spiega il tecnico - è ripetere la partita che abbiamo fatto contro il Bayern Monaco. Se riusciamo a tenere quei livelli, avremo più di una possibilità di vincerla, questa finale”. Sul fronte formazioni non ci sarà Xabi Alonso, e la sua sostituzione resta un rebus. Così come non ci sarà salvo miracoli Pepe, infortunato (Varane il sostituto). E rischia di non esserci Benzema, cosa che spingerebbe verso un cambio di modulo dal 4-3-3 al 4-4-2. Mentre, nella lista degli “in forse” non c’è Ronaldo: “Cristiano sta bene, non ha nulla, sarà al suo posto”.
Atletico Madrid
“Stiamo entrando in una zona che va al di là del confronto sportivo”, riconosce Diego “el cholo” Simeone, il tecnico dell’Atletico che in meno di tre anni ha portato la seconda squadra di Madrid nell’olimpo del calcio spagnolo ed europeo. “In effetti abbiamo fatto tanto in poco tempo. Siamo cresciuti in fretta, in conseguenza dei giocatori che abbiamo incontrato. Credo che siano i calciatori che allena che facciano migliorare un tecnico. Evidentemente ho avuto a disposizione delle squadre che mi hanno permesso di crescere tanto”. “Il Real che abbiamo battuto al Bernabeu non era quello di oggi – spiega Simeone -, allora Ancelotti stava cercando l’equilibrio che ora ha trovato. Dobbiamo lasciare tutto il contorno fuori e pensare solo a come batterli”. E la chiave potrebbe essere allora rinforzare il centrocampo con un triplo “mediano”, Gabi-Mario Suarez-Tiago, specie se Arda Turan e Diego Costa non dovessero farcela. Le domande degli spagnoli, nella conferenza della vigilia, girano tutte intorno a questo: il turco e l’uomo da 35 gol, usciti acciaccati durante il match della settimana scorsa contro il Barcellona, ci saranno? “Diego e Arda – dice il tecnico argentino - li proveremo nell’ultimo allenamento, poi decideremo. Ma sono solo nomi. Ci sono già altri due consapevoli che se non dovessero farcela, toccherà a loro. E saranno pronti”.