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EUROPA

Coronavirus

Recovery Fund: Von der Leyen annuncia il 'Next Generation Eu' da 750 miliardi, 172 all'Italia

Per Roma (cui è riconosciuta la cifra più alta in Ue) 81 miliardi di aiuti e 90,9 di prestiti. Ora tocca al Consiglio Europeo del 18 e 19 giugno. Conte: ottimo segnale da Ue, è cifra adeguata. L'Olanda frena: i negoziati saranno lunghi. Merkel: trattative difficili. Obiettivo in vigore il primo gennaio 2021. Francia: accordo necessario entro luglio

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Un nuovo strumento, il 'Next Generation Eu' da 750 miliardi. E' quanto ha annunciato la presidente dell'Ue, Ursula Von Der Leyen, presentando al parlamento europeo il piano per la ripresa. "La crisi ha effetti di contagio in tutti i Paesi e nessuno può ripararsi da solo. Un'economia in difficoltà da una parte indebolisce una forte dall'altra. Divergenze e disparità aumentano e abbiamo solo due scelte: o andiamo da soli, lasciando Paesi e regioni indietro, o prendiamola strada insieme. Per me la scelta è semplice, voglio che prendiamo una strada forte insieme" ha detto von der Leyen. "Le proposte più coraggiose sono anche quelle più sicure", ha aggiunto, ed "è per questo che oggi proponiamo il Fondo 'Next Generation Ue' da 750 miliardi, che si aggiungerà a un Quadro finanziario pluriennale (Qfp) che è stato riveduto a 1.100 miliardi, arrivando così ad un totale di 1.850 miliardi".

La Commissione europea propone di raccogliere direttamente sui mercati i 750 miliardi di euro tramite sue emissioni debitorie, con cui finanziare il nuovo Recovery fund di rilancio post crisi pandemica da Covid. Secondo i documenti varati dall'esecutivo comunitario, di questi fondi 560 miliardi andranno proprio al Fondo di rilancio (Recovery and resilience facility), in cui le sovvenzioni a fondo perduto agli Stati (grants) saranno pari a 310 miliardi di euro mentre i prestiti a lungo termine saranno 250 miliardi di euro. Altri 55 miliardi andranno a "react Eu" sui sostegni a Pmi e sistemi sanitari, 31 miliardi ai meccanismi di supporto alla solvibilità delle imprese (incluse le ricapitalizzaizoni), 15 miliardi allo Strategic investment facility e 9,4 miliardi al programma salute.

La Commissione propone poi di fissare il tetto di spesa del bilancio pluriennale comunitario 2021-2017 a 1.100 miliardi di euro, data la risposta alla crisi Covid (in cui non sono compresi i 750 miliardi extra del nuovo Recovery fund). Bruxelles propone infine di alzare al 2% del Pnl (Prodotto nazionale lordo) comunitario il tetto degli impegni finanziari degli Stati membri per lo stesso bilancio pluriennale e di usare la differenza tra tetto di impegni e tetto di spesa come garanzie per l'emissione di debito comune.

Il pacchetto del Recovery Fund proposto dalla Commissione europea per l'Italia ammonta a 172,7 miliardi di euro tra stanziamenti e prestiti. A Roma verrebbero allocati 81,8 miliardi come stanziamenti e 90,9 miliardi come prestiti.

L'Italia è il Paese che otterrebbe complessivamente di più nella Ue, seguito dalla Spagna con 140,466 miliardi (77,324 in sovvenzioni e 63,122 in prestiti). Il terzo Paese è la  Polonia con 63,838 miliardi (37,693 in sovvenzioni e 26,146 in prestiti); quarto la Francia con 38,772 miliardi  di sole sovvenzioni; quinta la Grecia con 31,997 miliardi (22,562 miliardi in sovvenzioni e 9,436 miliardi in prestiti); sesta Romania con  31,206 miliardi (19,626 miliardi in sovvenzioni e 11,580 in prestiti). La Germania avrebbe 28,6 miliardi di sole sovvenzioni. I Paesi che non ricorreranno a prestiti sono oltre a Germania e Francia, Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Austria, Finlandia, Svezia.

I fondi che Bruxelles raccoglierà sui mercati e metterà a disposizione degli stati membri "dovranno essere rimborsati attraverso i futuri bilanci dell'UE, non prima del 2028 e non dopo il 2058".

Il  totale degli investimenti che possono essere generati  attraverso le misure Ue ammonta a 3.100 miliardi di euro. Le 'munizioni' finanziarie Ue consistono nel primo pacchetto prestiti (Mes, Sure per le  casse integrazioni nazionali e Bei per le imprese).

Michel: ora serve un accordo prima dell'estate
La proposta della Commissione europea per il Recovery Fund è un "importante passo" in avanti e"sarà al centro del vertice Ue del 19 giugno. Bisogna fare di tutto per arrivare a un accordo prima della pausa estiva" ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel.

Il dibattito in Europarlamento

Conte: ottimo segnale da Ue, è cifra adeguata
"Ottimo segnale da Bruxelles, va proprio nella direzione indicata dall'Italia. Siamo stati descritti come visionari perché ci abbiamo creduto dall'inizio. 500 miliardi a fondo perduto e 250 di prestiti sono una cifra adeguata. Ora acceleriamo su negoziato e liberiamo presto le risorse". Lo scrive il premier Giuseppe Conte sui social.

Fonti Chigi: soddisfazione. Portare a casa risultato
"C'e' grande soddisfazione a Palazzo Chigi tra lo staff del Presidente del Consiglio, e nel corpo diplomatico sia a Roma sia a Bruxelles, per la proposta di Recovery Fund presentata dalla Commissione europea". Così fonti di palazzo Chigi. "Sono tanti i messaggi di complimenti ricevuti dal premier Conte in queste ore, recapitati anche - a quanto si apprende da fonti di Governo - dagli altri leader europei per la visione di lungo periodo e intuito del premier in termini di risposta economica comune da dare per far fronte alla crisi innescata dal coronavirus. Un risultato assolutamente impensabile solo fino a qualche mese fa, e un primo passo significativo in vista del negoziato al Consiglio europeo del 19 giugno in cui bisognerà portare a casa questo importante risultato", spiegano le stesse fonti.

Amendola: forte proposta su Recovery Fund, l'Europa c'è
"L'Europa c'è. La proposta di Recovery Fund della Commissione - Next Generation EU - e' una base solida per concludere in modo positivo i negoziati al prossimo Consiglio Ue". Cosi' Enzo Amendola, ministro per gli Affari europei, dopo quanto comunicato dalla presidente Ursula Von der Leyen. "Dopo Sure, la cassa integrazione europea, la Pandemic Crisis Support per la sanità, le risorse stanziate dalla BEI per le imprese, e il forte intervento sui mercati della BCE, oggi le istituzioni europee, grazie anche al lavoro del Commissario Gentiloni - aggiunge Amendola - hanno messo sul tavolo lo strumento che aiuterà i paesi in difficoltà a superare la crisi e a rafforzare il mercato comune".

Gualtieri: proposta ambiziosa, priorità investimenti
"Siamo impegnati nel predisporre un vero e proprio piano strategico per la ripresa che si colloca in un orizzonte che vede oggi molto positivamente la posizione europea nel dare una proposta ambiziosa. Proposta che si finanziera' anche con l'emissione di titoli comuni per sostenere l'Unione e i suoi stati mebri nello sforzo di rilanciare l'economia e la crescita, ma anche di indirizzarla verso obiettivi di sviluppo sostenibile e inclusivo". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, nel corso del Question time alla Camera. "In questa cornice europea noi definiremo attraverso un dialogo con tutte le forze sociali e un confronto in Parlamento gli indirizzi del Recovery plan dell'Italia per dispiegare risorse e strumenti per rilanciare crescita e occupazione".

Merkel: proposta costruttiva, trattative difficili. Obiettivo in vigore il primo gennaio 2021
La Commissione ha fatto una proposta "costruttiva", "che dovremo accompagnare e sulla quale dovremo consultarci" ha detto Agnela Merkel, nel corso di una conferenza stampa. Il piano "dovrà servire alla ripresa e al futuro" e molte sono le "questioni ancora aperte". "Non meraviglia che la proposta della Commissione non sia identica alla proposta avanzata da noi", ha affermato riferendosi all'iniziativa presa con Macron. Quella di oggi, "contiene elementi" della proposta di Berlino e Parigi, ed "elementi" della proposta degli altri Paesi.

"È chiaro che le trattative saranno difficili e non saranno chiuse già al prossimo Consiglio europeo" di giugno. "Il nostro obiettivo è che in autunno si riesca a trovare abbastanza tempo per le consultazioni nel Parlamento europeo e nei parlamenti nazionali, in modo che possa entrare in vigore entro il primo gennaio 2021", ha concluso.

Francia: accordo non a giugno, ma necessario a luglio
La Francia pensa che l'accordo sul piano "non sarà raggiunto nel Consiglio Ue di giugno" ma che sarà necessaria una "riunione specifica a inizio luglio" dei 27. Lo ha detto una fonte dell'Eliseo. "Bisognerà raggiungere un accordo già a luglio e non rinviare a dopo l'estate - ha sottolineato la fonte - perché invieremmo un segnale negativo".

"L'obiettivo - ha aggiunto la fonte dell'Eliseo - è che tutto sia pronto entro la fine dell'anno eche il piano di rilancio possa funzionare dal 2021". I negoziati cominceranno "nel Consiglio europeo del 18 giugno, che non si sa ancora se si svolgerà in presenza dei leader o in videoconferenza, su uno o due giorni - hanno aggiunto le fonti-. Poi servirà una riunione ad hoc ad inizio luglio".   Per Parigi le cifre che circolano sulla ripartizione dei totali fra Italia, Spagna e Francia non sono al momento comparabili e saranno oggetto di negoziato.

La Francia parla di 40 miliardi di euro, ma soltanto per quanto riguarda i sussidi, mentre Italia e Spagna - secondo l'Eliseo - nelle cifre di 172 e 140 miliardi di euro citate comprendono anche i prestiti.  Quanto alle "contropartite" o alle "condizioni" poste per concedere le somme, la Francia preferisce parlare di "una forma di coordinamento delle politiche di riforma".

Il piano della Commissione europea
Lo strumento del Recovery Fund mobiliterà dunque centinaia di miliardi di euro, offrendo la visione d’insieme di quello che sarà il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Ursula von der Leyen ha cercato di accontentare dunque chi voleva per lo più sovvenzioni a fondo perduto e chi vuol concedere aiuti solo in cambio di riforme. Ci sono entrambi gli aspetti, sperando che per i 27 sia una proposta accettabile, a cui dare il via libera in tempi rapidi. Perché i fondi potranno cominciare ad arrivare alle capitali solo dopo un accordo definitivo al Consiglio europeo. Come anticipato dalla von der Leyen stessa mesi fa, il Recovery plan userà il prossimo bilancio Ue come base. 

L'Olanda avverte: i negoziati saranno lunghi
Le posizioni degli Stati membri sono "molto lontane" e un accordo richiede "l'unanimità", quindi "i negoziati richiederanno tempo". Così una fonte diplomatica olandese. "E' difficile immaginare che questa proposta sia l'esito finale dei negoziati",  aggiunge. Tuttavia, prosegue, "l'Olanda è disponibile ad aiutare e vuole collaborare a livello europeo per combattere la crisi. Vogliamo  farlo in un modo che rafforzi gli Stati membri e l'Ue nel suo  insieme".

Data la complessità della proposta messa sul tavolo, "è troppo presto per un'analisi nella sostanza", ma sarà esaminata dai 'Frugali' sulla base dei principi guida delineati nel non-paper di sabato scorso  (prestiti per prestiti, nessuna mutualizzazione del debito, temporaneità dello strumento, modernizzazione del bilancio Ue, riforme).  "Non vogliamo focalizzarci sulla flessibilità a breve termine -  conclude il diplomatico - ma su un continuo rafforzamento della  resilienza del mercato interno".

Danimarca: studieremo il Recovery, serve strategia comune
La Danimarca esaminerà il pacchetto in modo approfondito e "spera che si possa raggiungere presto un accordo sul Recovery e sul Bilancio pluriennale". E' quanto si legge sull'account Twitter della Rappresentanza danese a Bruxelles.  "Il ripristino della crescita economica è nell'interesse di tutti e richiede una strategia comune". La Danimarca fa parte del blocco dei cosiddetti paesi 'frugali' che hanno presentato un documento alternativo al piano Merkel-Macron escludendo una mutualizzazione del debito.

Piano molto coraggioso. Novità importante è l'utilizzo di risorse fiscali proprie Ue
Il piano che è stato annunciato è"molto coraggioso e positivo". Così Angelo Baglioni, docente di economia monetaria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell'Osservatorio monetario.

Oltre alla dimensione un aspetto positivo che va sottolineato è l'idea di finanziare "questi interventi emettendo titoli da parte della commissione, che poi sostanzialmente si prefigurano come degli eurobond, e poi il fatto di rimborsare il capitale usando risorse proprie dell'unione. Mi sembra l'idea forte, che mi pare una grossa novità, è quella di far leva su risorse fiscali proprie dell'Unione Europea per avere poi i fondi per restituire il debito che la commissione farà per poter dare i contributi ai singoli Paesi".   Sul versante delle riforme da fare, a Baglioni vengono in mente quelle della "burocrazia e far funzionare meglio macchina della giustizia. Ma penso anche ad una semplificazione del sistema fiscale".