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ITALIA

Il ministro Franceschini: grande giornata

Spille, orecchini pendagli: ritrovato il 'tesoro' di Villa Giulia

Nella collezione di seimila pezzi, donata dai Castellani nel 1919 allo Stato Italiano e non a caso collocata nel Museo nazionale etrusco, si contano anche duemila importanti reperti archeologici, ceramiche, bronzi e oreficerie provenienti dai grandi siti dell'Etruria e della Magna Grecia

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Orecchini, spille e pendagli con i camei, alla moda degli antichi, o con i micro mosaici riscoperti nel '700 dall'aristocrazia europea alle prese con i romantici gran tour tra le rovine del mondo antico: 27 pezzi in tutto per un valore complessivo che supera i tre milioni di euro ora recuperati dai Carabinieri dei Beni culturali dopo il furto del 2013. Ma anche raffinatissime riproduzioni, rigorosamente firmate e d'epoca, di capolavori dell'oreficeria antica in molti casi 'arricchite' da pietre preziose, monete o altri materiali 'di scavo'.

Celeberrima famiglia di orafi romani, i Castellani - la cui collezione è esposta al Museo Etrusco di Villa Giulia, in parte nella cosiddetta Sala degli ori visitata dai ladri nella notte di Pasqua, tra il 31 marzo e il primo aprile del 2013 - sono stati per oltre un secolo, il XIX, fornitori di gran moda di signore altoborghesi, grandi aristocratici, reali.

Tanto che molti degli oggetti usciti dalla loro bottega sono in mostra nei più importanti musei del mondo, dal Louvre al British Museum, come la superba parure con cammei donata dal re di Grecia, nel 1906, alla moglie del primo ministro francese o i due orecchini o la spilla raffigurante la battaglia di Dogali.

Grandi orafi, i Castellani, ma anche appassionati antiquari e collezionisti, nonchè esperti nel restauro dei materiali. Tanto che nella collezione di seimila pezzi, donata nel 1919 allo Stato Italiano e non a caso collocata nel Museo nazionale etrusco, si contano anche duemila importanti reperti archeologici, ceramiche, bronzi e oreficerie provenienti dai grandi siti dell'Etruria e della Magna Grecia.

L'attività della famiglia, avviata sin dai primi decenni dell'Ottocento, si specializzo' progressivamente nello studio delle antiche tecniche di lavorazione dei metalli su impulso del capostipite, Fortunato Pio, che, anche sull'onda degli scavi archeologici e dei ritrovamenti che si susseguivano in quegli anni, trasse ispirazione dall'arte greca, etrusca e romana, ma anche dalle opere del Medioevo e del Rinascimento tracciando le linee guida della produzione della sua bottega con la creazione di uno stile del tutto peculiare.

Gli importanti contatti del duca Michelangelo Caetani-amico e mentore della famiglia - con illustri esponenti dell'aristocrazia, intellettuali ed artisti europei favorirono poi l'affermazione e il grandissimo successo, in Italia e non solo, di questi gioielli, tutti rigorosamente 'firmati' con la doppia C che si affermò poi come il prestigioso marchio della famiglia.

Soddisfatto il ministro dei Beni CUlturali, Franceschini: "Grande giornata. Ora gli ori torneranno al museo".