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MONDO

Egitto

Regeni: vertice tra inquirenti, il Cairo annuncia nuova squadra investigativa

"Giungano risultati concreti" dicono i pm di Roma. Il Procuratore generale Al Sawi: faremo di tutto per la verità  

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"Ora servono risultati concreti, risposte alle nostre richieste". I magistrati romani che indagano sull'omicidio di Giulio Regeni, torturato e fatto trovare privo di vita il 3 febbraio del 2016 su una strada tra il Cairo e Alessandria d'Egitto, rompono gli indugi e al termine dell'incontro tra investigatori svolto nella capitale nordafricana chiedono "atti concreti" agli omologhi egiziani. Dal canto suo il nuovo procuratore egiziano, Hamada Al Sawi "si è impegnato a fare tutto il possibile per arrivare a stabilire la verità" e ha "ribadito la volontà a proseguire i rapporti bilaterali". In questo ambito è stata messa a punto una "nuova squadra investigativa" che dovrà "studiare e mettere in ordine le carte del caso".

Le prossime settimane saranno, dunque, cruciali per il proseguo dell'indagine sulla morte del ricercatore italiano. A piazzale Clodio si attendono risposte concrete sulla rogatoria inviata nell'aprile dell'anno scorso in modo da potere "gettare le basi" per un nuovo incontro tra Procuratori. In particolare i magistrati capitolini attendono risposte alla rogatoria inviata nell'aprile del 2019. 

Sharif e quelle parole sul "ragazzo italiano"
Nella richiesta, suddivisa in 12 punti, si chiede, in primo luogo, ai magistrati egiziani conferma sulla presenza a Nairobi, in Kenya, nell'agosto del 2017, di Magdi Abdlal Sharif, uno dei cinque funzionari dei servizi segreti egiziani indagati dalla Procura di Roma. Quest'ultimo, secondo un supertestimone, nel corso di un pranzo avrebbe parlato "del "ragazzo italiano", dei pedinamenti, delle intercettazioni telefoniche, fino al sequestro di Giulio. "Lo abbiamo preso noi perché pensavamo fosse una spia inglese. Lo abbiamo caricato in macchina e picchiato", in sintesi le parole carpite dal testimone. Secondo elemento della rogatoria riguarda gli spunti investigativi presenti nelle tre memorie che il legale della famiglia Regeni ha messo a disposizione del pm Sergio Colaiocco e che rappresentano l'attività di indagine difensiva effettuata. L'incontro conclusosi oggi al Cairo, intanto, è servito ai carabinieri del Ros e uomini dello Sco per illustrare al nuovo team egiziano "il quadro probatorio che emerge dagli elementi raccolti in questi anni - spiegano fonti della Procura di Roma - di attività investigativa e che ha portato a indirizzare le indagini su cinque persone appartenenti alla National Security".

Il Cairo: nuova squadra investigativa
"La formazione di una nuova squadra investigativa che deve studiare e mettere in ordine le carte del caso e che opererà per prendere tutte le misure necessarie per far emergere la verità" sull'omicidio di Giulio Regeni viene segnalata da un comunicato informale della Procura generale egiziana in circolazione al Cairo dopo l'incontro fra inquirenti egiziani e italiani nella capitale. La formazione della squadra viene "sottolineata" dal procuratore generale Hamada Al Sawi, riporta il testo.

La squadra lavorerà per far emergere la verità, viene aggiunto nel comunicato di cui è stata diffusa anche una versione ufficiale, "in piena neutralità e indipendenza". Il testo non precisa se la nuova squadra sia egiziana o mista, ma una fonte egiziana sostiene che sarebbe egitto-italiana.   Al Sawi ha confermato "la prosecuzione della cooperazione fra la Procura generale egiziana e la Procura di Roma con lo scopo di giungere al vero con un'oggettività totale e trasparenza lontana dalle false informazioni che media fanno circolare".

"La squadra di inquirenti egiziani ha ascoltato, nel corso delle riunioni congiunte che si sono svolte il 14 e 15 gennaio",ieri e oggi, "i punti di vista degli inquirenti italiani e hanno scambiato informazioni e opinioni", viene aggiunto. Nel sottolineare in apertura che il procuratore generale "e la squadra degli investigatori egiziani hanno ricevuto una delegazione di inquirenti italiani", il comunicato si chiude riferendo che "le due parti hanno concordato di proseguire la fruttuosa cooperazione giudiziaria fra le due Procure e hanno confermato l'applicazione di tutte le procedure d'indagine richieste da ciascuna parte nel rispetto delle leggi dei due Stati".

La mamma di Giulio: oggi avresti compiuto 32 anni, ma ti hanno rubato la vita
"Verità e giustizia per Giulio Regeni, sempre, anche oggi 15 gennaio, avresti compiuto 32 anni ma c'è chi ti ha rubato la vita!". Lo scrive su Twitter Paola Deffendi. Su Facebook, poi ha aggiunto: "Caro Giulio, oggi avresti compiuto 32 anni ma ci sono persone che non rispettano la vita degli altri...non rispettano i diritti umani...e tu lo sai molto bene, purtroppo. La mamma".