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POLITICA

L'ultimo comizio a Verona

Regionali, Salvini: "Il voto di domenica è un referendum tra Veneto e Stato Centrale"

"Se andrà male raddoppieremo i voti, se andrà bene li triplicheremo", dice il leader della Lega Nord Matteo Salvini chiudendo la campagna elettorale

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"Gridate Zaia, Zaia, e fatelo arrivare alle orecchie di chi sta in comune". L'ultimo comizio della campagna elettorale del leader della Lega Nord Matteo Salvini si tiene a Verona. La città del sindaco Flavio Tosi che ha lasciato il Carroccio e corre in proprio. E le sue parole dal palco della città scaligera sono rivolte proprio all'ex compagno di partito. "Non faccio polemiche - ha però aggiunto Salvini - non porto rancore. Non dimentico ciò che a Verona grazie alla Lega si è fatto di buono.
Grazie a chi ha governato la città, Verona si è salvata ed è cambiata da così a così. Mi mette tristezza invece chi - ha sottolineato ancora - per cinque anni ha detto che Zaia era un grande governatore e adesso ha scelto Alfano".

"Se andrà male, raddoppieremo i voti"
A poche ore dal voto, Matteo Salvini annuncia: "Dopo domenica cambierà tutto". Per lui, dunque, più che le elezioni regionali si svolgerà, piuttosto, un referendum: tra Veneto e Stato.

Sprizza ottimismo, il leader della Lega. I suoi pronostici? "Non sono il mago Otelma, ma credo che se andrà male raddoppieremo i voti, se andrà bene li triplicheremo", dice in mattinata per poi alzare ulteriormente quota nel pomeriggio: "La Lega sarà in doppia cifra e quadruplicherà i voti in molte regioni".

"L'endorsment" di Adriano Celentano
Si dice certo di vincere, dunque, Salvini che anche oggi, nell'ultimo giorno prima del silenzio elettorale, se la prende con i rom, con Renzi, con Alfano, con le politiche sull'immigrazione senza rinunciare a qualche stoccata a Berlusconi. Con una novità, inaspettata anche per lui: una sorta di "alleanza" con Adriano Celentano che, su Facebook, dopo i fatti di Roma e dopo che un nomade in fuga ha ucciso una donna e ferito altri nove passanti, ha ammesso di stare "cominciando a pensare a Salvini".  

La leadership del centrodestra
Si sente già leader del centrodestra in pectore, il Matteo leghista. "Berlusconi parla così di me, perché ha capito che prendiamo più voti di Forza Italia", dice. E a chi gli chiede se sarà davvero lui il leader nel caso in cui sul serio dovesse conquistare più consensi rispetto al Cav, prima dice che "saranno gli italiani a scegliere con le primarie", poi che "in questo momento sarebbe così".

"I rom sono un problema e la sinistra li coccola"
Intanto Salvini punta sulle ruspe, almeno per far sparire i campi rom. Ribadisce che "Al di là dei colori politici non si può più tollerare che ci siano decine di migliaia di rom che campano di furti, di abusi, di illegalità e a cui si pagano le bollette della luce, dell'acqua e del gas perché poi uccidano persone guidando a 130 all'ora in mezzo alla strada". Non ci sta a passare per lo sciacallo o il fascista di turno: "Per la sinistra è più semplice accusare me e la Lega che risolvere i problemi. I rom sono un problema e la sinistra li coccola".