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POLITICA

Riforme ed economia

Renzi: "Andiamo avanti come un rullo compressore, martedì il Def e poi gli 80 euro"

Il premier spiega che la copertura per il taglio dell'Irpef arriverà dal taglio della spesa e ribadisce che rispetterà i vincoli europei. Sul fronte riforme è convinto che Fi rispetterà gli impegni ma sottolinea che "non è importante quello che fa Forza Italia, ma quello che fa l'Italia"

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Matteo Renzi (foto Ansa)
In mattinata l’incontro con il luogotenente di Berlusconi Denis Verdin, a pranzo con l’ad di Eni Scaroni e, a sera, ospite delle trasmissione Otto e mezzo. E’ una giornata intensa tutta dedicata all’Italia quella del premier Matteo Renzi che in tv tira le somme e spiega quelle che saranno le prossime mosse sue e del suo governo. "La copertura degli 80 euro in busta paga sta nel Def che presenteremo martedì” e "i dieci miliardi di euro che andranno a dieci milioni di famiglie saranno nel decreto legge che faremo il 15 o il 16 aprile". Noi, spiega il premier, "dobbiamo andare avanti come un rullo compressore".

Oltre alle misure economiche, che stanno particolarmente a cuore agli italiani che potrebbero per la prima volta da anni trovare dei soldi in più in busta paga, tema centrale dell’azione di governo sono le riforme. Nessun dubbio, per Renzi, che queste andranno avanti: "Sono convinto che le riforme che riguardano gli italiani verranno approvate", ha detto, sottolineando la volontà del governo di proseguire sulla via intrapresa: "Oggi abbiamo detto basta a tremila politici nelle province", riferendosi al ddl Delrio approvato poco prima.
 
E le riforme erano state al centro degli incontri del premier che in giornata aveva visto anche il ministro Padoan e, a pranzo, l'ad di Eni Paolo Scaroni. “Ieri a Londra mi hanno detto “Perchè non vendete l’Eni?”- ha sottolineato Renzi - Eh no, non vendiamo i tesori, i gioiellini, perché servono a voi. Se dobbiamo privatizzare, partiamo dalle municipalizzate”.
 
Ma su tutti il colloquio con Denis Verdini a Palazzo Chigi: "Abbiamo parlato delle riforme, spero che Fi resti nell'accordo. Sono convinto che anche Fi voterà il superamento del Senato, la modifica del titolo V e la nuova legge elettorale", ha detto Renzi. Sulla posizione di Silvio Berlusconi, il premier non ha risposto ("Chiedete a lui", dice), ma ha aggiunto: "Berlusconi ha fatto una scelta molto importante, quella di stare al tavolo delle riforme, nonostante pensi tutto il male possibile del centrosinistra, e accetta che le regole del gioco siano scritte insieme". “Sono presidente di un Paese – ha concluso il premier - che se fa le riforme diventa credibile, se non le fa la classe politica perde la faccia. FI sta dentro l’accordo e rispetta l’accordo. Ma il punto non è cosa fa Forza Italia, ma cosa farà l’Italia”.
 
Sul fronte economico il premier ha spiegato che il grosso delle coperture del taglio Irpef verrà dalla spending review: "La copertura sta nel Def. La stragrande maggioranza dei denari verrà dalla cosiddetta revisione della spesa, che non è solo un taglio dei denari, ma un cambio della pubblica amministrazione". A partire da un netto ridimensionamento dei centri di costo della pubblica amministrazione, che da migliaia diventeranno centinaia, o anche qualcuno di meno, con un risparmio quest’anno di 800 milioni di euro.
 
Manovre che arriveranno senza sforare i vincoli comunitari: "Il 3,1%" del deficit/Pil "non lo faremo. Noi non siamo nei guai". Ed ha aggiunto di esser pronto a una "battaglia" non per sforare i parametri europei, ma per cambiarli. "Questa Europa qui sta allontanando le persone, vogliamo cambiarla. Non è un problema di sforare lo 0,1%... Dalla procedura di infrazione siamo usciti e non vogliamo rientrarci. Ci diamo tre mesi di tempo, mettiamo in fila le cose discusse da anni e le facciamo. A quel punto noi iniziamo una battaglia". 
 
Il Def conterrà “le riforme che vogliamo fare”, ha spiegato Renzi, oltre alle nuove stime macroeconomiche che indicheranno una crescita più bassa di quanto previsto, intorno allo 0,8%, rispetto all’1% finora ufficiale. Il deficit dovrebbe rimanere al 2,6%, ed anche se si decidesse di sfruttare il margine dello 0,4% per coprire il taglio Irpef, comunque non si sforera’ il tetto del 3%, ha assicurato il presidente del Consiglio.
 
E non poteva mancare un accenno alle prossime europee, che sono ormai dietro l’angolo, e dove è Beppe Grillo il nemico numero uno. Una vittoria del M5S sul Pd non comporterebbe le dimissioni del premier, precisa Renzi. “Noi stiamo facendo le riforme, lui vota contro”.