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POLITICA

Il premier risponde a Prodi

Renzi: "Basta turbofinanza, è ora di una nuova politica industriale"

“Su questo intendiamo lavorare”, ha spiegato il presidente del consiglio, “semplificando, accompagnando i processi, mettendo in condizione le imprese di creare lavoro e competere, puntando sulla formazione come chiave per il futuro dell’Italia in Europa”

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Matteo Renzi con la moglie all'inaugurazione di Pitti a Firenze
“Dopo gli anni della turbofinanza, c’è l’urgenza di una nuova politica industriale italiana”. Il premier Matteo Renzi, commentando l’editoriale di Romano Prodi apparso su Il Messaggero, individua nella politica industriale del nostro Paese una delle priorità da affrontare. A partire già dal prossimo semestre europeo a presidenza italiana.

“Come sempre – dice il premier -, forte non solo della sua esperienza di livello globale ma anche di decenni di competenza specifica sul tema della piccola e media impresa, Prodi centra il punto. Che è quello dell’urgenza di una politica industriale italiana all’altezza di una sfida sempre più europea e internazionale”.

Nel suo intervento, l’ex primo ministro Prodi aveva lanciato otto proposte per favorire la ripartenza dell’industria italiana: tra queste la ricerca di fonti alternative per dare più credito alle imprese, la necessità di aumentare la dimensione delle aziende minori, il rilancio dell’apprendistato, la revisione della legge fallimentare, una politica per attrarre le multinazionali e un progetto di valorizzazione delle risorse umane.

Otto proposte apprezzate da Renzi che coglie lo spunto per sottolineare come gli anni della finanza sfrenata da una parte, e del rigore dei conti e dei parametri europei dall’altra, sia per l’Italia e per l’Europa  il momento di cambiare strada. “Gli otto punti sottolineati da Prodi sono una cassetta degli attrezzi preziosa per il governo, che ha messo la questione industriale - qualcuno con un po’ di enfasi ha parlato di “rinascimento” - come una delle priorità dell’azione dell’esecutivo alla vigilia del semestre europeo”, ha spiegato il premier ricordando quanto il suo governo ha già fatto sull’argomento industria: “Nelle settimane scorse sono andati in questa direzione gli interventi su Electrolux o il protagonismo della Cassa Depositi e Prestiti a definire un’agenda che ha nell’economia reale, dopo gli anni della turbofinanza, il suo punto di forza”.

“Su questo intendiamo lavorare”, ha assicurato Renzi, “semplificando, accompagnando i processi, mettendo in condizione le imprese di creare lavoro e competere, puntando sulla formazione come chiave per il futuro dell’Italia in Europa”.

E in questo senso vanno le iniziative già prese dall’esecutivo, come il decreto appena varato con l’obiettivo di rilanciare la competitività delle piccole e medie imprese agendo su tre assi: accesso al credito più facile e garantito non più solo dalle banche ma anche dalle assicurazioni e dalle società di cartolarizzazione, sostegno agli investimenti tramite una nuova forma di credito d’imposta per le risorse spese in macchinari e beni strumentali, incentivi alla capitalizzazione e alla quotazione. A questi interventi si deve poi aggiungere il taglio del 10% dei costi energetici delle aziende.