Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Renzi-Il-sindacato-l-unica-impresa-sopra-i-15-dipendenti-senza-art-18-e-viene-a-farci-lezione-c57ae47c-b0cc-4732-8c3a-446454e6e715.html | rainews/live/ | true
POLITICA

L'intervista a Che tempo che fa

Renzi: "Aboliremo i contratti precari ma gli imprenditori devono poter licenziare"

Al centro dell'intervento del premier il Jobs Act, ma anche la minaccia terroristica internazionale e un bilancio del suo viaggio negli Usa

Condividi
Renzi (Ansa)
Milano
"Quando hai un disoccupato non devi fare una battaglia ideologica sull'articolo 18 ma devi fare in modo che trovi un lavoro". E' il messaggio del premier Matteo Renzi a "Che tempo che fa" su Rai Tre, parlando del mondo del lavoro. "L'unica azienda al di sopra dei 15 dipendenti che non ha l'articolo 18 sa qual è? - chiede il premier a Fabio Fazio - E' il sindacato, che poi ci viene a fare la lezione", attacca il presidente del Consiglio. Parlando ancora del Jobs Act Renzi ha quindi precisato: "La mediazione non si fa tra maggioranza e minoranza del Pd ma con i lavoratori. Devo trovare una risposta che aiuti i lavoratori a uscire dalla crisi. Conservare le regole attuali non è la soluzione". E infine ha annunciato che in direzione Pd "dirò che cancelliamo i co.co.pro e tutte quelle forme di collaborazione che hanno fatto del precariato", insieme al miliardo e mezzo di euro da mettere sugli ammortizzatori nella legge di stabilità - che sarà di 20 miliardi -, la conferma del bonus da 80 euro e l'ipotesi del tfr mensilmente in busta paga.

Le critiche alla sinistra del Pd
Il clima che attende Renzi domani in direzione Pd non sarà di certo tra i più accoglienti così il premier non ha risparmiato critiche alla sinistra dem, sottolineando che per 20 anni c'è stata una generazione di persone che ci ha raccontato cos'è la sinistra disinteressandosi della realtà delle persone. Il mio obiettivo non è far contento d'Alema ma la mamma che non ha la maternità. E non la si difende con l'art.18". Anche perché di sinistra Renzi si considera e, ricorda, viene riconosciuto in Europa e, alla domanda se preferisca Craxi o Berlinguer risponde: "Berlinguer ovvio. Ma questa è una domanda facile...". Lo scopo del segreatrio dem resta quello di non stare inchiodati al 25% e non farsi telecomandare come "una marionetta" e invoca la fiducia di Bersani: "A Bersani, con il quale discutiamo molto,  dico di fidarsi: la ditta è sempre la ditta anche se non la guida lui".

I diritti civili e la risposta ai vescovi
Tra i prossimi interventi in tema di diritti civili del governo Renzi indica Civil partnership alla tedesca e ius soli. "Sulla Civil - dice - partnership ho preso un impegno e lo confermo. Lo ius soli potrebbe non essere legato alla nascita in Italia ma almeno legato alla frequentazione di un ciclo scolastico". E poi risponde anche ai vescovi entrati nel dibatti sul lavoro: "Io sono cattolico. Quando intervengono ho da imparare. Ma noto che in questi anni sono stati zitti mentre si consumava una catastrofe educativa". 

L'accordo con Berlusconi
Ne ha per tutti il premier, anche per il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi a cui ricorda l'accordo" sulle riforme  "e ora bisogna fare veloci. Forza Italia non deve continuare a girarci intorno. Brunetta non può alzarsi
ogni mattina e dire una cosa sua". Respinge poi l'idea di giustizia ad orologeria: "Il giochino di parlare di giustizia a orologeria fa male a chi lo dice. Mio padre mi ha insegnato il rispetto delle istituzioni e oggi mi aspetto lo stesso rispetto delle istituzioni: va lì, spiega, e dimostra cosa è successo. Io sono uno di quelli che crede alle coincidenze. Io so, e i miei figli lo sanno, che hanno un nonno per bene"

Il bilancio del viaggio negli Usa
Renzi ha poi tracciato un bilancio del suo viaggio negli Usa. Nel mondo "c'e' tanta voglia di Italia, siamo noi che la buttiamo via" ha detto. Il premier ha affermato che per lui il momento più significativo del tour è stato l'incontro con Bill e Hillary Clinton, "un riferimento per la sinistra mondiale e per la sinistra che vince". Cio' che pero' lo ha colpito negli incontri a San Francisco, New York e Detroit è che "nel mondo c'è una voglia pazzesca di Italia".  Renzi ha quindi rinnovato l'esortazione ad aprire l'Italia alla globalizzazione che "non è un nemico ma una grande opportunità" per far conoscere all'estero le nostre qualità, mentre fra gli italiani spesso prevale l'autodenigrazione. Anche per questo, il premier ha ricordato di non aver invitato gli imprenditori e gli scienziati italiani della Silicon Valley a tornare in patria: "Se ci sono ragazzi che portano alto il nome dell'Italia a Stanford o a Boston, io ne sono orgoglioso, semmai saranno loro a voler tornare se renderemo l'Italia un Paese migliore". 

La battuta su Scalfari e De Bortoli
Infine, commentando le critiche ricevute da Ferruccio De Bortoli e da Scalfari, Renzi ha concluso: "Sono affettuosi...".