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POLITICA

La visita del premier

Renzi: "In Iraq in atto un genocidio, non resteremo in silenzio". Armi ai curdi: sì del Parlamento

Il premier a Erbil nella doppia veste di presidente del Consiglio e presidente di turno Ue: "L'Europa non è solo spread. Vinceremo la battaglia contro il terrorismo". Dalle Camere via libera all'invio di armi alla resistenza curda. Mogherini: "Situazione in Iraq minaccia per l'Europa e per l'Italia". Innalzata l'attenzione su tutti gli "obiettivi sensibili"

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Matteo Renzi con i profughi di Erbil
Roma
"L'Europa in questi giorni deve essere qui, altrimenti non è Europa, perchè chi pensa che la Ue volti le spalle davanti ai massacri, impegnata solo a pensare allo spread, o sbaglia previsione o sbaglia semestre". Matteo Renzi è giunto ierri a Baghdad per una visita lampo nella doppia veste di premier italiano e presidente di turno della Ue, proprio mentre a Roma le Camere decidono il sostegno del nostro Paese alla resistenza curda. Sui giornali di tutto il mondo sono ancora presenti le raccapriccianti immagini dello sgozzamento del giornalista americano James Foley per mano dell'Isis e Renzi vola a Baghdad ed Erbil. Al presidente curdo Barzani assicura: "Questa battaglia contro il terrorismo noi la vinceremo, voi la vincerete".

Mogherini: "Una minaccia per l'Europa e per l'Italia"
A Roma, dopo il via libera delle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro degli Esteri Federica Mogherini, ha spiegato che l'invio di armi ai curdi si rende ora necessario perchè "il Mediterraneo e il Medio Oriente sono scossi da una minaccia che riguarda l'Europa e anche l'Italia". E anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha ricordato che in Iraq "è in corso una gravissima crisi umanitaria e una compromissione della sicurezza regionale" e l'Italia "non è sola nella difesa di popolazione inermi perchè già altri paesi europei come Francia, Gran Bretagna e Germania si sono attivati".

La visita ai profughi di Erbil: "In atto un genocidio come a Srebrenica"
Nella capitale il presidente del Consiglio incontra il premier uscente al Maliki ed esprime amicizia e vicinanza al governo e al popolo iracheno. C'è uno spirito di amicizia tra i nostri popoli e i nostri governi, è appena arrivato il sesto aereo di aiuti umanitari, ha ricordato Renzi. Nel pomeriggio ha visitato un campo profughi ad Erbil. Da presidente della Ue ha ammonito: "L'Europa deve essere nei posti come in Iraq dove la democrazia è messa in pericolo". Ai profughi di Erbil ha detto: "Avevo 20 anni la comunità internazionale rimase zitta e ferma davanti al genocidio di Srebrenica. Molti della mia generazione giurarono 'mai più'. Ora la situazione è diversa ma ciò che succede in alcune zone dell'Iraq e della Siria è uguale ad un genocidio: donne divisi dagli uomini, bambini fucilati,  giornalisti decapitati". Così Matteo Renzi prima di lasciare Ebril prima di ripartire per l'Italia. "L'Europa può permettersi tutto tranne il silenzio perchè la battaglia qui è nel cuore dell'Europa". 

"Non abbiate paura della democrazia"
Non poteva mancare un messaggio su Twitter mentre: "L'Europa non è solo spread e vincoli - ha scritto il premier dal volo di stato -. E' nata per difendere una certa idea di mondo e di dignità dell'uomo". Quanto alla situazione sul campo, Renzi ha anche sottolineato come l'integrità della regione e dell'Iraq è fondamentale per la stabilità di tutta l'area. Ma ora serve individuare una strategia chiara per uscire dalla situazione di violenza. Al-Maliki si è rivolto a Renzi come premier italiano, ma anche come presidente di turno dell'Unione. Al Maliki ha citato il suo passo indietro dalla premiership come un atto dovuto. Non dovete avere paura della democrazia in Iraq - ha affermato il premier uscente - è una democrazia giovane, ma noi ci teniamo. Per Renzi "è importante l'individuazione di una strategia chiara per far uscire l'Iraq da una situazione di violenza".  Il premier ha sottolineato l'importanza della opportunità costituita dal nuovo governo guidato da al-Abadi, i due hanno affrontato i temi della sicurezza e della lotta al terrorismo, con riferimento anche all'assassinio del giornalista americano Foley. Una volta arrivato a Roma il premier in un tweet ha spiegato, riferendosi all'esperienza, che "è dura spiegare la guerra agli adulti. È impossibile farlo ai bambini #erbil #europa".

Innalzato il livello di vigilanza su tutti gli "obiettivi sensibili" a rischio terrorismo.
Minacce non mirate, nessun indicatore preciso che riguardi il rischio di attentati in Italia ma l'attenzione è alta e un richiamo, a livello nazionale, è stato diramato su tutto il territorio. Il Dipartimento di pubblica sicurezza in una informativa a prefetti e questori parla di allerta sugli obiettivi sensibili. Nell'audizione in Parlamento il ministro degli Esteri ieri mattina aveva appunto parlato della minaccia che l'Isis rappresenta anche per il nostro Paese, così come per l'Europa. La sicurezza Italiana dunque viene innalzata su tutti i cosiddetti 'obiettivi sensibili': ambasciate e consolati, luoghi di aggregazione e di culto, stazioni, porti, aeroporti e agenzie di viaggio.