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POLITICA

Il comizio a Roma

Renzi a Grillo: "Giù le mani da Berlinguer"

Il segretario del Pd nel suo comizio parla dell'importanza del voto europeo e delle riforme portate avanti dal governo. E poi risponde a Grillo che ieri a Firenze ha evocato Berlinguer

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Matteo Renzi a piazza del popolo (ansa)
di Paola CutiniRoma
È stato preceduto da alcune tensioni il comizio di Matteo Renzi in piazza del Popolo a Roma dove, in concomitanza con la manifestazione del Pd, circa 50 aderenti ai movimenti per la casa hanno cercato di srotolare uno striscione. La Polizia è intervenuta e sono volate parole grosse e alcuni spintoni, tanto che alcuni manifestanti sono stati identificati e fermati dagli agenti

"Vinciamo noi"
Il segretario del Pd, quindi, inizia cercando di placare gli animi:"Le contestazioni sono normali, hanno parlato di 'peste rossa' e 'lupara bianca'. Poi è normale che si chiami la Croce verde". E aggiunge: "Non rispondete alle provocazioni. Avete visto come è questa campagna elettorale, ma noi siamo qui con il sorriso sulle labbra". Poi, sicuro del risultato delle elezioni, Renzi dice: "Vinciamo noi e non lo dico perché dobbiamo fare training autogeno ma perché è la realtà dei fatti". 

"Non si mette nella stessa frase 'Io sono oltre Hitler' ed Enrico Berlinguer"
Il sorriso sparisce quando Matteo Renzi risponde energicamente a Grillo, il quale ieri a Firenze ha evocato Berlinguer dicendo che il m5s è il suo unico erede: "Giù le mani da Berlinguer - dice Renzi - Sciacquatevi la bocca. Non si mette nella stessa frase 'Io sono oltre Hitler' ed Enrico Berlinguer". Il segretario del Pd ricorda anche un'intervista del 1981 nella quale Berlinguer disse "Non lancio anatemi, sono espressione di fanatismo, e c'è troppo fanatismo nel mondo", così Renzi aggiunge: "Altro che il fanatismo pentastellato. Loro sono la paura, noi siamo la speranza. Loro evocano il terrore, noi siamo la fiducia".

Napolitano meriterebbe un monumento
E il presidente del Consiglio passa anche alla difesa di "quel grande galantuomo di Napolitano" dalle accuse di Grillo. Il Movimento 5 Stelle dice "se vinciamo noi andiamo sotto la finestra del Quirinale. Ma - dice Renzi - potranno soltanto cantargli una serenata. A Napolitano  dovrebbe essere fatto un monumento per la serietà, per il rigore, per la statura".

Il Pd in piazza
Il segretario del Pd a Roma 'rivendica la piazza' per il suo partito: "Se qualcuno avesse mai immaginato che questo partito avesse paura di stare in piazza, qui dimostriamo che non abbiamo paura. Siamo più forti delle vostre paure e delle vostre provocazioni. Noi sappiamo che con la forza del sorriso dimostreremo che la piazza è il luogo da cui riparte il Pd e dal quale il Pd vince".

Gli 80 euro in busta paga "non sono l'elemosina"
E Renzi continua a parlare del suo partito orgogliosamente: "Noi siamo fieri di non essere partito di plastica, che crede nella giustizia sociale e che ritiene che 80 euro non siano l'elemosina". Così il segretario del Pd 'difende' l'operato del governo: "Abbassare del 10% l'Irap alle aziende non lo aveva fatto nessuno, ma l'ha fatto il nostro governo. Noi andiamo davanti agli elettori con la faccia di chi in 80 giorni ha portato avanti un decreto del lavoro che ha permesso di salvare il posto ai lavoratori dell'Electrolux. Oggi, al referendum, ha votato per l'accordo l'80% degli operai". E aggiunge: "Grillo dice che vuole dare a tutti un reddito di cittadinanza, io invece non voglio dare il reddito di cittadinanza a tutti, voglio dare a tutti un lavoro". 

Votare per il futuro, partendo dal passato
Il segretario del Pd si sofferma l'importanza del voto europeo ricordando il 1957 quando "ci furono tante donne e uomini che ebbero la forza di costruire un'Europa partendo da Acciaio e Carbone". Pensando al passato ma votando per il futuro, Renzi dice: "L'Europa ha preso la forma dei nostri incubi. È fatta solo di regole e austerity, ma l'Europa deve tornare il grande sogno che porta le generazioni a guardare al domani". Per il segretario del Pd quindi l'Ue deve avere "il coraggio di prendersi un impegno partendo dalle cose concrete". 

"Prendiamo anche i voti degli scontenti di destra"
Nel finale, continuando contro chi "ha trasformato la campagna elettorale in un derby", il segretario del Pd rivendica il diritto di cercare i voti anche degli elettori scontenti della destra perché "non dobbiamo più avere la puzza sotto il naso". E conclude con il suo slogan "Senza paura, amici del Pd. Senza paura. Non commettiamo l'errore di credere che un leader ci salverà - aggiunge - ci si salva insieme, senza paura: senza paura andiamo nei banchetti, senza paura scarichiamo il telefonino per fare votare anche gli indecisi".