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POLITICA

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Renzi apre la kermesse: "Senza la Leopolda non sarei a palazzo Chigi"

"In questo anno, quando prendevo delle scelte che potevano sollevare polemiche, dalla finale Pennetta-Vinci alle grandi sfide internazionali, ho pensato spesso a quello che avrei detto per giustificare certe scelte di fronte al popolo della Leopolda", ha detto il premier nell'intervento che ha aperto a Firenze la sesta edizione del meeting

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"Siamo tutti emozionati perché la Leopolda è una cosa molto strana e bella. Saranno tre giorni  pieni, impegnativi ma molto belli. Stasera ci raccontiamo cosa abbiamo fatto dalla scorsa Leopolda ad oggi: tutto sulle cose fatte bene e quelle fatte così così". Matteo Renzi ha aperto così la sesta edizione della Leopolda.

Il premier è stato accolto da un forte applauso ma poi ha scherzato con la platea che esplodeva a ogni sua frase: "No, il culto della personalità no. E' troppo". Mentre la voce narrante della Leopolda ha presentato il premier con queste parole, usando la cifra dell'ironia: "Ex giovane fiorentino qui dalla prima Leopolda e non siamo riusciti a liberarcene".

"La generazione Leopolda è in posti difficili, non solo a Roma, e ci mette la faccia", ha detto poi Renzi presentando e presentandosi così alla platea della Leopolda. "C'è una generazione - dice il premier - che viene dalla Leopolda e che" oggi "non viene solo da Roma, dalla guida del partito o dal governo, ma anche da territori molto difficili" aggiunge presentando Ciro Bonaiuto, sindaco di Ercolano.

"In questo anno, quando prendevo delle scelte che potevano sollevare polemiche - ha detto ancora -, dalla finale Pennetta-Vinci alle grandi sfide internazionali, ho pensato spesso a quello che avrei detto per giustificare certe scelte di fronte al popolo della Leopolda. Senza Leopolda non sarei a Palazzo Chigi. Ma la Leopolda non è un'esperienza del passato, un ricordino: non siamo una rimpatriata di reduci ma un gruppo di persone che hanno voglia di cambiare l'Italia".

Terrorismo: c'è chi vuole distruggere quel che abbiamo costruito
"Non vogliamo essere dei numerini ma uomini, non delle bestie che vivacchiano", ha detto il premier parlando delle misure del Governo in tema di cultura in seguito all'emergenza terrorismo. "La scelta che ha fatto il governo - ha aggiunto - è affermare che in Italia quando si diventa grandi si ha diritto di andare al cinema o a teatro o di andare a una mostra. La prima parola che vorrei arrivasse dalla Leopolda è speranza". Il premier ha tra l'altro fatto riferimento al ruolo della cultura per combattere il terrorismo. "Com'è possibile discutere di cambiamenti senza partire dal dato di fatto che c'è chi vuole distruggere ciò che abbiamo", ha aggiunto Renzi mostrando una sequenza di Timbuktu, film in concorso a Cannes nel 2014 e candidato all’Oscar nello stesso anno del cineasta mauritano Abderrahmane Sissako, in cui, di fronte all’idiozia jihadista che in un villaggio impediva anche il demoniaco gioco del calcio, faceva giocare una meravigliosa partita di pallone a un gruppo di ragazzi senza palla. "Prima di iniziare a parlare dobbiamo memorizzare ciò che sta avvenendo nel mondo dove una parte è sotto attacco perchè esprime un'idea, dei valori".

Scuola: il terreno su cui siamo più criticati
"Entriamo su un campo che è quello su cui abbiamo preso più critiche di tutti ma anche su cui ci sono più pregiudizi in assoluto eppure è la partita più importante che abbiamo: la scuola", ha detto Renzi. Il premier ha quindi mostrato un estratto dal cartone americano I Griffin che fa la caricatura di una scuola italiana. "Il pregiudizio - commenta Renzi - troppo spesso è interno, siamo noi a parlarne male e a non valorizzare ciò che c'è di bello nella scuola". 

Un question time fra alcuni insegnati che hanno fatto sciopero contro la riforma della scuola e il ministro all'istruzione Stefania Giannini. E' quello 'organizzato' dal premier Matteo Renzi per sabato alla Leopolda. Prendendo il microfono e rivolgendosi alla platea Renzi ha lanciato un invito agli insegnanti: "C'è qua qualcuno che ha fatto sciopero? Vorrei proporre a tre insegnanti che hanno fatto sciopero di fare il question time, domani, con la Giannini".

La "scandalosa propaganda"
Un paio di video "scandalosamente di propaganda", sul jobs act e su Expo. Sono quelli 'lanciati' da Renzi dal palco della Leopolda. Sugli schermi sono poi apparsi due brevi 'documentari' sul jobs act e su Expo, quest'ultimo con tanto di sottopancia: #balleacinquestelle. I video "scandalosamente di propaganda", ha spiegato Renzi, sono sul "modello talk show, ma in positivo. Ci siamo stancati di vedere sempre video negativi, ora questi li distribuiremo sui social, ripartiamo con la propaganda". "Essere di sinistra non significa parlare di lavoro - spiega la voce fuori campo del video sulla riforma del lavoro - ma creare lavoro e il lavoro lo creano le riforme. Con il jobs act il vento comincia a girare. C'è chi pensa che essere di sinistra significhi difendere totem ideologici come l'articolo 18. Noi pensiamo che sia difendere il diritto delle persone".