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POLITICA

L'intervista sul Corriere della Sera

Renzi: con Fico è andata molto bene, sono per una soluzione politica, documento scritto con impegni

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"Con Fico è andata molto bene. La scelta del presidente Mattarella è stata come sempre saggia. E finalmente si parla di contenuti. Questa crisi non è sul carattere o sulla simpatia: è una crisi sulle scelte da fare per il futuro. Ci sono duecento miliardi da spendere per i prossimi anni.  Ora è finalmente chiaro che la crisi nasce per scegliere come impostare il futuro, non perché qualcuno fa i capricci. La verità prima o poi arriva, la verità non è una velina di Palazzo". Così il leader di Iv Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della Sera.

"Perché questa insistita personalizzazione su Conte tradisce il vero problema. Che non è il nome del premier, ma la direzione del Paese. Chi ha meno esperienza pensa che la politica sia solo uno scambio di incarichi, ma in realtà la vera sfida sono i progetti. La parola potere non è un sostantivo, ma un verbo: poter fare, poter cambiare, poter incidere. Non il potere fine a se stesso per conservare una poltrona. Poi, certo, le idee camminano sulle gambe degli uomini e dunque presto, prestissimo, dovremmo confrontarci sul nome dell’uomo o della donna che siederà a Palazzo Chigi per i prossimi due anni. Ma prima di decidere chi guiderà la macchina, domandiamoci dove vogliamo andare e quali sono i compagni di viaggi", ha aggiunto.

"Governo istituzionale? Non mi pare che questa posizione sia la posizione dell’intero centrodestra. E del resto c’è una bella differenza tra chi esprime posizioni che stanno nella grande famiglia del Partito popolare europeo e chi appoggia i sovranisti. Noi i sovranisti li combattiamo da sempre, anche quando andava di moda dirsi sovranista in tutte le sedi. Quanto al governo istituzionale: io penso che sia preferibile una soluzione politica. Ma nel caso in cui questa dovesse fallire accompagneremmo con rispetto le decisioni del capo dello Stato. Ora una cosa alla volta, prima proviamo a fare il governo politico".

"Il voto è il solito spauracchio per terrorizzare qualche parlamentare preoccupato. Prima di votare c’è da fare il Recovery plan, gestire i vaccini, fare il semestre bianco ed eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Lo sanno anche i muri. Qualche dirigente politico si finge di essere un raffinato stratega giocando la carta della paura sui senatori. Ma tutti sanno che al voto non si andrà prima del 2023. La questione è capire se ci sarà un governo politico o tecnico e chi lo guiderà", ha aggiunto.

"Il prossimo passo sarà un documento scritto. Puntuale. Con dentro tutte le cose che vogliamo fare. Noi di Italia viva abbiamo rinunciato alle poltrone per le idee e gli ideali, proprio nelle stesse ore in cui alcuni colleghi parlamentari cambiavano idee e ideali solo per chiedere delle poltrone. Oggi non accetteremo di uscire da questa crisi senza un impegno solenne, scritto, sui contenuti. Se ci sarà questo documento scritto sui contenuti potremo parlare di nomi. Altrimenti prenderemo atto del tramonto dell’esperienza giallorossa. Contano le idee, non le aspettative personali".

"Via Gualtieri e Bonafede? Il problema non è un singolo ministro. Prima decidiamo cosa fare, poi una volta che ci saremo accordati sul cosa fare sceglieremo le persone migliori. Anche perché il tema non riguarda solo i ministeri ma tutte le nomine, anche quelle di secondo livello. Serve un salto di qualità ovunque", ha aggiunto.