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MONDO

Il rapporto

Reporters sans Frontieres: libertà stampa, Italia guadagna posizioni. Polemica per accuse a Grillo

Il nostro Paese passa dal 77esimo al 52esimo posto. Un balzo in avanti dovuto anche "all'assoluzione di diversi giornalisti, tra cui i due che sono stati processati nel caso Vatileaks". Ma esplode la polemica per le accuse al garante del Movimento 5 stelle 

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L'Italia guadagna 25 posizioni nella classifica annuale di Reporters sans Frontieres. Nell'indice della libertà di stampa, il nostro Paese passa dal 77esimo al 52esimo posto. Un balzo in avanti dovuto anche "all'assoluzione di diversi giornalisti, tra cui i due che sono stati processati nel caso Vatileaks".

L'Italia però "continua a essere uno dei paesi europei in cui più giornalisti sono minacciati dalla criminalità organizzata", specifica l'organizzazione in difesa dei giornalisti e della libertà di stampa.

"Sei giornalisti italiani sono ancora sotto protezione a causa delle minacce alla morte, soprattutto da parte della mafia o di gruppi fondamentalisti", scrive Reporters sans Frontieres avvertendo che, nonostante il balzo in avanti in classifica, diversi problemi rimangono aperti nell'informazione italiana.

"Il livello di violenza contro i giornalisti (tra cui l'intimidazione verbale e fisica e le minacce) è allarmante, soprattutto perché i politici come Beppe Grillo del Movimento Cinque Stelle non esitano ad attaccare pubblicamente i giornalisti che non amano", accusa l'organizzazione.

Grillo replica alle accuse 
Il garante del M5s non ci sta e replica polemicamente con un post sul blog dal titolo "E' tutta colpa di Beppe Grillo". "Oggi - scrive - ho scoperto di essere io la causa del problema di libertà di stampa in Italia. Lo afferma il rapporto di Reporters Sans Frontieres appena pubblicato. Mi ha aperto gli occhi. Io pensavo che fosse perché i partiti politici con la lottizzazione si sono mangiati la Rai piazzando i loro uomini nel management e nei telegiornali e dicendo loro che cosa dire e che cosa non dire. Pensavo che fosse per i giornalisti cacciati dai programmi Rai o per le minacce del partito di governo a quelli che sono indipendenti, come Report. Pensavo che fosse perchè in Italia non ci sono editori puri e metà delle tv generaliste le controlla il capo di Forza Italia e perché la tessera numero uno del Pd controlla il secondo giornale più diffuso in Italia. No, la colpa è mia".