MONDO
Il Paese è nel caos
Violenze nella Repubblica Centrafricana, interviene l'Ue: al via l'operazione militare a Bangui
Scontri etnici in tutta l'area tra la popolazione di fede musulmana e miliziani cristiani anti-balaka

Le violenze nella Repubblica Centrafricana continuano: sabato 29 marzo almeno 8 persone sono rimaste uccise e molte altre ferite nel corso dei disordini avvenuti a Bangui. Soldati del Ciad sono intervenuti nella capitale per rimpatriare alcuni loro connazionali in fuga dai combattimenti che da mesi stanno investendo il Paese. Ora anche l'Unione europea ha deciso di intervenire, annunciando l'avvio ufficiale dell'operazione militare in centrafrica.
L'annuncio su Twitter
"Il consiglio ha approvato il lancio dell'operazione militare europea nella Repubblica Centrafricana", ha indicato su twitter la portavoce Susanne Kieffer. L'Eufor Rca, che opererà a Bangui e nell'aeroporto della capitale, contribuirà sia agli sforzi internazionali per proteggere la popolazione sia alla creazione delle condizioni necessarie per fornire aiuti umanitari.
La forza Ue
La forza Ue potrà contare sino a mille soldati sotto il comando del generale francese Philippe Pontiès. Lo stato maggiore operativo sarà in Grecia, a Larissa, mentre lo stato maggiore della forza e le truppe saranno a Bangui. I costi dell'operazione Ue sono stimati in quasi 26 milioni di euro per la fase preparatoria mentre il mandato sarà sino a sei mesi a partire da quando la forza avrà raggiunto la sua piena capacità operativa. Le truppe verranno dispiegate "rapidamente" per ottenere "effetti immediati nella zona di responsabilità dell'operazione". "L'avvio di quest'operazione dimostra la volontà dell'Ue di partecipare pienamente agli sforzi internazionali per riportare la stabilità e la sicurezza a Bangui e nell'insieme della Repubblica Centrafricana", ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue Catherine Ashton, sottolineando che "l'operazione costituisce un elemento chiave del nostro approccio globale che mira a risolvere gli enormi problemi" del paese. E' "essenziale", ha concluso, che "l'ordine pubblico sia ristabilito il più rapidamente possibile affinché il processo di transizione politica possa riprendere".
Il conflitto nel Paese
Nel Paese è in corso da un anno, (marzo 2013) un conflitto su cui si è inserito come elemento di ulteriore dissidio la rivalità tra i cristiani (contadini e maggioranza nel Paese) e musulmani (pastori nomadi), che si scambiano reciproche accuse di atrocità. Da una parte i ribelli Seleka, musulmani, che contribuirono in modo decisivo ad abbattere il governo del presidente Francois Bozize (cristiano). Seleka che si rifiutarono di deporre le armi quando a settembre scorso il loro leader Michel Djotodia, autoproclamatosi presidente musulmano del Centrafrica, ordinò la loro dissoluzione. Sul fronte opposto le milizie cristiane 'anti-balaka'. Le due formazioni si combattono senza esclusioni di colpi usando spesso i civili delle rispettive fedi come oggetto di rappresaglie. Da ultimo i Seleka, secondo i cristiani, sarebbero aiutati da truppe ciadiane. Sabato l'ultimo massacro: soldati di Ndjamena hanno aperto il fuoco indiscriminatamente sulla folla uccidendo almeno 24 persone e ferendone almeno 100 in circostanze ancora poco chiare. Il presidente ad interim Catherine Samba Panza ha annunciato l'apertura di un'inchiesta. Parigi ha imputato parte della colpa anche alle milizie cristiane 'anti-balaka'.
Dati Unhcr
Al momento secondo l'agenzia Onu per i rifugianti (Unhcr) su 4,6 milioni di abitanti nel Paese si contano 637mila sfollati, inclusi 207mila nella sola capitale Bangui, mentre 82mila musulmani, sono scappati nei Paesi confinanti.
L'annuncio su Twitter
"Il consiglio ha approvato il lancio dell'operazione militare europea nella Repubblica Centrafricana", ha indicato su twitter la portavoce Susanne Kieffer. L'Eufor Rca, che opererà a Bangui e nell'aeroporto della capitale, contribuirà sia agli sforzi internazionali per proteggere la popolazione sia alla creazione delle condizioni necessarie per fornire aiuti umanitari.
La forza Ue
La forza Ue potrà contare sino a mille soldati sotto il comando del generale francese Philippe Pontiès. Lo stato maggiore operativo sarà in Grecia, a Larissa, mentre lo stato maggiore della forza e le truppe saranno a Bangui. I costi dell'operazione Ue sono stimati in quasi 26 milioni di euro per la fase preparatoria mentre il mandato sarà sino a sei mesi a partire da quando la forza avrà raggiunto la sua piena capacità operativa. Le truppe verranno dispiegate "rapidamente" per ottenere "effetti immediati nella zona di responsabilità dell'operazione". "L'avvio di quest'operazione dimostra la volontà dell'Ue di partecipare pienamente agli sforzi internazionali per riportare la stabilità e la sicurezza a Bangui e nell'insieme della Repubblica Centrafricana", ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue Catherine Ashton, sottolineando che "l'operazione costituisce un elemento chiave del nostro approccio globale che mira a risolvere gli enormi problemi" del paese. E' "essenziale", ha concluso, che "l'ordine pubblico sia ristabilito il più rapidamente possibile affinché il processo di transizione politica possa riprendere".
Il conflitto nel Paese
Nel Paese è in corso da un anno, (marzo 2013) un conflitto su cui si è inserito come elemento di ulteriore dissidio la rivalità tra i cristiani (contadini e maggioranza nel Paese) e musulmani (pastori nomadi), che si scambiano reciproche accuse di atrocità. Da una parte i ribelli Seleka, musulmani, che contribuirono in modo decisivo ad abbattere il governo del presidente Francois Bozize (cristiano). Seleka che si rifiutarono di deporre le armi quando a settembre scorso il loro leader Michel Djotodia, autoproclamatosi presidente musulmano del Centrafrica, ordinò la loro dissoluzione. Sul fronte opposto le milizie cristiane 'anti-balaka'. Le due formazioni si combattono senza esclusioni di colpi usando spesso i civili delle rispettive fedi come oggetto di rappresaglie. Da ultimo i Seleka, secondo i cristiani, sarebbero aiutati da truppe ciadiane. Sabato l'ultimo massacro: soldati di Ndjamena hanno aperto il fuoco indiscriminatamente sulla folla uccidendo almeno 24 persone e ferendone almeno 100 in circostanze ancora poco chiare. Il presidente ad interim Catherine Samba Panza ha annunciato l'apertura di un'inchiesta. Parigi ha imputato parte della colpa anche alle milizie cristiane 'anti-balaka'.
Dati Unhcr
Al momento secondo l'agenzia Onu per i rifugianti (Unhcr) su 4,6 milioni di abitanti nel Paese si contano 637mila sfollati, inclusi 207mila nella sola capitale Bangui, mentre 82mila musulmani, sono scappati nei Paesi confinanti.