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CULTURA

La prolusione della Polimeni

Rettrice Sapienza: università strumento contro diseguaglianze. Minuto di silenzio per vittime Congo

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Si è svolta stamattina nell'Aula magna del Rettorato della Sapienza la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2020-2021, 718esima dalla fondazione. E' la prima inaugurazione presieduta da Antonella Polimeni nelle vesti di rettrice dell'Ateneo.

Nella prolusione della rettrice dal titolo "Diseguaglianze, mobilità sociale e istruzione: quale ruolo per l'Università?", il filo conduttore proposto è quello del nesso esistente fra diseguaglianze, istruzione superiore e processi di inclusione e del ruolo dell'università nell'assicurare a tutti "le condizioni di migliorarsi, di elevarsi, di toccare il cielo".

Per la rettrice, va ribadito con forza che "l'accesso all'istruzione, alla formazione e all'apprendimento è strumento di riduzione delle diseguaglianze. Forse l'università non è un motore di mobilità sufficientemente potente per contrastare l'effetto deflagrante delle diseguaglianze, ma è di sicuro il migliore di cui a oggi si disponga".

La Sapienza "è impegnata, oggi più che mai, a porre tutte le sue energie e le sue competenze - aggiunge Polimeni -  a disposizione di questo progetto complessivo, questa che chiamerei la Quarta missione dell'Università: la missione volta a favorire la crescita delle persone, anche e soprattutto, a favorire la crescita di chi è più svantaggiato, di chi è nell'angolo, a favorire un pluralismo vero ed esteso, che sia capace di porre tutte e tutti, finalmente e sostanzialmente, su uno stesso piano di potenzialità, di opportunità' e di meriti". 

Il presupposto su cui si basa la rettrice Polimeni è molto chiaro: "Non esistono opportunità predefinite solo per alcuni, né posizioni cristallizzate solo a vantaggio di qualche individuo. Chiunque lo voglia deve potersi innalzare; ed è anche compito dell'università far sì che questo accada".

Ma sottolinea la Rettrice, "ancora oggi le probabilità che ciascuno di noi ha di realizzarsi nel corso della propria vita dipendono dal genere, dal reddito dei genitori, dal colore della pelle, dal background migratorio, dalle condizioni di salute e da altri fattori in costante interazione reciproca".

I fattori che si cumulano di padre in figlio innescano quella che si può definire "la riproduzione intergenerazionale delle diseguaglianze. Vantaggi, anche piccoli, lungo ciascuna di queste dimensioni possono sommarsi fino a generare privilegi ampi, distanze enormi e ingiustizie sostanziali".

Per Antonella Polimeni, "la nostra civiltà si misura nella capacità effettiva di assicurare inclusione alle persone con disabilità, di superare il gender gap e di garantire pari opportunità, diritti e partecipazione alla vita sociale ed economica. La pandemia ha drammaticamente allargato la forbice delle disuguaglianze, che potenziando i loro devastanti effetti e dando luogo a un circolo vizioso capace di ostacolare l'esercizio di diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto allo studio".

"Lasciare indietro ampie fasce della popolazione nell'accesso alle informazioni scientifiche e alle tecnologie sempre più pervasive non soltanto significherebbe condannarli a un tenore o a una qualità della vita più bassa, ma rappresenterebbe anche la fine dell'ideale democratico e liberale di uguaglianza di tutti i cittadini, almeno nelle condizioni di partenza, e la negazione delle premesse dello Stato di diritto".

È stato osservato un minuto di silenzio all'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza per la morte dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi nella Repubblica democratica del Congo. A invocarlo la rettrice della Sapienza all'inizio della cerimonia. Tra i presenti: la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Camera, Roberto Fico, il ministro degli Affari regionali, Maria Stella Gelmini, il ministro delle Pari Opportunità, Elena Bonetti, il ministro delle Politiche giovanili, Fabiana Dadone, il ministro dell'Università e della ricerca, Maria Cristina Messa, il ministro per le Disabilità, Erika Stefani, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Franco Gabrielli e la sindaca di Roma, Virginia Raggi.