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ITALIA

Uno studio dell'Università La Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma

Ricerca: scoperta area del cervello indispensabile al perfetto ballerino di coppia

La regione del cervello che può renderci abili ballerini è stata localizzata nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello, dove risiede il centro di coordinamento che ci permette di integrare le azioni del partner con i nostri movimenti.

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Roma
Ritmo e sincronia perfetta nei movimenti sono fondamentali per una coppia da ballo. Ma non tutti possono riuscirci perché occorre avere una testa particolare, anzi un cervello adeguato. O meglio serve una specifica regione del cervello particolarmente dotata che coordina il movimento tra gli esseri umani. Insomma non tutti possono aspirare a diventare Rudolf Nuriev o Carla Fracci.

La regione del cervello che può renderci abili ballerini è stata localizzata nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello, dove risiede il centro di coordinamento che ci permette di integrare le azioni del partner con i nostri movimenti.

La scoperta è stata fatta dai ricercatori dell'Università La Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma, che hanno pubblicato i risultati del loro lavoro su Nature Communications. 

L’importanza dello studio di questa area del cervello è molto interessante perché, spiega il ricercatore Matteo Candidi, potrebbe rivelarsi utile per ''fare luce su processi di interazione umana più complessi come quelli mediati dalla comunicazione verbale e per comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale ed affettiva''.

I ricercatori sono arrivati a queste scoperte chiedendo ad alcuni volontari di coordinarsi con un compagno virtuale e afferrare con la massima sincronia possibile un oggetto a forma di bottiglia, imitando il movimento del compagno, oppure eseguendo un movimento complementare.

Durante l'esperimento, i ricercatori hanno inibito la reattività di specifiche aree cerebrali usando una metodica di stimolazione cerebrale non invasiva (la cosiddetta stimolazione magnetica transcranica). I risultati hanno dimostrato l'inibizione del solco intra-parietale anteriore fa calare sensibilmente la capacità di coordinamento con il partner durante azioni complementari. Non diminuisce, invece, la capacità di imitare i movimenti osservati nel compagno virtuale: questo suggerisce che l'interazione complementare richiede risorse cognitive e neurali diverse dall'imitazione.