ITALIA
Sicilia
Rientrato l'allarme bomba davanti alla casa dell'ex pm Antonio Ingroia a Palermo
La strada è stata chiusa fino a quando l'allerta non è rientrata. L'ex magistrato è da poco il nuovo commissario della Provincia Regionale di Trapani dopo la nomina decisa dal governatore della Sicilia, Rosario Crocetta
E' rientrato, dopo i controlli dei carabinieri, l'allarme bomba scattato in seguito alla presenza di un'auto rubata davanti all'abitazione palermitana dell'ex pm Antonio Ingroia, in via Madonie, a Palermo.
La vettura gialla
La vettura, una Fiat 500 di colore giallo, è stata restituita alla legittima proprietaria. Per consentire l'intervento degli artificieri è stata chiusa al traffico la strada ed è stata evacuata anche una scuola materna privata nei pressi della quale era parcheggiata l'utilitaria.
L'attuale carica di Ingroia
L'ex pm palermitano è stato nominato recentemente dal governatore Rosario Crocetta commissario della Provincia di Trapani, incarico che si affianca a quello iniziato nei mesi scorsi di liquidatore della partecipata della Regione "Sicilia e-servizi". Proprio questo impegno ha portato Ingroia di recente al centro di accese polemiche, in relazione al riassorbimento nell'organico della società di una settantina di dipendenti accusati di essere vicini a famiglie mafiose.
La vettura gialla
La vettura, una Fiat 500 di colore giallo, è stata restituita alla legittima proprietaria. Per consentire l'intervento degli artificieri è stata chiusa al traffico la strada ed è stata evacuata anche una scuola materna privata nei pressi della quale era parcheggiata l'utilitaria.
L'attuale carica di Ingroia
L'ex pm palermitano è stato nominato recentemente dal governatore Rosario Crocetta commissario della Provincia di Trapani, incarico che si affianca a quello iniziato nei mesi scorsi di liquidatore della partecipata della Regione "Sicilia e-servizi". Proprio questo impegno ha portato Ingroia di recente al centro di accese polemiche, in relazione al riassorbimento nell'organico della società di una settantina di dipendenti accusati di essere vicini a famiglie mafiose.