Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Riforma-scuola-oggi-Cdm-anche-questione-Rai-bcd4b368-3da5-47cd-95b8-491a59460450.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Riunione dei ministri in programma alle 17.30

Riforma della scuola oggi in Cdm, sul tavolo anche la questione Rai

Ultime limature per i due disegni di legge. Sulla "buona scuola" da sciogliere il nodo assunzioni, per la tv pubblica un "modello spa"

Condividi
E’ il giorno della "Buona Scuola" a palazzo Chigi. Arriva infatti oggi, dopo una serie di "stop&go", sul tavolo del consiglio dei ministri la riforma della scuola pensata dal ministro Giannini. Una riforma che non farà sparire gli scatti d’anzianità, secondo quanto trapelato ieri, ma che deve ancora essere messa a punto sul fronte assunzioni. Altro punto all’ordine del giorno della riunione, un’altra riforma: quella della Rai. Per la risistemazione della tv pubblica il governo sarebbe orientato a seguire un "modello spa". Quello che è certo è che per entrambe le riforme si seguirà lo stesso metodo e che entrambe arriveranno attraverso un ddl.
 
La riforma della scuola, restano gli scatti d’anzianità
Gli scatti di stipendio degli insegnanti resteranno legati all'anzianità, ci sarebbero infatti i soldi per coprire la misura. Il merito verrà però comunque premiato, con "risorse fresche". La possibilità di questa inaspettata retromarcia è stata confermata ieri sera da fonti di governo. Nel Consiglio dei ministri si dovrebbe inoltre confermare la strada del disegno di legge anche per le assunzioni dei docenti delle graduatorie ad esaurimento (ma non quelli delle graduatorie di istituto) e dei vincitori di concorso (ma non gli idonei). Secondo le stesse fonti, la parola chiave della riforma sarà "autonomia" e si mirerà a tre obiettivi: mai più "classi pollaio", scuole aperte anche il pomeriggio, istituzione della Carta del prof., con 400 euro, nel primo anno, per le spese culturali di ogni singolo insegnante (libri, teatro, concerti, mostre, sussidi audiovisivi e telematici).
 
Sul tema "caldo" delle assunzioni, il ministro Boschi, parlando per conto della collega Giannini durante il question time, ha spiegato che le immissioni in ruolo procederanno "a partire dalle graduatorie a esaurimento e dai vincitori di concorso 2012". Per i dettagli sull'entità e la composizione della platea di precari ha rimandato al Consiglio dei Ministri di oggi assicurando però che sarà mantenuto l'impegno a garantire le nuove assunzioni nella scuola a partire dal primo settembre ("ci sono i tempi perché questo possa avvenire attraverso l'approvazione del Parlamento della riforma della scuola presentata dal governo").
 
Sulla partita assunzioni è arrivata anche una doccia fredda dal Consiglio di Stato che ha ammesso nelle graduatorie a esaurimento della scuola 3000 precari esclusi.

Le proteste degli studenti
La riforma del governo Renzi non piace agli studenti che sono scesi in piazza oggi in oltre 30 città al grido di "Non un passo indietro". Manifestazioni in scena a Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, Catania e Cagliari con i ragazzi che hanno ribadito all'esecutivo che la buona scuola è solo quella "laica, aperta, democratica". Per l'occasione sono stati creati anche alcuni hashtag per seguire la mobilitazione sui social network: #12m #nonunpassoindietro #megliolalip.
 
La riforma della Rai
Nel cdm di oggi sarà avviata anche la discussione sulla riforma della tv pubblica sulla base del documento strategico, una summa della filosofia renziana che ha come punto di partenza la necessità di un manager che decida davvero e come punto di arrivo la qualità del servizio pubblico con tre reti specializzate, di cui una senza spot. Dopo aver raccolto spunti e contributi dei ministeri competenti, dal Mef al Mise all'Istruzione, e della trentina di esperti di comunicazione, il premier ha deciso di stringere in vista di un ddl che arriverà nelle prossime settimane quando il Pd avrà concluso il confronto con i partiti interessati ad una riforma della governance che metta al centro non la politica ma la qualità dell'informazione. La Rai deve diventare per il premier una "media company" di livello e non può essere "una municipalizzata di provincia", si afferma nel documento che in queste ore gira a Palazzo Chigi. L'obiettivo del servizio pubblico deve essere "gareggiare con i grandi network a livello mondiale" e diventare un'azienda che esporta all'estero "fiction che raccontano l'Italia".
 
Nel confronto con i membri Pd della commissione di Vigilanza, sarebbe emersa l'ipotesi di una rete generalista, una per l'innovazione, la sperimentazione ed i nuovi linguaggi e la terza a carattere più spiccatamente culturale, più di servizio pubblico e senza gli spot pubblicitari.