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POLITICA

Il premier spiega le misure approvate ieri in Cdm

Riforme, Renzi: "Concorso per 63mila insegnanti: si investe sulla scuola"

Conferenza stampa a Palazzo Chigi per illustrare gli 11 decreti approvati nella notte sulla riforma della pubblica amministrazione. Renzi parte dalla scuola: "Un caloroso saluto a chi dice che non saremmo intervenuti in questo settore"

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Anche con i decreti attuativi della riforma della Pubblica amministrazione "stiamo rendendo l'impossibile possibile". Lo rivendica il presidente del Consiglio, nella conferenza stampa a palazzo Chigi all'indomani del Cdm che ha varato una serie di dlgs, che Renzi elenca punto per punto.

Il premier parte dalla scuola. "La frase 'education, education, education' in italiano la traduciamo 'futuro, futuro, futuro" dice annunciando il bando di un concorso per 63mila 712mila insegnanti. "Il nostro convincimento molto forte è fare una scelta legata alla qualità dei nuovi insegnanti. Sono il bene più prezioso perchè diamo loro i nostri figli e la conseguenza non può che essere la massima qualità sotto tutti i punti di vista. Entrare nella scuola non è un diritto: abbiamo sanato la questione di precari per chiudere questo discorso, ma insegnare è una grande responsabilità".

Il passaggio sul decreto sulla cittadinanza digitale ("pin unico e domicilio digitale entro il 31 dicembre 2017") è anche l'occasione per "segnalare due piccoli colpi, Cisco e Apple" dice Renzi. "Apple ha comunicato da Cupertino che aprirà a Napoli una bella realtà di innovazione con circa 600 persone, una sperimentazione veramente intrigante. Domani Tim Cook sarà qua". Quanto a Cisco, ricorda i 100milioni di euro di investimenti da "Vimercate a Scampia" sull’Ict.

Quindi, gli altri decreti. "Tempi tecnici per le autorizzazioni. Servivano 8, 9 10 anni. E' finito quel tempo. Oggi abbiamo un sì o un no al massimo in 5 mesi, proprio se c'è una coincidenza di sfortune. E' una norma evangelica: sia il vostro parlare chiro, sì sì o no no. E' una grande novità". Con anche "un unico documento in tutto il Paese: se non servono autorizzazioni si parte subito, altrimenti tempi più rapidi possibili". Poi "c'è lo sblocca provvedimenti. Se alcuni interventi sono considerati particolarmente importanti da un sindaco o da un presidente di Regione o da un ministro, possono essere portati in Cdm e i tempi ordinari si dimezzano. L'amministratore si gioca un jolly: segnala che un progetto è importante, passa in Cdm che dà una sorta di corsi preferenziale e si dimezzano i tempi".

Sui porti "abbiamo semplificato le procedure e riduciamo a 15 le autorità portuali, con una sana e seria politica di coordinamento. E' allucinante, con il raddoppio di Suez, che i carichi passano da lì e arrivano fino a Rotterdam. Qualche poltrona in meno, ma qualche efficienza in più". Capitolo trasparenza: "Una delle caratteristiche su cui investiamo di più. Dati e numeri resi più evidenti e chiari agli occhi dei cittadini".

Sui manager sanitari "chi gestisce male va a casa. Sarà facilissimo rimuovere un dirigente sanitario che produce sprechi" e la loro scelta avverrà "su titoli pubblici e da un elenco nazionale, merito merito merito". Sullo stesso filone c'è "la riduzione degli stipendi per gli amministratori che non producono utili". Mentre sempre sulla sanità "c'è il principio dei costi standard".

Poi c'è il Corpo Forestale dello Stato che "entra nei Carabinieri, e riduciamo i corpi di polizia da 5 a 4". E infine il capitolo rifiuti: "Nella mia provincia c'erano 5 aziende di rifiuti, ho fatto alcune fusioni. Il punto è dare certezza di diritto rispetto agli ambiti territoriali ottimali, incoraggiare le aggregazioni, rimuovere attraverso strutture commissariali chi non procede alla fusione, ma sui rifiuti c'è spazio per un grande processo di aggregazioni".

Conclude con i 'furbetti del cartellino': "Dicono che le norme anti-fannulloni ci sono già. E' possibile ma non obbligatorio. Le norme, dico all'allegra brigata Brunetta Camusso, non sono efficaci come questa: ora il licenziamento e' obbligatorio". Prima era "il dirigente a dover scegliere" rispetto al licenziamento. "D'ora in poi se il dirigente non licenziera' il dipendente che timbra e se ne va, benissimo: licenziamo il dirigente".