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POLITICA

Senato

Riforme, al via le dichiarazioni per il voto sul ddl Boschi. Fi abbandona i banchi

Sono iniziate nell'aula del Senato le dichiarazioni di voto sul disegno di legge di Riforma costituzionale. Intervento dell'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sostenitore del ddl Boschi. Tre dissidenti del Pd: Walter Tocci, Felice Casson e Corrado Mineo

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E' iniziata in Senato la seduta dedicata alle dichiarazioni di voto sulle riforme e al voto finale sul ddl Boschi. A fare notizia l'annuncio del gruppo a Palazzo Madama di Forza Italia, che ha deciso di abbandonare i banchi durante il voto. Una decisione presa dopo una riunione con il leader Silvio Berlusconi. La conferma è arrivata quando il capogruppo Paolo Romani è intervenuto in Aula.

Sel e Lega invece non parteciperanno al voto. Per Sinistra Ecologia e Libertà è la capogruppo, Loredana De Petris ad annunciarlo. "Questa riforma darà più potere al potere, e meno ai cittadini - ha spiegato - Si creerà un governo del premier e il Senato sarà un dopolavoro per i sindaci e i consiglieri comunali. Non è lo spirito costituente dei De Gasperi e dei Calamandrei, ma dei Renzi e dei Verdini". 

"Usciremo dall'aula subito dopo la nostra dichiarazione di voto coerentemente con quanto detto fin dall'inizio. Queste riforme sono vergognose e sono il frutto di un'asse malefica tra Renzi e Verdini. Noi siamo fatti di un'altra pasta" è la posizione leghista indicata dal presidente Gian Marco Centinaio. Roberto Calderoli nel suo intervento ha ribadito la sua posizione contraria al provvedimento: "La Lega vi lascerà votare da soli questa roba e temo che l'olio di ricino sia il prossimo futuro. L'attentato alla democrazia nasce dal combinato disposto di legge elettorale e di questa riforma. Sì perché approviamo la costituzione voluta da Licio Gelli". I senatori della Lega, dopo l'intervento di Roberto Calderoli hanno lasciato l'Emiciclo di Palazzo Madama con il volume dell'attuale Costituzione tra le mani. Calderoli nella destra aveva anche una bottiglietta di olio di ricino: "Questo è il nostro futuro", ha detto. 

Sì invece dai 'verdiniani'. Il senatore Riccardo Mazzoni ha detto: "Se questa è la volta buona, dipenderà anche dai nostri voti", invitando la sinistra Pd a "stare tranquilli: non pesteremo il loro orticello, ma si ricordino che le riforme sono patrimonio di tutti". Ok anche da parte di Ap-Ncd con il coordinatore Gaetano Quagliariello che ha però evidenziato i compromessi interni ai dem.

Per il Movimento 5 Stelle è stato Gianluca Castaldi a prendere la parola mentre tutti i banchi dei senatori del gruppo diventavano tricolori. Il portavoce 5 stelle ha attaccato il Partito democratico dichiarando che il gruppo non avrebbe partecipato al voto "per non legittimare questo stravolgimento della Costituzione. Lei non è stato il boia della Costituzione - ha detto Castaldi rivolgendosi al presidente Pietro Grasso -, gli assassini sono nel Pd, ma lei è l'aiutante".

Il capogruppo del Pd Luigi Zanda ha ribadito la bontà della riforme perché "il nuovo Senato avrebbe dovuto nascere 45 anni fa, con la nascita delle Regioni". Dopo Zanda i ringraziamenti del minisitro per le Riforme Maria Elena Boschi seguiti dall'intervento in dissenso rispetto al gruppo i senatori dem Walter Tocci, Corradino Mineo e Felice Casson.

L'intervento di Napolitano e le reazioni
Tra gli interventi più attesi quello dell'ex presidente della Repubblica e senatore a vita Giorgio Napolitano che ha parlato di un aspro scontro politico in aula su tema delicato : "Non mi avete notato al mio banco perchè ho ritenuto più appropriato il non intervenire, dopo aver dato contributo in commissione, a aspro scontro politico in assemblea su temi tra i più delicati".  Non appena Napolitano ha cominciato a parlare nell'Aula di Palazzo Madama, tutti i senatori del M5S sono usciti lasciando i banchi deserti. Il senatore di Fi Scilipoti ha cominciato a sventolare camminando per tutto l'Emiciclo un foglio bianco con la scritta '2011'. I commessi cercano di raggiungerlo per strappargli il foglietto, ma per diversi minuti Scilipoti continua imperterrito nella sua protesta, tanto che il presidente Grasso fa mettere a verbale che lo "censura".

Lungo applauso invece dei senatori del Pd all'ex presidente della Repubblica che nell'Aula del Senato ha difeso strenuamente quella riforma di cui, anche il ministro Boschi, gli attribuisce la paternità. Tra i banchi semivuoti del centrodestra uno dei pochi a battere le mani è Gaetano Quagliariello, che fece parte, a inizio legislatura, del collegio dei saggi incaricati da Napolitano di mettere a punto una riforma della Carta. Dopo il lungo applauso, si sono avvicinati al banco di Napolitano per abbracciarlo e stringergli la mano Pier Ferdinando Casini, il sottosegretario Luciano Pizzetti e Luigi Manconi.