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POLITICA

Mercoledì tappa fondamentale in commissione

Riforme, il nodo sull'immunità. Boschi: "Non è centrale"

Il ministro per le Riforme va avanti, in attesa dell'incontro con il M5S. Calderoli: "Trattamento uguale per senatori e deputati". Di Maio attacca: "Il Pd pronto a votare l'ennesimo vergognoso privilegio alla politica"

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Dialogo a tutto campo, anche con Lega e M5s, ma nessun rallentamento o passo indietro. Questa è la linea del Governo alla vigilia di una settimana decisiva per la fine del bicameralismo paritario. Ma proprio a pochi metri dal traguardo continuano a spuntare nuove grane per l'impianto della riforma, mentre Forza Italia sembra frenare gli entusiasmi.

Il problema si chiama immunità: concederla o meno anche ai futuri senatori? Questo è il dubbio che potrebbe condizionare il dibattito dei prossimi giorni. "E' una proposta dei relatori, non è centrale, vedremo che accadrà in seguito", taglia corto a Repubblica il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Ma uno dei relatori, Roberto Calderoli, rilancia: "se non piace l'immunità, allora togliamola tanto ai senatori che ai deputati: tutti uguali ai comuni cittadini".

Intanto la Boschi va avanti decisa ben sapendo che l'incontro con i grillini in settimana nasconde un sacco di insidie. Spera che sia "proficuo e sereno”, e soprattutto, "che finalmente si possa parlare del merito delle riforme", ma che porti a risultati non sembra crederci: "Siamo interessati ad ascoltare le proposte del M5s - spiega Boschi - ma non si può ricominciare da capo e ritardare il processo, dobbiamo andare avanti con determinazione".

D'altronde, sulla riforma del Senato il Pd ha fretta. I tempi sembrano ormai decisi: c'è stato "un passo decisivo verso l'accordo" sul nuovo Senato composto da 100 componenti (in rappresentanza di Regioni e Comuni o nominati dal presidente della Repubblica) e si va “verso la votazione finale nel mese di luglio”, assicura il ministro arrivando al seminario dell'area Riformista del Pd, a Grosseto. Ma uno degli attori principali del "passo decisivo", Forza Italia, non pare condividere: “Tutti parlano di accordo fatto sulle riforme - dice Paolo Romani - Abbiamo fatto progressi, ma non siamo assolutamente all'ultimo metro. Rimane molto da fare". Ma il partito di Berlusconi resta però l’interlocutore più sicuro.

Di Maio all'attacco: "Il Pd vota l'ennesimo privilegio alla politica"
"Sembra incredibile, ma a distanza di dieci anni il padre del Porcellum, Calderoli, mette a segno un altro colpo: l'immunità parlamentare per sindaci e consiglieri regionali in Senato. Il Pd voterà l'ennesimo vergognoso privilegio alla politica pur di tenere in piedi l'accordo con Berlusconi e Lega?". Lo scrive il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S), che sempre al Pd dice: "Basta con l'alibi che non ci sono alternative. Siamo pronti a discutere".

Prossima tappa mercoledì: entro le 12 ci sarà tempo per i subemendamenti agli emendamenti dei relatori in commissione Affari costituzionali di palazzo Madama. Alle 14 poi l'ufficio di presidenza si riunirà per la programmazione dei lavori. 

Il parere del costituzionalista Michele Ainis
Un suggerimento all'esecutivo su dove intervenire nel processo delle riforme arriva anche dal giurista Michele Ainis. Per il costituzionalista il nuovo Senato, così come previsto dall'esecutivo ha il difetto di restituire alle Regioni delle competenze fondamentali, quando invece avrebbero bisogno di cure dimagranti dopo gli ultimi scandali. Sull'immunità poi il parere di Ainis è netto: "Se c'è per i deputati deve esserci anche per i senatori".