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POLITICA

Palazzo Madama

Riforme: in aula si vota l'art. 2 ma scoppia la bagarre per un presunto gesto osceno

La maggioranza tiene ma perde voti. Attesa per l'unico voto segreto. Barani (Ala) accusato di sessismo dalle senatrici del Movimento Cinque Stelle. Il presidente Grasso sospende la seduta

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Aula del Senato alle prese con l'articolo 2 del ddl riforme, uno dei punti chiave del provvedimento perchè riguarda l'elettività dei senatori. Troppi senatori iscritti a parlare per intervenire sull'emendamento Finocchiaro, frutto dell'intesa raggiunta all'interno della maggioranza e con la minoranza Pd. "Interrompo la discussione sull'emendamento Finocchiaro perchè ci sono molte richieste di intervento", ha annunciato Pietro Grasso in Aula. La seduta di palazzo Madama, infatti, è prevista fino alle 21, e non ci sarebbe il tempo di terminare tutti gli interventi e poi passare al voto. Si riprende dunque domattina, alle 9,30. 

Con l'emendamento della maggioranza, il quinto comma dell'articolo 2 così viene riscritto: "La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al sesto comma"

Le votazioni sugli emendamenti all'articolo hanno visto la maggioranza reggere, anche se nel caso della bocciatura di una proposta di modifica presentata dai fittiani i voti sono stati 157, sotto quindi lo sbarramento della maggioranza assoluta fissata a 161.

Bocciato a scrutino segreto un emendamento della Lega sulle minoranze linguistiche, sul quale il governo si era rimesso all'aula e su cui il Pd aveva annunciato il suo "no". I sì sono stati 116, i no 160, 3 gli astenuti. Il governo, come annunciato in Aula del Senato dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, ha dato parere favorevole sull'art.2 solo all'emendamento Finocchiaro che recepisce l'intesa nella maggioranza sull'elezione del nuovo Senato. Parere contrario, invece, su tutti gli altri emendamenti. 

I lavori sono proceduti a rilento nel pomeriggio per la bagarre scoppiata in Aula per un presunto gesto osceno (avrebbe mimato un rapporto orale) che il senatore Lucio Barani (Ala) avrebbe rivolto verso le senatrici del M5S. La pentastellata Paola Taverna è stata la prima a denunciare l'accaduto rivolgendosi con l'epiteto di "porco maiale" nei confronti di Barani il quale si è difeso affermando sulla propria "onorabilità di non aver fatto alcun gesto ma di aver semplicemente dato la parola al senatore Falanga. A quel punto è intervenuta la senatrice M5S Barbara Lezzi.

"Il gesto volgare e scurrile - ha detto - l'ho ricevuto io sono io che decido se accettare le scuse dal senatore Barani". Solidarietà nei confronti delle colleghe sono state espresse successivamente da Erika Stefani (Lega) ("I gesti volgari che offendono tutte le donne devono essere allontanati dall'Aula"), Cinzia Bonfrisco (Cri) ("Barani è un poveraccio, si deve vergognare") e Valeria Fedeli (Pd) che ha chiesto una riunione del consiglio di presidenza. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha così deciso di sospendere la seduta per dieci minuti "per fare gli accertamenti necessari" su quanto accaduto.

Episodio che, oltre ad innescare lunghi minuti di bagarre, ha portato alla secca condanna da parte del presidente del Senato Pietro Grasso, che ha convocato per lunedì un Consiglio di presidenza ad hoc. E per Barani le sanzioni vanno dal semplice richiamo all'interdizione, non superiore ai 10 giorni, dai lavori d'Assemblea.

Anche in mattinata animi accesi per gli strascichi dell'emendamento Cociancich la cui approvazione ieri ha evitato i voti segreti sull'art. 1. Il senatore FI Maurizio Gasparri ha rilanciato l'accusa che il vero autore dell'emendamento fosse Paolo Aquilanti, segretario generale del presidente del Consiglio e funzionario di Palazzo Madama fuori ruolo, e ha richiesto al presidente del Senato Pietro Grasso la convocazione di un Consiglio di presidenza per chiarire la situazione. Il senatore della Lega Roberto Calderoli ha attaccato: "Io non ricordo nella storia, neppure ai tempi del fascismo e del duce, che ci fosse un commissario di governo fuori dalle Aule parlamentari". Mentre M5S ha criticato Grasso per la conduzione dei lavori d'Aula.

"Io continuo a essere imparziale e arbitro", ha replicato il presidente del Senato che poi sulla vicenda della firma all'emendamento Cociancich ha affermato: "Il documento esiste, è intestato ed è sottoscritto dal senatore Cociancich che non ha disconosciuto la sua sottoscrizione". A quel punto è intervenuto il diretto interessato per mettere fine alla discussione: "Assumo la paternità totale del mio documento", ha detto Cociancich. E solo allora l'Aula ha potuto cominciare a votare i primi emendamenti all'art.2.