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ITALIA

Domani la Giornata mondiale del rifugiato

Rifugiati, Unhcr all'Italia: “Basta emergenza su asilo”

I dati del 2014: 58 mila le persone arrivate via mare in Italia, di cui 6 mila minori non accompagnati mentre il numero dei morti sale a 300. Unhcr: “Estendere Mare nostrum”

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Passare dalla fase dell’emergenza a quella della programmazione: è questa la richiesta avanzata dall’Unhcr – l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati – alla vigilia della giornata mondiale del rifugiato. “Programmazione – spiega la portavoce italiana Carlotta Sami ai microfoni di Prima di tutto su Rai Radio1 – significa regolamentare i flussi per i primi due/tre giorni dopo l’arrivo, identificare le persone che arrivano e allargare questa condivisione di responsabilità agli altri Stati d’Europa”. Secondo i dati diffusi da Eurostat sul 2013, il 70% di chi si è visto accettare la richiesta di asilo si concentra in cinque paesi Ue. Al primo posto la Svezia, che ha accolto 26.400 persone. Seguono Germania (26.100), Francia (16.200), Italia (14.500) e Regno unito (13.400). Sempre nel 2013, sono stati 4.840 i rifugiati trasferiti in un paese Ue diverso da quello di arrivo.

Unhcr: “Servono organizzazione e piani di accoglienza predeterminati”
Soltanto nei primi mesi del 2014 sono arrivate, via mare, 58mila persone. Numeri che possono essere affrontati, spiega la portavoce dell’Unhcr, con piani ben organizzati partendo, innanzitutto, dal considerare non più occasionale l’arrivo di persone, con tanto di analisi e previsione degli arrivi e pianificazione delle risorse. Un fenomeno da prevenire, provando a creare “alternative legali” rispetto all’attraversamento dei mari. “Stiamo verificando se sia possibile, in accordo coi paesi dell’Unione Europea, consentire alle persone di richiedere asilo prima di affrontare pericolose traversate, sulla base di piani di  accoglienza predeterminati” afferma Sami. Un modo per ridurre i pericoli e per provare ad estirpare il business dei trafficanti, che lucrano sulle necessità di persone vulnerabili come vittime di violenza, donne incinte, minori, disabili, anziani. In sostanza, l’Unhcr propone di adottare testo unico sull’asilo, un appello in dieci punti per migliorare il sistema di asilo italiano.

L’emergenza siriana
“Solo poche ore fa è stato bombardato un campo profughi in Siria, ai confini con la Giordania. Sono morte decine di donne e bambini. Queste sono le persone che, in base alla convenzione di Ginevra, tutti i Paesi dell'Unione Europea devono accogliere”. Unione Europea, la parola su cui batte Carlotta Sami perché, che ricorda: “La maggior parte di queste persone non vuole stare in Italia ma vuole andare nei paesi del Nord Europa”. Per questo risulta quanto mai necessaria una vera e propria collaborazione tra stati e una condivisa assunzione di responsabilità. L’arrivo via mare dei popoli siriani è iniziato nel 2012. Nel 2014 la Siria è diventata il secondo paese per provenienza di rifugiati, preceduta soltanto dall’Eritrea. Posizioni che si invertono quando ad essere presi in considerazione sono proprio i bambini.

Minori non accompagnati, la maggior parte arriva dalla Siria
Tra le 58mila persone arrivate in Italia via mare dall’inizio dell’anno, 9mila erano bambini, di cui 6mila non accompagnati. E sempre dalla Siria arriva più del 70% dei minori accompagnati sbarcati in Italia. Un esercito di 1.542 bambini su un totale di 2.124. In media hanno 5 anni e già fuggono da un conflitto che sta spargendo sangue da oltre tre anni. La vita di un bambino in Siria è macchiata dalla quotidianità della guerra, una vita fatta di violenza, tortura e malattie. Questa la fotografia scatta da Save the children col rapporto “Ultima spiaggia: dalla Siria all’Europa, in fuga dalla guerra”. In Siria vivono ancora 4,3 milioni di minori, costretti a vivere “una delle più grandi crisi umanitarie del nostro tempo” ha dichiarato Valerio Neri, direttore generale di Save the children.

Diverso il profilo dei minori non accompagnati provenienti da paesi differenti: si tratta di ragazzi tra i 14 a i 17 anni (ma non mancano i dodicenni e i tredicenni), nella maggior parte dei casi maschi provenienti, nell’ordine, da Eritrea, Somalia ed Egitto. ''I minori soli non accompagnati sono tra i più vulnerabili – ricorda Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa per Save the children – dovrebbero essere accolti e protetti adeguatamente, ed avere la possibilità di iniziare al più presto il loro percorso di integrazione. Questo non avviene come dovrebbe a causa dell'assenza cronica di un sistema strutturato".