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SCIENZA

Spazio

Rischio "demenza" per gli astronauti: la conquista umana di Marte si allontana?

Nello spazio profondo i raggi cosmici possono danneggiare il cervello causando effetti simili alla demenza: è la conclusione di una ricerca statunitense. Per viaggiare fino al Pianeta Rosso bisognerebbe dunque sviluppare nuove protezioni

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Vuoti di memoria, riflessi rallentati, scarsa concentrazione: in una parola, un declino cognitivo simile alla demenza. Viaggiare verso Marte potrebbe essere più pericoloso del previsto per colpa dei raggi cosmici. Secondo uno studio statunitense realizzato in collaborazione con la Nasa, l’esposizione prolungata a queste particelle energetiche che pervadono lo spazio rischierebbe di danneggiare in modo irreversibile il cervello degli astronauti. Un problema che potrebbe ritardare la conquista umana del Pianeta Rosso, che l'agenzia spaziale americana spera di portare a termine entro la metà degli anni '30.

I rischi di un viaggio nello spazio profondo 
La ricerca è stata condotta dall'Università della California a Irvine. Pubblicato sulla rivista Science Advances, è l'ultimo di una nutrita serie di studi scientifici che hanno già dimostrato come i futuri conquistatori del Pianeta Rosso potrebbero sperimentare problemi alla vista, al sonno e al sistema immunitario, oltre che una perdita di tessuto muscolare e osseo.

Cellule nervose a rischio
Il rischio di sviluppare sintomi simili a quelli della demenza è stato scoperto irradiando dei topi di laboratorio con particelle cariche (ossigeno e titanio ionizzati), che mimano le radiazioni cosmiche presenti nello spazio. Questo bombardamento ha scatenato processi infiammatori nel cervello che hanno distrutto la trasmissione dei segnali fra le cellule nervose. Queste alterazioni strutturali e funzionali dei neuroni hanno determinato un calo delle performance dei roditori nei test di memoria e apprendimento.

ISS al sicuro 
Secondo le stime dei ricercatori, questi effetti non si dovrebbero manifestare negli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale (dove le radiazioni sono ridotte grazie allo scudo magnetico della Terra), ma soltanto in coloro che si dovessero avventurare in viaggi molto lunghi nello spazio, come quelli necessari per raggiungere Marte. Per garantire la sicurezza sarà dunque necessario sviluppare nuove soluzioni, come scudi protettivi più efficienti per i veicoli spaziali e terapie farmacologiche preventive. In altre parole, per mandare un uomo lassù potrebbe servire più tempo del previsto.