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ITALIA

Il compagno 'Camillo' delle Br

Ritratto di Alessio Casimirri, l'ultimo latitante del rapimento Moro

Figlio di una cittadina vaticana e del responsabile della sala stampa della Santa Sede, Casimirri vive da anni in Nicaragua dove ha aperto un ristorante e messo su famiglia. Condannato a sei ergastoli non ha mai fatto un giorno di prigione

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Alessio Casimirri in un'immagine del 1988
Classe 1951, Alessio Casimirri nasce a Roma da Maria Ermanzia Labella, cittadina vaticana, e da Luciano Casimirri, militare durante la seconda guerra mondiale a Cefalonia e poi capo ufficio stampa dell'Osservatore Romano e responsabile della sala stampa vaticana sotto Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI.
 
Entrato nelle Brigate Rosse col nome di battaglia di ‘Camillo’, Casimirri è l’ultimo brigatista latitante del commando che rapì Aldo Moro nel marzo di quasi 40 anni fa. Dopo essere stato a Cuba e in Libia, dall’83 vive in Nicaragua.
 
Dopo aver militato in Potere Operaio e in altre organizzazioni dell'estrema sinistra romana, nel 1977 Casimirri entra a far parte delle Brigate Rosse. Con le Br partecipa all'agguato di via Fani bloccando con una 128 bianca, insieme ad Alvaro Lojacono "Otello", le due auto di Aldo Moro e della scorta, e controllando eventuali interferenze di estranei.
 
Non è però questa l’unica ‘missione’ brigatista cui ‘Camillo’ partecipa. Il 10 ottobre 1978, pochi mesi dopo i fatti di via Fani, è parte del gruppo di fuoco che a Roma assassina il giudice Girolamo Tartaglione; gruppo di cui facevano parte anche Alvaro Lojacono, Massimo Cianfanelli e Adriana Faranda. E in quell'occasione fu proprio Casimirri a sparare alla vittima.

Il 21 dicembre dello stesso anno prende parte anche, insieme a Rita Algranati, Prospero Gallinari e Adriana Faranda, all'agguato contro la scorta di Giovanni Galloni dove rimangono feriti due agenti di polizia; in questa occasione Casimirri è alla guida dell'auto impiegata dai brigatisti.

A parlare di Casimirri come componente del commando di via Fani furono Valerio Morucci e Adriana Faranda: i due Br dissidenti decisero di dissociarsi con un documento in cui per la prima volta indicavano solo con le sigle i nomi di 2 terroristi mai comparsi prima, cioè A.C. (Alessio Casimirri) e A.L. (Alvaro Loiacono).
 
Uscito dalle Br nel 1980, due anni dopo lascia l’Italia per trovare rifugio, nel 1983 e dopo essere passato da Francia, Russia e Cuba (anche se il percorso della sua fuga non è stato mai del tutto accertato), in Nicaragua dove partecipa alla lotta armata contro i gruppi armati controrivoluzionari Contras.

Da sempre discussi e dubbi sono i rapporti di Casimirri con i servizi segreti, servizi che in alcune ricostruzioni lo avrebbero aiutato nella fuga fornendogli documenti falsi e ottenendo in cambio informazioni.
 
Nel paese centroamericano Casimirri si è sposato, nel 1998 e senza aver mai divorziato dalle prime nozze che lo avevano unito ad un’altra brigatista: Rita Algranati, con una cittadina nicaraguense che gli ha dato due figli e la cittadinanza. In Nicaragua ‘Camillo’ gestisce un ristorante nel centro della capitale.
 
Condannato all’ergastolo per la strage di via Fani nel 1985, Casimirri non ha mai scontato un giorno di prigione.