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AMBIENTE

Clima

Riunione Pre-Cop26 alla Camera, Di Maio: serve impegno globale

Fico: "Fondamentale l'impulso dei Parlamenti". Casellati: "Il costo dell'inazione sarebbe molto più alto di qualsiasi strategia e piano concreto". Parisi: finora azioni dei governi non all'altezza

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Si sono aperti, nell'aula della Camera, i lavori della sessione inaugurale della riunione parlamentare Pre-Cop26, con delegati da tutto il mondo.

Alla conferenza è presente anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. La riunione parlamentare si svolge in preparazione della 26ma Conferenza delle Parti sulla Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP26), che sarà ospitata dal Regno Unito a Glasgow.

Di Maio: cambiamenti non tengono conto confini, serve impegno globale
"Ora abbiamo le conoscenze, le capacità tecniche e le risorse per prendere decisioni e mutare rotta. La lotta al cambiamento climatico non è più rimandabile. Dobbiamo agire insieme e subito. I problemi climatici non tengono conto dei confini tra Stati: serve un impegno globale". Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, alla cerimonia di apertura della Pre-Cop26 di Roma, che si svolge a Montecitorio, nel panel intitolato 'Ambizioni globali per contrastare il cambiamento climatico'.

"Il rientro di Washington negli Accordi di Parigi  - prosegue il ministro - è stato un messaggio politico importantissimo. Siamo certi che gli Stati Uniti vogliano assumere un ruolo di impulso e guida degli sforzi globali". "Saluto anche con favore la recentissima ratifica degli Accordi di Parigi da parte della Turchia. Questa è una partita in cui dobbiamo giocare tutti".

"Ogni Paese dovrà fare la sua parte e adottare strategie differenti a seconda delle rispettive peculiarità - sottolinea Di Maio - La transizione verde sarà tanto più efficace ed effettiva, quanto più gli impegni verranno assunti in un'ottica multilaterale e di mutuo beneficio. I grandi consessi internazionali rappresentano, dunque, delle occasioni irrinunciabili per catalizzare gli sforzi comuni e giungere a intese concrete. Le giornate milanesi hanno rappresentato, in questo senso, un passaggio fondamentale, così come auspico lo siano queste giornate parlamentari romane, per trovare punti di accordo che facciano avanzare l'agenda climatica in vista della Cop di Glasgow".

"Non possiamo usare la tecnologia e ignorare la scienza, che della tecnologia è la base - ha detto ancora Di Maio - ce lo insegna il professor Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica assieme a due climatologi, che saluto con orgoglio e gratitudine". "Gli effetti dei cambiamenti climatici sono sotto i nostri occhi. Interessano tutti i Paesi del mondo. Nessuno escluso. Il decennio appena trascorso è stato il più caldo mai registrato, i disastri naturali si sono quintuplicati dagli anni '60. Le evidenze scientifiche confermano la gravità della situazione e l'influenza dell'uomo su questi cambiamenti. La scienza deve rappresentare un riferimento per i cittadini e in particolare per i decisori politici".

Fico: fondamentale l'impulso dei Parlamenti
"Ritengo fondamentale l'impulso dei Parlamenti per l'effettivo raggiungimento degli obiettivi del contrasto al cambiamento climatico". Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico aprendo i lavori della conferenza a Montecitorio. "I Parlamenti possono infatti, da un lato, esercitare la necessaria pressione politica sugli esecutivi per stimolarli a perseguire politiche climatiche all'altezza delle sfide oggi aperte. Dall'altro, essi - in quanto rappresentanti di tutti i cittadini - sono il tramite più efficace per coinvolgere pienamente le persone nelle scelte che ne conseguono", prosegue.

Sul cambiamento climatico "siamo di fronte a scelte non rinviabili, che possono comportare a breve termine costi economici o sociali, tuttavia ampiamente inferiori ai benefici derivanti dal passaggio ad un modello di sviluppo sostenibile", prosegue Fico. "Come ha detto qualche giorno fa il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, 'il mondo è su un percorso catastrofico verso 2,7 gradi di riscaldamento globale'. Se non invertiremo questo percorso mineremo i fondamenti stessi dei nostri stessi sistemi democratici", conclude.

Casellati: costo dell'inazione più alto di qualsiasi piano
"Un ruolo guida, quello che l'Unione europea ha assunto nella transizione ecologica, la quale, al di là dei costi iniziali, potrà portare in futuro enormi benefici all'economia e all'occupazione. Speriamo che ciò possa spronare nella medesima direzione l'intera comunità internazionale, a partire dai Paesi del G20 che sono responsabili da soli del 75% delle emissioni globali", ha detto la presidente del Senato. E ha aggiunto: "Per il mio Paese, che si riconosce pienamente negli obiettivi europei, è particolarmente importante perseguire questo orientamento perché l'Italia è un Paese meraviglioso, anche dal punto di vista ambientale, naturale e paesaggistico, ma con un ecosistema fragile e che va quindi tutelato in ogni modo".

"La rottura dell'armonia ambientale causata dalle emissioni nocive e dalle attività antropiche dannose può determinare conseguenze devastanti, non solo per il paesaggio naturale e la biodiversità, ma anche per gli stessi equilibri socio-economici nei Paesi e tra i Paesi: migrazioni forzate, crisi idriche e alimentari, disoccupazione, radicalizzazione dei conflitti, oltre a eventi meteorologici estremi e disastri naturali, possono essere effetti collaterali del cambiamento climatico. Il costo dell'inazione sarebbe molto più alto di qualsiasi strategia e piano concreto finalizzato al contrasto al riscaldamento globale". Così il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, alla cerimonia di apertura della Pre-Cop26 di Roma, che si svolge a Montecitorio.

"Vorrei chiudere questo mio saluto citando un anonimo cartello apparso a Roma alcuni giorni fa in una manifestazione giovanile per il clima svoltasi durante l'orario scolastico. Questo cartello diceva: 'Abbiamo saltato la lezione, per dare una lezione a voi' - spero che la traduzione nelle varie lingue renda bene ciò che ho appena detto - Ecco, ascoltiamo tutti la lezione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e facciamo qualcosa per salvare il loro futuro". Così la presidente del Senato, Elisabetta Casellati ha concluso il suo intervento alla Conferenza parlamentare.

Parisi: finora azioni dei governi non all'altezza
"Sfortunatamente le azioni intraprese dai governi non sono state all'altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati estremamente modesti", ha detto il Nobel Giorgio Parisi intervenendo alla Camera. "L'umanità - ha aggiunto Parisi - deve fare delle scelte essenziali, deve contrastare con forza il cambiamento climatico. Sono decenni che la scienza ci ha avvertito che i comportamenti umani stavano mettendo le basi per un aumento vertiginoso della temperatura del nostro pianeta".

Dall'esperienza della pandemia di Covid-19, ha proseguito il Nobel, "sappiamo che non è facile prendere le misure efficaci in tempo. Abbiamo visto come spesso le misure di contenimento della pandemia sono state prese in ritardo, solo al momento in cui non erano più rimandabili". Parisi ha quindi citato "un capo di governo a cui sfuggì detto 'non possiamo fare un lockdown prima che gli ospedali siano pieni, i cittadini non capirebbero'. Bloccare il cambiamento climatico con successo richiede, per Parisi, "uno sforzo mostruoso da parte di tutti: è una operazione con un costo colossale, non solo finanziario ma anche sociale con cambiamenti che incidono sulle nostre esistenze".

Il compito della politica, secondo il Nobel, è "far sì che questi costi siano accettati da tutti: chi più ha usato le risorse deve contribuire di più, in maniera da incidere il meno possibile sul grosso della popolazione; i costi devono essere distribuiti in maniera equa e solidale fra tutti i Paesi: la decenza richiede che i Paesi che attualmente incidono sulle risorse del pianeta devono fare gli sforzi maggiori". Parisi ha rilevato infine che "il Prodotto nazionale lordo non è una buona misura dell'economia. Cattura la quantità ma non la qualità della crescita. Sono stati proposti molti indici diversi, tra cui l'indice di sviluppo umano e l'indice di benessere economico sostenibile. Se il Prodotto nazionale lordo rimarrà al centro dell'attenzione, il nostro futuro - ha concluso - sarà triste".