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ITALIA

Contro le limitazioni imposte per il coronavirus

Rivolta nelle carceri. 7 morti a Modena, maxi evasione a Foggia: è caccia all'uomo

Le rivolte nelle carceri italiane: sono almeno 26 i penitenziari dove si sono verificati gravi incidenti. Sette i morti a Modena, dove alcuni detenuti si sarebbero impossessati di metadone e psicofarmaci. Decine i detenuti evasi dal Carcere di Foggia. Sommosse dall'Ucciardone di Palermo a San Vittore, a Milano, alle carceri romane di Rebibbia e Regina Coeli. A Melfi, agenti di custodia e sanitari in ostaggio

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Detenuti sul carcere milanese di San Vittore (Ansa)

Non si placano le proteste nelle carceri italiane, dove da ieri è esplosa la rivolta dei detenuti in seguito alle nuove disposizioni sulle visite messe in campo per l'emergenza coronavirus. 26 gli istituti interessati da rivolte o manifestazioni, in molti la situazione non è ancora rientrata.  

In tarda serata è scattata una protesta nel carcere di Siracusa. Dopo quella nel penitenziario di Augusta con 40 detenuti che non volevano rientrare nelle rispettive celle, un nutrito gruppo di carcerati ha inscenato una protesta contro la decisione del Governo. 

A Melfi dopo circa 10 ore si è conclusa la rivolta dei detenuti nel carcere che hanno protestato contro le restrizioni decise per il coronavirus. Secondo quanto si è appreso, sono stati liberati i nove ostaggi - quattro agenti della polizia penitenziaria e cinque operatori sanitari - e i detenuti sono rientrati nelle sezioni. A Rieti, l'intero carcere risulta ancora nelle mani dei detenuti.

A Foggia i detenuti si sono riversati in tutto l'istituto e hanno occupato l'intercinta; si sono verificate evasioni e 41 detenuti sono stati ricatturati da personale della Polizia Penitenziaria e di altre forze dell'ordine. A Modena rimangono tutt'ora due sezioni detentive occupate dai detenuti. A Roma Rebibbia Nuovo Complesso i detenuti sono arrivati fino all'intercinta e hanno gravemente danneggiato l'intero padiglione G11. A Bologna circa 350 detenuti hanno occupato due sezioni. Disordini si sono verificati e sono ancora in corso a Bari, Palermo Ucciardone, Santa Maria Capua Vetere (con alcuni detenuti che hanno raggiunto il tetto dell'istituto), Velletri, Prato. Matera, Chieti, Ivrea, Alessandria (fiamme in due sezioni), Caltanissetta ed Enna. A Milano San Vittore, La Spezia, Ferrara, Roma Regina Coeli, Termini Imerese e Trani i disordini sono rientrati.

La situazione più grave a Modena, sfociata ieri in una vera e propria rivolta dei detenuti, che ha causato 7 morti tra gli ospiti del penitenziario, tre all'interno delle mura del carcere in sommosa e quattro durante i trasferimenti in altre carceri per riportare la situazione alla normalità, e che hanno riguardato 80 detenuti sul totale di 530.



Altri quattro detenuti sono invece ricoverati in ospedale in gravi condizioni di salute e in prognosi riservata. Medicate in ospedale anche tre guardie penitenziarie e sette sanitari con ferite lievi; uno di questi è lievemente intossicato. Sull'accaduto, la procura di Modena ha aperto una inchiesta: resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata i reati ipotizzati, ma bisognerà anche chiarire le cause delle morti.

Una prima ipotesi, ancora da confermare dall'esito dell'autopsia, è che i decessi possano essere legati all'abuso di farmaci. In particolare, il detenuto morto oggi pomeriggio sarebbe stato stroncato da una overdose. E un altro dei detenuti trasferiti da Modena sarebbe in condizioni gravissime per l'assunzione di oppiacei.

Devastato il carcere, con incendi di materassi e lancio di oggetti agli agenti. Nel parapiglia generale, alcuni detenuti si erano infatti appropriati di medicinali dalla farmacia interna alla struttura. Sui corpi dei primi 3 nessun segno di violenza, solo uno appariva cianotico.

Le morti sarebbero avvenute per overdose da farmaci - riferisce il sindacato di polizia penitenziaria Uilpa - in particolare metadone, che i carcerati si erano procurati saccheggiando l'infermeria del carcere, ma dovranno comunque essere effettuate le autopsie per averne la certezza. 

A Milano, questa mattina una ventina di detenuti sono saliti sul tetto del carcere di San Vittore, storico e affollato penitenziario in centro città, gridando libertà. A dar vita alla protesta, i detenuti de 'La Nave', il reparto modello riservato a chi soffre di forme di dipendenza. Persone che hanno scelto di seguire la strade del recupero. Due i raggi del carcere devastati prima che la protesta rientrasse. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco.



Ieri sera era stata invece la volta di Pavia , con due agenti tenuti in ostaggio dai detenuti, dopo che questi ultimi gli avevano  sottratto le chiavi delle celle, consentendo ai compagni di uscire nei corridoi:  è seguita la devastazione di alcune zone della struttura, alcuni sono saliti sui tetti e sui camminamenti perimetrali.

E, in questo clima, oggi a Palermo il carcere dell'Ucciardone appare blindato, dopo i tentativi di evasione di ieri:  tutte le vie di accesso chiuse al traffico e presidi di controllo della polizia di stato in via Enrico Albanese, in via Borrelli e via Delle Croci, il punto più vicino tra i "bracci" e le mura di recinzione.

Protesta e maxi evasione a Foggia, evasi ricercati tra Puglia e Molise
Nel carcere di Foggia questa mattina c'è stata una protesta con una evasione di una cinquantina di detenuti. Diversi i fuggiaschi, scappati a bordo di furgoni e auto rubate in direzione Lucera, tuttora ricercati tra Puglia e Molise. Tra gli evasi -riferiscono gli investigatori - non vi sono né ergastolani né esponenti di rilievo della criminalità organizzata foggiana. Delle tre auto sottratte agli automobilisti, due sono già state recuperate da polizia e carabinieri. I rivoltosi all'interno del carcere si intanto sono rifiutati di rientrare nelle sezioni e avrebbero chiesto di "negoziare" con il prefetto. In molti avanzano "atti di clemenza".

Rivolta a Bologna, 5 feriti non gravi
Sono cinque i feriti, nessuno dei quali è grave, per la protesta scoppiata nel carcere della Dozza di Bologna. Si tratta di tre detenuti, portati con il codice più lieve all'ospedale Sant'Orsola e due agenti della Penitenziaria, in condizioni di media gravità al Maggiore.

Ieri proteste anche in altri penitenziari italiani
Le proteste nelle carceri italiane, sono state ieri anche a Salerno, Napoli, Frosinone. Interessate anche le case circondariali di Vercelli, Alessandria, Genova. In particolare, a Poggioreale quattro padiglioni coinvolti, 900 detenuti in sommossa, danni per centinaia di migliaia di euro e oltre 60 contusi. Almeno una trentina di detenuti si è rifiutata di ritornare in cella nel padiglione Livorno e ha scavalcato il muro interno chiedendo la libertà e l'indulto, aizzando gli animi dei familiari che erano invece in strada a protestare per le.modifiche imposte al diritto al colloquio legate all'emergenza coronavirus. Una protesta che prima ha preso forma con la 'battitura' delle stoviglie sulle cancellate, poi con il dare fuoco ad alcuni materassi.

Bonafede: "No risultati con proteste violente"
Una situazione gravissima in tutta Italia, che non ha mancato di provocare paure e reazioni.
Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha definito "un dovere tutelare la salute di chi lavora e vive negli istituti penitenziari". "Manterremo un dialogo costante, nei dipartimenti di competenza sono attive task force e si assicura la costante informazione all'interno delle strutture per la popolazione detenute e i lavoratori. Ma deve essere chiaro - ha concluso il ministro - che ogni protesta attraverso la violenza è solo da condannare e non porterà ad alcun buon risultato". 

"Stiamo lavorando - ha detto ancora Bonafede - affinché vi siano tutte le cautele mediche per garantire la più rapida ripresa dei colloqui con i familiari. Nel frattempo, per un periodo limitato, di 15 giorni, abbiamo sospeso i colloqui fisici aumentando il numero e la durata dei contatti telefonici e delle conversazioni a distanza. Tutti gli italiani sono chiamati a fare sacrifici". 

Intanto nelle prossime ore la Protezione Civile distribuirà 100mila mascherine negli istituti penitenziari, dove sono state montate 80 tende di pre-triage per lo screening del Covid-19.

Mercoledì 11 marzo alle 17 informativa di Bonafede al Senato
Il prossimo mercoledì, 11 marzo, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede renderà nell'Aula del Senato la sua informativa sulla situazione delle carceri. La decisione è stata presa dalla Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama.