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MONDO

Intervista alla Cbs

Il presidente dell'Iran: "Urlare morte all'America non è una dichiarazione di guerra"

Hassan Rohani parla di uno slogan molto diffuso in Iran: "Il nostro popolo rispetta il popolo americano e non vuole muovere guerra a nessuno. Al tempo stesso in passato le politiche statunitensi sono state contro gli interessi nazionali del popolo iraniano"

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Il presidente iraniano Rohani
Urlare "morte all'America" è solo un modo per denunciare le scelte sbagliate degli Stati Uniti nel passato, non una dichiarazione di guerra. A fornire questa spiegazione del grido che risuona nelle celebrazioni pubbliche del venerdì in Iran è stato il presidente riformista della Repubblica islamica, Hassan Rohani, intervistato nel programma "60 Minutes" della Cbs americana.
 
“Questo slogan non è contro il popolo americano”   
Nel dibattito interno negli Usa sulla firma dell'accordo sul programma nucleare iraniano si è fatto spesso riferimento ai canti anti-americani che ancora si levano dalle folle di Teheran come la prova che gli iraniani restano nemici degli Stati Uniti. "Questo slogan non è contro il popolo americano - ha assicurato Rohani - il nostro popolo rispetta il popolo americano e non vuole muovere guerra a nessuno".
 
La critica alle politiche statunitensi
"Al tempo stesso - ha aggiunto il presidente iraniano - in passato le politiche statunitensi sono state contro gli interessi nazionali del popolo iraniano: durante la rivolta contro lo Scià, l'America lo sostenne fino all'ultimo e, negli otto anni di guerra con l'Iraq, gli americani sostenevano Saddam. La gente non dimentica queste cose, non possiamo scordarci il passato, ma al tempo stesso il nostro sguardo deve andare al futuro".