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POLITICA

Il caso

Roma, Bertolaso: "Con i rom niente ruspe, sono una categoria vessata". E' bufera

Le parole del candidato del centrodestra a sindaco di Roma solleva le critiche di Noi con Salvini, Alfio Marchini e Pd

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Bertolaso (ansa)
"Con i rom niente ruspe, sono una categoria vessata". E' polemica sull'affermazione di Guido Bertolaso, che, da pochi giorni candidato sindaco di Roma per il centrodestra, intervistato da Radio Capital, si è definito "un vecchio democristiano", invocando, su alcune questioni, "più diplomazia, più tatto, più cautela".

"Io mi metto sempre dalla parte dei più deboli - ha detto - e i rom sono una categoria che è stata vessata e penalizzata". Niente contro il leader leghista Matteo Salvini, però, anzi: "E' uno concreto, bada al sodo e in questo mi ci ritrovo. Poi magari su alcuni problemi specifici abbiamo idee diverse. Ma è intelligente e ragionevole, ci siamo parlati al telefono".

Una precisazione, questa, che non è bastata a salvarlo dalle critiche dei 'salviniani'. "I romani vogliono sicurezza, i romani vogliono che l'illegalità sia estirpata, questi sono i principi che ci muovono, questi sono i principi del centrodestra in cui crediamo. E' meglio che Bertolaso torni sui suoi passi in modo da dimostrare ai romani di saper offrire loro quanto si aspettano - l'affondo di Souad Sbai di Ncs - Sia i rom che gli immigrati restano qui solo se accettano i nostri valori e accettano le nostre leggi, non ci sembra un concetto strano visto che tutte le capitali europee applicano la politica del rigore per garantire benessere ai propri cittadini. Il prossimo sindaco di Roma deve pensare solo a questo al benessere dei romani concetto che si traduce anche nel chiudere tutti i campi rom".

A scendere in campo per mediare ci ha pensato il senatore di Forza Italia Francesco Giro: "E' giusto ed è logico che il centrodestra che sostiene convintamente la candidatura di Guido Bertolaso abbia un programma condiviso e concordato anche sul tema dei nomadi", ha provato a rassicurare gli alleati il forzista.

Giro ha poi tentato di spiegare le ragioni del neocandidato del centrodestra: "Bertolaso a una precisa domanda sulle ruspe ha risposto che ci sono altri sistemi. Non mi pare una grande novità. Sono cose che anche da centrodestra si sono ascoltate e si son dette. La cosa importante è eliminare una volta per tutte i campi abusivi, fare un vero censimento dei nomadi, colpire duramente chi delinque. Bertolaso è in prima linea da 30 anni (da quando ha praticamente fondato il Dipartimento degli affari sociali della Presidenza del Consiglio con Andreotti) contro ogni forma di degrado sociale e si è battuto come un leone quando i Comuni d'Italia facevano scempio del loro territorio. Inorridiva e ancora oggi inorridisce nel vedere le favelas lungo il Tevere nel cuore di Roma. Una vergogna, una oscenità per la Città Eterna. Chi oggi lo accusa di essere tenero con i nomadi cosa ha fatto in questi decenni da destra a sinistra per risolvere il problema? Delle due l'una : o siamo tutti degli incapaci, me compreso, oppure il problema è complicato. Io credo siano vere un po' entrambe le cose. Detto questo, ma cosa cavolo c'entra il povero Guido Bertolaso?".

Se non lo hanno salvato gli alleati, ancora più duri sono stati gli avversari. "A Bertolaso lo frega la somma urgenza di parlare. Non è il suo mestiere e fra poco almeno i leghisti lo rimandano a casa", ha commentato in un tweet Francesco Storace, mentre Alfio Marchini ha picchiato giù duro: ''A Roma le vittime non sono i nomadi ma i cittadini che vivono le periferie e sono costretti a respirare ogni giorno i roghi tossici provenienti dai loro campi e i tanti turisti sistematicamente scippati nelle metro e sugli autobus. Bertolaso sbaglia, non sa di cosa parla. Faccia un giro a Tor Sapienza, Morena, Ponte di Nona, solo per citare alcuni quartieri. Noi vogliamo ripristinare la legalità e le regole. Chiuderemo i campi nomadi abusivi e ripristineremo controlli veri nei campi autorizzati dal Comune di Roma. E tolleranza zero a cominciare dai fumi tossici che avvelenano l'aria di Roma".

Del candidato civico Marchini, Bertolaso aveva parlato nella stessa intervista a Radio Capital: "E' uno perbene, è entusiasta ma ho delle perplessità sulla sua esperienza e la sua capacità di governo di una città complessa come Roma. Non bastano entusiasmo e soldi".

Dopo aver detto di non aver mai votato per Berlusconi, Bertolaso ha infatti spiegato che per Roma "ci vuole un sindaco con gli attributi ed esperienze grosse", e ha sottolineato: "Io gli attributi, dico anche purtroppo, me li sono dovuti costruire sul campo, alla luce dei mestieri che ho fatto".

Quanto all'incognita dei procedimenti giudiziari in corso, l'ex capo della Protezione civile ha detto: "I cittadini romani da tremila anni sono abituati a convivere con calunnie e fatti costruiti ad arte. Sono smaliziati e intelligenti e quindi sapranno vedere le carte e capire che sono accuse montate ad arte, per capire che contro di me c'è stata un'operazione per colpire una persona perbene che doveva essere messa nel congelatore e alla quale si doveva impedire di essere ancora utile per il Paese. E' una vicenda iniziata da sei anni, e siamo ancora nel mezzo dei processi. Io ho chiesto quattro anni fa, per due volte, il rito abbreviato, perché sono innocentissimo ma mi è stato negato".

A chiudere la giornata difficile del candidato del centrodestra, l'affondo del presidente Pd Matteo Orfini, che, commentando la reazione di Bertolaso al tweet in cui ironizzava sul fatto che le elezioni a Roma saranno la prima gara di Bertolaso, ha detto: "Era una battuta. Ho visto che non lo ha fatto sorridere. Pensavo avesse maggior senso dell'ironia ma evidentemente non ha nemmeno questo".