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ITALIA

La relazione dell'Anac sulle amministrazioni capitoline tra il 2011 e il 2014

Roma, Cantone: gestione appalti ha favorito Mafia Capitale. L'87,5% dei lavori affidati senza gara

Lavori per 2,9 miliardi di euro assegnati in quattro anni a trattativa privata. Con la giunta Marino, sottolinea il presidente dell'Anticorruzione, dal punto di vista del valore economico le procedure senza gara si sono notevolmente ridotte 

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La gestione degli appalti a Roma avrebbe di fatto favorito il sistema di Mafia Capitale. Lo afferma il presidente dell'Anticorruzione Cantone che ha lavorato alla relazione sulla gestione del Campidoglio relativa al periodo 2011- 2014, tra la giunta Alemanno e quella Marino. Un'indagine dalla quale è emerso un dato allarmante: l'87,5 per cento dei lavori e dei servizi sarebbe stato affidato senza gara pubblica e quasi la metà degli appalti attribuita attraverso trattativa privata. Così sarebbero stati dunque affidati 2,9 miliardi, quasi la metà della spesa totale che ammonta a 6,4 miliardi. L'Anac ha trasmesso alla Procura la sua relazione, perché alcuni degli appalti riguardavano proprio le cooperative legate a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. 

Un quadro che ha spinto il prefetto di Roma a dire che è necessario rivedere il sistema che assegna alle cooperative il 5 per cento della quota di lavori. "Nasce da una buona intenzione" ma per come è stato usato "è criminogeno e produce il frazionamento degli appalti" ha detto Gabrielli. 

I dati. L'indagine degli ispettori ha avuto per oggetto le procedure relative all'amministrazione Alemanno (da gennaio 2011 a giungno 2013) e Marino (fino a dicembre 2014). Il totale degli investimenti relativo al periodo indicato ammonta a 5 miliardi con la giunta di centro destra e 1 miliardo con quella di centro sinistra. Tra le gare sospette figurano i lavori di pedonalizzazione di via del Babbuino affidati con procedura negoziata (l'Anac sottolinea l'evidente frazionamento dell’appalto per eludere le norme che impongono gara pubblica per lavori che superano il milione di euro), la sistemazione di piazza Vittorio, al riqualificazione Testaccio e la sistemazione delle piste ciclabili.

Con Alemanno sono stati affidati senza gara l’87,69 per cento dei lavori per un valore che supera gli 1,8 miliardi (36,28 per cento del totale). Nelle carte dell'Anac spunta anche un falso verbale dei revisori contabili presentato al Consiglio comunale per ottenere l’ok a una delibera che avrebbe assegnato 12 milioni alle coop vicine a Salvatore Buzzi. La delibera è quella sui debiti fuori bilancio per la gestione de minori stranieri non accompagnati, varata a aprile 2013. In ballo c'erano 12 milioni da spartire fra Eriches29 e altre cooperative

Con Marino senza gara sono stati affidati l’87,33 per cento dei lavori il cui importo incide per il 72,9 per cento del totale, anche se il valore si è ridotto. La giunta di centro sinistra ha fatto infatti un terzo delle gare in meno rispetto a quella precedente (12.021 contro 19.095).

Cantone sottolinea che con il passaggio alla giunta Marino ci sarebbe stata "una riduzione del numero degli appalti, in percentuale le procedure negoziate (cioè quelle senza gara n.d.r) sono rimaste particolarmente elevate, ma dal punto di vista del volume economico si sono notevolmente ridotte. Ora non spetta a noi valutare se questa relazione potrà aprire nuove indagini giudiziarie, anche sui sindaci".

Nella relazione, gli ispettori osservano che il "generalizzato e indiscriminato" utilizzo delle procedure negoziate in alternativa alle gare pubbliche è 'in palese difformità e contrasto con le regole, rivelando spesso un'applicazione o elusione delle norme disinvolta e in alcuni casi addirittura spregiudicata. Ciò induce a ritenere - sottolinea la struttura diretta da Raffaele Cantone - che la prassi rilevata abbia una genesi lontana nel tempo e rappresenti in molti casi più un lucido escamotage che ha orientato l'attività contrattuale degli uffici verso un percorso semplificato foriero, come confermato dai recenti fatti di cronaca, di distorsioni anche di carattere corruttivo piuttosto che dalle condizioni di straordinarietà che hanno caratterizzato l'attività politico-amministrativa di Roma Capitale negli ultimi anni".

Dietro i circa tre miliardi di euro assegnati in quattro anni a trattativa privata, si nasconderebbe dunque più il malaffare che la soluzione a situazioni d'emergenza, e l'indagine su Mafia Capitale non avrebbe fatto altro che confermare questa ipotesi. Le conclusioni della relazione consegnata lo scorso 7 agosto al presidente Cantone sono state inviate al sindaco Marino e al prefetto Gabrielli, perché valutino le iniziative di rispettiva competenza, alla Procura della Repubblica (Dda) e alla Procura della Corte dei conti per gli eventuali, ulteriori accertamenti.