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MONDO

L'accordo vero e proprio sarà siglato martedì prossimo

Roma: trovato l'accordo di riconciliazione israele-Turchia. Domani l'annuncio di Netanyahu

Benyamin Netanyahu è sbarcato a Roma per un pressing diplomatico sulle prospettive di rilancio del processo di pace in Medio Oriente ma anche per annunciare un accordo con la Turchia atteso dal 2010

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Giorno della Memoria, Benjamin Netanyahu (Ansa)
Roma
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è sbarcato a Roma per un pressing diplomatico sulle prospettive di rilancio del processo di pace in Medio Oriente ma anche per annunciare un accordo con la Turchia atteso dal 2010 per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche, rotte dopo il blitz delle forze speciali israeliani sulla nave Mar Marmara che stava per forzare il blocco a Gaza, uccidendo 9 cittadini turchi.

Una fonte israeliana, citata dai media dello Stato ebraico, ha confermato che è stato raggiunto l'accordo di riconciliazione con la Turchia dopo una crisi diplomatica durata sei anni. La fonte ha ribadito che i dettagli dell'intesa saranno annunciati lunedì mattina. L'accordo vero e proprio sarà siglato martedì prossimo dal direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Dore Gold, e dalla sua controparte turca.

Secondo la fonte - che si trova a Roma - Israele ha ottenuto l'impegno scritto del presidente Erdogan a fare di tutto perchè Hamas restituisca i corpi di due soldati israeliani morti durante la guerra del 2014 e due civili sconfinati nella Striscia. Per quanto riguarda l'indennizzo che Israele dovrà versare ai parenti dei nove cittadini turchi uccisi durante l'attacco alla Mavi Marmara che stava violando il blocco navale della Striscia, si parla di una cifra di 20 milioni di dollari. 

L'intesa - che sarà annunciata domani alla stampa da Netanyahu - è stata limata fino all'ultimo, e ancora oggi a Roma, dal sottosegretario agli Esteri turco, Feridun Sinirliolu, e per Israele dal capo negoziatore Joseph Ciechanover, che ha seguito la vicenda sin dall'inizio, e dal vice consigliere per la sicurezza nazionale, Jacob Nagel. 

Gli sforzi per riavviare i negoziati con i palestinesi sono nel menu della cena di stasera a Villa Taverna con il segretario di Stato Usa John Kerry - anche lui nella capitale, prima di andare a Bruxelles e Londra per fare il punto sui rapporti degli Stati Uniti con una Europa 'ridisegnata' dopo la Brexit - e lo saranno nell'incontro di domani con il premier Matteo Renzi. 

Secondo le anticipazioni della stampa turca e israeliana, l'accordo prevede, oltre all'indennizzo da parte di Israele ai parenti delle nove vittime, la possibilità che Ankara invii aiuti alla popolazione della Striscia di Gaza (attraverso il porto israeliano di Ashdod), in particolare infrastrutture per acqua, elettricità e ospedali come richiesto dal presidente Recep Tayyip Erdogan.

D'altra parte la Turchia rinuncia alla richiesta - inaccettabile per Israele - di rimuovere il blocco alla Striscia e garantisce di non portare soldati israeliani davanti alle corti internazionali. E dal canto suo Israele non pretende che Ankara interrompa il dialogo con Hamas, in cambio dell'assicurazione che il movimento radicale palestinese non compia azioni contro lo Stato ebraico dal territorio turco.

Intanto a Roma, alla vigilia della visita del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon a Gerusalemme, Netanyahu tenterà di ammorbidire l'imminente rapporto del quartetto sullo stallo dei negoziati, apparentemente piuttosto duro con Israele. E di 'frenare' l'entusiasmo europeo e palestinese nei confronti della cosiddetta 'iniziativa francese': una Conferenza internazionale da tenere entro la fine dell'anno che imponga un calendario, paletti e incentivi per il rilancio del processo di pace in un pacchetto affidato all'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, trattenuta a Bruxelles dal caos Brexit. Un'iniziativa che non piace affatto a Netanyahu, che al contrario preferisce il negoziato diretto con i palestinesi per non dover rispondere a precondizioni dettate dalla comunità internazionale.