Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Roma-caos-Campidoglio-25-consiglieri-firmano-dimissioni-600c537a-f3f4-4594-8f84-661a4d3c49c9.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Roma, caos Campidoglio: 26 consiglieri firmano le dimissioni. Marino verso la decadenza

Firmate in Campidoglio le dimissioni di 26 consiglieri comunali. Iniziata la procedura che porterà allo scioglimento del consiglio comunale e alla decadenza del sindaco Marino

Condividi
Roma
È stata raggiunta, e superata, la "quota 25", ovvero il numero necessario di consiglieri dimissionari per far cadere consiglio e giunta in Campidoglio. Nella sede dei gruppi, in via del Tritone, 26 consiglieri comunali hanno firmato, davanti ad un notaio, le loro dimissioni.

Poi si sono recati in Campidoglio con il notaio.  In Comune il documento è stato firmato dai consiglieri, "contestualmente" come prevede la legge, alla presenza dello stesso notaio che poi lo consegnerà al segretario generale di Roma Capitale, Serafina Buarnè, affinché venga protocollato.

A quel punto le dimissioni saranno formali e si attiverà la procedura che porta allo scioglimento dell'Assemblea Capitolina e alla conseguente decadenza del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e della sua giunta. 

Oltre ai 19 consiglieri del Pd e a Daniele Parrucci di Centro democratico e Svetlana Celli della Lista civica Marino, hanno firmato anche Roberto Cantiani (Ncd), i fittiani Ignazio Cozzoli e Francesca Barbato (Conservatori riformisti) e il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato e Alfio Marchini.

La mossa dei consiglieri è arrivata a seguito del ritiro delle dimissioni da parte del primo cittadino e della riunione fiume, ieri sera, tra i consiglieri dem e il commissario Pd Matteo Orfini  "Spiace che Ignazio Marino abbia vanificato uno sforzo comune per individuare soluzioni che avessero al centro la città e non i destini personali" avevano dichiarato ieri Orfini e il capogruppo in Campidoglio Fabrizio Panecaldo, al termine del vertice al Nazareno.

Anche gli assessori lasciano. L'ultima è stata Marta Leonori, assessore ai trasporti. I primi a presentare le dimissioni il vicesindaco Marco Causi, Stefano Esposito, Luigina Di Liegro e Alfonso Sabella. Duro il commento di Esposito alla notizia dell'iscrizione di Marino nel registro degli indagati: "Devo prendere atto di aver dato mia lealtà ad un bugiardo". L'assessore dimissionario ai trasporti di Roma, Stefano Esposito, durante la trasmissione 'L'aria che tira' su La7 ha detto che "la giornata di oggi sarà scandita da tempi tecnici, entro stasera ci saranno sul tavolo tutte le dimissioni consegnate e, già da domani, si potrà nominare il commissario".

La reazione di SEL: "Scippata sovranità democratica"
"Le dimissioni dei 25 consiglieri rappresentano uno scippo della sovranità democratica a Roma. Il centro destra di Renzi affossa la democrazia nella nostra città, una pagina inquietante che deve preoccupare tutti. Un capo del governo eletto da nessuno sfiducia un sindaco eletto dal popolo. Vedere la destra estrema festeggiare in piazza del Campidoglio è un fatto che deve interrogare". Lo dichiarano in una nota i consiglieri di Sel Gianluca Peciola, Gemma Azuni, Imma Battaglia e Annamaria Cesaretti.

I M5S: "Si voti"
"Insieme a Marino hanno violentato la nostra città. Apprendiamo che 25 consiglieri tra esponenti Pd, CD, Fdi e lista Marchini si sono dati all'ammucchiata per far cadere Marino. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, se non fosse che queste persone avrebbero potuto sottoscrivere la nostra mozione di sfiducia depositata a giugno per far dimettere il Sindaco, ma hanno preferito restare ancorati alla poltrona fino all'ultimo giorno, trascinando Roma nel fosso, per di più a poche settimane dal Giubileo, usando la nostra città violentandola e infangandola". Lo dichiarano i consiglieri capitolini M5S. "Un comportamento tipico della vecchia politica, condito da giochini e retroscena che non ci appartengono. Anzi, che ci disgustano. Sia chiaro - conclude - noi continuiamo a camminare a testa alta, dentro e fuori dal Campidoglio. Roma è con noi, ora le urne".

La reazione dell'Osservatore Romano
"Sta assumendo i contorni di una farsa la vicenda legata alle dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ieri, con una mossa in verità non del tutto inattesa, ha ritirato la lettera con cui lo scorso 12 ottobre aveva rinunciato al suo incarico". Così l'Osservatore Romano. Marino "ha motivato la scelta, chiedendo un confronto in aula con la maggioranza che lo ha sostenuto nei due anni della sua amministrazione. "Ha avuto intanto conferma - scrive il giornale vaticano - la notizia che Marino è indagato per peculato in merito alla vicenda degli scontrini. Ieri la Procura di Roma ha invece smentito la notizia - fatta circolare dai legali del sindaco - della richiesta di archiviazione dell'inchiesta su una onlus fondata proprio da Marino"."Al di là di ogni altra valutazione resta il danno, anche di immagine, arrecato a una città abituata nella sua storia a vederne di tutti i colori, ma raramente esposta a simili vicende".

Squinzi:  "Auguro a Roma un sindaco all'altezza"
"Mi auguro che il balletto delle dimissioni termini e che ci sia un commissariamento serio". Lo ha detto Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, a margine di un convegno a Siena parlando con i giornalisti. Il presidente si è augurato che alle prossime elezioni ci sia un sindaco all'altezza della situazione.