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ITALIA

L'indagine

Roma, prostituzione minorile alla Stazione Termini: fermato anche un parroco

Minorenni di etnia rom venivano adescati all'uscita di via Giolitti. Il prete, 68 anni, è stato trovato con diverso materiale pedopornografico. In tutto eseguiti sette arresti

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Sette arresti per prostituzione minorile sono stati ordinati dal gip del tribunale di Roma al termine di un'inchiesta condotta dalla polizia ferroviaria del Lazio. Si tratta di un giro di prostituzione di ragazzi minorenni (di etnia rom) che venivano adescati alla stazione Termini all'uscita di via Giolitti. Gli arrestati, uno in carcere e gli altri ai domiciliari domiciliari, sono sei italiani e un equadoregno.

L'inchiesta è partita un anno fa da alcuni controlli compiuti dalla polizia ferroviaria alla stazione Termini su alcuni ragazzini nomadi che si accompagnavano spesso ad adulti.

Arrestato un parroco
Nell'ambito delle indagini su un giro di prostituzione minorile è stato arrestato anche un parroco di 68 anni. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, è stato trovato in possesso di un grosso quantitativo di materiale pedopornografico.

Prestazioni sessuali di minori di etnia rom
Le successive indagini hanno permesso di accertare una serie di contatti tra i ragazzini, una quindicina in tutto, e adulti che chiedevano prestazioni sessuali in cambio di soldi che andavano dai 10 ai 50 euro.

Il reato contestato ai sette arrestati è quello previsto dall'articolo 600 bis del Codice Penale che punisce la prostituzione minorile. Gli investigatori hanno inoltre effettuato diverse audizioni protette dei minori trovando conferme al giro di prostituzione. Oltre ai contatti con i ragazzini in via Giolitti, all'uscita della stazione Termini gli appuntamenti erano fissati anche attraverso Facebook o con sms inviati agli stessi cellulari dei ragazzi.

I controlli
"L'operazione - spiega il vice questore Emanuele Fattori - è nata un anno fa in base ai controlli fatti sui telefoni dei minori", una quindicina di ragazze e ragazzi di etnia rom, "dai quali sono emersi contatti sospetti con persone anziane". Da questo punto di partenza si sono sviluppate le indagini che hanno portato alle ordinanze di custodia cautelare. I minori coinvolti "sono difficili da collocare in strutture protette, in quanto la loro età, compresa tra 14 e 17 anni, li porterebbe a scappare da queste strutture".

 L'operazione è solo la punta dell'iceberg di "ulteriori approfondimenti investigativi e iniziative che saranno dirette anche nei confronti delle famiglie d'origine dei minori" che si trovano in una situazione di "abbandono che denota una certa negligenza, seppur non sia stata riscontrata alcuna connivenza" col fenomeno.