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POLITICA

Direzione nazionale Pd

Rossi: abbassiamo i toni e cerchiamo una strada comune. Azione governo Renzi inadeguata

Il governatore della Toscana è tra i candidati alla segreteria Dem

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Il congresso del Partito democratico non deve essere "soltanto una conta" perché se invece sarà così un "pezzo di popolo rischiamo di perderlo e di regalarlo", dice Enrico Rossi, governatore della Toscana e candidato alla segreteria del Pd, alla direzione del partito. Rossi è "molto d'accordo con l'intervento di Bersani, giusto nei toni e nelle considerazioni" e sottolinea che "la gravità del momento ci impone di abbassare i toni e di cercare se possibile una strada comune per affrontare i nodi che abbiamo davanti".

Recuperare gli ex elettori al dibattito congressuale
"Dobbiamo fare una campagna congressuale che consenta, o il gioco non torna, di poter riportare alla discussione congressuale quella parte di popolo per il quale ho detto a me stesso che devo dire qualcosa. Dobbiamo riprendere gli albi degli elettori, visionarli e validarli e consentiteci di provare a vedere se quelle centinaia di migliaia di ex elettori che non si sono più iscritti riuscimo a riportarli in un dibattito congressuale. Il congresso può essere un'occasione per farlo e bisogno trovarci d'accordo su tempi che diano il senso di un congresso aperto, di un Pd che vuole ripartire".

Uscire dal riformismo debole
Per Rossi il Pd deve "elaborare una proposta politica più robusta, uscire da un riformismo troppo debole e incapace di parlare alla nostra base sociale e proporre un programma di cambiamento più robusto. Credo che i margini ci siano se facciamo un congresso nel quale proviamo a discutere e a confrontarci". Ma bisogna anche "rivedere lo statuto e per questo chiedo al vicesegretario e al presidente che fine ha fatto il documento Barca?"

Mancata una visione di fondo del Paese
Dopo aver esortato tutto il partito a non "limitarsi a difendere l'operato del governo Renzi", Rossi osserva che in passato "è mancata una visione di fondo del Paese, quali forze sociali rappresentare". In particolare pone l'accento sull'incapacità del Pd di essere un interlocutore credibile nei confronti "dei giovani, dei precari, del ceto medio".  Rossi esorta quindi il governo ad andare avanti, sottolineando che bisogna dare al Paese "stabilità", chiedendo all'esecutivo misure decise sul fronte della lotta alla povertà, sulla riforma elettorale e soprattutto sul lavoro giovanile: "Quella catastrofe di consensi che registriamo tra i più giovani è legittima e motivata. Non credo - attacca - che recuperiamo credibilità con 500 euro, quando sarebbe stato meglio assumere 15mila ricercatori". Come Bersani, anche Rossi sottolinea che s'è chiusa una fase in cui "la sinistra è stata troppo accondiscendente con il mondo. Non possiamo essere solo gestori dell'esistente: c'è voglia di alternativa, di più giustizia".  

Governo Renzi non adeguato
"Un conto è stato il risultato elettorale alle europee, altro conto è una sequela di risultati sui territori che non sono stati assolutamente incoraggianti. Dobbiamo domandarci se la nostra azione di governo è stata adeguata", dice Rossi. "Io non dico che non c'è stato impegno. Quello che a mio parere è mancato sono alcune scelte fondamentali. E persino una visione di fondo del paese. E cioè quali forze sociali vogliamo aiutare e quale sistema di alleanze vogliamo perseguire. Su questo non siamo stati adeguati".