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MONDO

"In Siria soluzione politica non militare"

Rouhani: "Possibile apertura di una nuova fase nei rapporti tra Iran e Occidente"

Il presidente iraniano esprime apprezzamento verso l'atteggiamento 'moderato' dei leader italiani: "Potete essere per noi uno dei partner più importanti. Consideriamo il vostro Paese un amico in Europa". Sul nucleare: "Accordo entro fine anno. Guardiamo con speranza all’abolizione delle sanzioni"

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E' l'Italia il primo Paese straniero ad essere visitato dal presidente iraniano Hassan Rouhani dopo la firma dell'accordo nucleare. Un Paese il nostro con cui l'Iran, come conferma il numero uno di Teheran intervistato dal Corriere della Sera, ha da tempo ottime relazioni sia sul piano economico che culturale e politico. "I leader italiani - spiega Rouhani - hanno sempre avuto un atteggiamento moderato nei nostri confronti. Nelle nuov econdizioni l'Italia può essere per noi uno dei partner più importanti. Consideriamo il vostro Paese un amico in Europa".

A che punto è l'accordo sul nucleare
Il leader iraniano sbarcherà sabato a Roma per una visita che segna il rientro dell'Iran sulla scena internazionale. A dare il via a questa nuova fase l'accordo sul nucleare. Come rivela il presidente iraniano "non abbiamo ancora raggiunto il cosiddetto 'implementation day'" (giorno in cui l’Iran avrà modificato il suo programma nucleare e l’Occidente potrà cominciare a togliere le sanzioni) ma "ci stiamo lavorando". "Stiamo aspettando il rapporto dell’Aiea sulle questioni ancora aperte, - prosegue - nel frattempo andremo avanti con la riconversione del reattore di Arak. Tutto il popolo iraniano guarda con speranza al giorno in cui le sanzioni saranno abolite».

Il rapporto con gli Usa
"L’accordo nucleare è una cosa, i nostri rapporti con gli Stati Uniti un’altra. - assicura Rouhani - I problemi che abbiamo con loro sono di lunga data e cominciano con la vittoria della Rivoluzione islamica. I punti di frizione permangono: gli americani non rimuoveranno tutte le sanzioni, ma solo quelle collegate al programma nucleare. Quindi, il rapporto tra Iran e Stati Uniti è un’altra storia. Ma il modo in cui applicheremo l’accordo può avere un impatto sul futuro. Se applicato bene, getterà le basi per minori tensioni con gli Usa, creando le condizioni per aprire una nuova era. Ma se gli americani non rispettano la loro parte dell’intesa nucleare, allora sicuramente il nostro rapporto con loro resterà come in passato". Se si immagina di poter vedere un giorno un’ambasciata americana a Teheran e una iraniana negli Stati Uniti il presidente risponde: "Un giorno queste ambasciate verranno riaperte, ma ciò che conta sono i comportamenti e la chiave di questo ce l'hanno in mano gli americani. Se modificano le loro politiche, correggono gli errori commessi in questi 37 anni e si scusano col popolo iraniano, la situazione cambierà".

Diritti e libertà
Democrazia, libertà di espressione e Internet senza filtri: promesse mancate? Per Rouhani "i miglioramenti sociali o nel campo dei diritti dei cittadini non possono avvenire in una notte. Ci vuole tempo. Uno degli obiettivi del mio governo, sin dall’inizio, è stato di concedere più diritti ai cittadini, espandere le libertà e creare un’atmosfera migliore nelle attività culturali e sociali. Negli ultimi due anni ci sono stati progressi. Oggi la situazione nelle università e nei media è migliorata. La stampa critica liberamente il presidente: due anni fa nessuno avrebbe immaginato una cosa del genere. Ma l’esecutivo da solo non può risolvere tutto. Deve esserci una cooperazione con il sistema giudiziario e legislativo. Speriamo che ci sia in futuro"

La questione Siria
Sulla crisi in Siria ’Iran è stato invitato a unirsi agli sforzi diplomatici insieme a Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e altri Paesi. Qual è per Teheran una soluzione possibile? "Per la prima volta - risponde il presidente - i grandi Paesi e quelli della mia regione sono allo stesso tavolo, e questo è in sé un risultato importante. Anche se Stati Uniti, Russia, Iran, Turchia e Arabia Saudita hanno opinioni diverse, è un segnale che nelle crisi regionali si possono cercare soluzioni insieme. Quello siriano è un problema assai complesso, non possiamo aspettarci che sia risolto in una sola tornata di negoziati, ma esiste una nuova opportunità. Crediamo che il problema siriano non abbia una soluzione militare, ma ci sarà una soluzione politica. È un piccolo passo che ci offre una speranza».

Il sostegno ad Assad
Sulla possibilità di accettare un compromesso che preveda l’uscita di scena di Assad, Rouhani spiega: "In Siria l’importante è la lotta al terrorismo. Tutti i Paesi stanno combattendo contro l’Isis. Il ritorno della pace e della stabilità dovrebbe essere la priorità numero uno, in modo che i siriani possano ritornare alle proprie case e la Siria sia un Paese sicuro. Le altre questioni sono secondarie. Qualunque decisione sul governo e sul futuro della Siria, spetta al popolo siriano. Altri Paesi e forze non dovrebbero interferire ma preparare la strada a libere elezioni. Chiunque venga eletto noi lo rispetteremo". L'Iran è unito con la Russia nella lotta all'Isis: "penso che sia importante che tutti i Paesi del mondo si concentrino nella lotta al terrorismo. L’Isis è una minaccia per l’intera regione e anche per altri, inclusa l’Unione Europea. La regione è in subbuglio. Noi siamo stati tra i primi ad appoggiare l’esercito iracheno contro l’Isis e se non l’avessimo fatto, forse Baghdad sarebbe già caduta".

Esecuzioni capitali
L’Iran ha il numero pro capite di esecuzioni capitali più alto al mondo, incluse quelle pubbliche. Lei crede che la pena di morte sia un modo efficace per combattere il crimine? "La punizione dovrebbe servire da deterrente. - risponde il nuemro uno di teheran - Si può discutere sull’efficacia o meno delle esecuzioni, come pure degli arresti e perfino delle multe. Ma in ogni Paese il codice penale ha a che fare con regolamenti interni, in molti Paesi c’è la pena di morte, in altri no. In Iran la maggior parte delle esecuzioni ha a che fare con crimini legati al traffico di droga, abbiamo un confine lungo e poroso con il nostro vicino afghano. Se abolissimo la pena di morte renderemmo loro più facile portare la droga fin nei Paesi europei e questo sarebbe grave per voi".

Israele
Sui rapporti con Israele il presidente iraniano conclude: "Rispettiamo tutte le religioni monoteiste, comprese quella ebraica e cristiana. Nel nostro libro sacro si parla molto di Mosè, che è il profeta degli ebrei, e il Corano loda Mosè, che sia benedetto. Il popolo ebraico ha sempre vissuto e vive in Iran pacificamente. Gli ebrei hanno i propri rappresentanti nel Parlamento iraniano, possono praticare la loro religione liberalmente. Ma questo è diverso dalle politiche del sionismo, che è cosa diversa dall’ebraismo. Noi condanniamo le politiche perseguite dal regime sionista nella regione, inclusa l’uccisione dei palestinesi. E condanniamo le politiche americane quando appoggiano unilateralmente questo regime. Voglio dire che il popolo iraniano può odiare Israele e le politiche sioniste, ma allo stesso tempo può amare l’ebraismo, i suoi profeti e il Libro".