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POLITICA

Ospite a Mezz'ora in più

Russiagate, Renzi: "Conte riferisca al Copasir sull'incontro tra i nostri 007 e Barr"

Il presidente del Consiglio ceda "la delega sui servizi a un professionista" dice il leader di Italia viva

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"Penso che se si vuole fare chiarezza, come Conte ha detto, è giusto che il presidente del Consiglio vada al Copasir e spieghi tutto. La domanda è: perché il ministro della Giustizia americano è venuto segretamente a incontrare il capo del Dis. Questa è la domanda". Così il leader di Italia viva, Matteo Renzi, a Mezz'ora in più, su Rai3, a proposito del doppio incontro tra il ministro della Giustizia statunitense Barr e i vertici dei servizi segreti italiani. "Credo che il presidente del Consiglio farebbe bene a cedere la delega sui servizi: non c'e l'obbligo di farlo ma io suggerisco, nell'interesse del presidente del Consiglio, di metterci un professionista".

"C'è chi sostiene che in questa vicenda nel 2016" sui rapporti di Trump con la Russia "ci sia un ruolo di Obama: mi accusano di essermi messo d'accordo con lui ma è evidente che questa ipotesi non è una spy story ma una farsa. Non a caso ho querelato il signor Papadopoulos (l'ex consulente del presidente Donald Trump, coinvolto nell'inchiesta del procuratore Robert Mueller) che dice queste cose" continua Renzi. "Io avevo un rapporto molto stretto con Obama e sono pronto a testimoniare in ogni tribunale del mondo rispetto alla straordinaria correttezza umana, morale, politica di Obama. Chi tira in ballo Obama lo fa per dinamiche politiche interne" conclude, definendo le accuse delle "fregnacce".

Il fatto ricostruito dal New York Times
E' stato il quotidiano Usa a far emergere la misteriosa visita a Roma dell'attorney general William Barr. E del procuratore federale John Durham, che lo accompagnava, incaricato della contro inchiesta sulle origini del Russiagate per verificare se sia stata un'operazione dei servizi segreti occidentali - compresi quelli italiani - per impedire insieme al 'deep state' americano l'elezione di Donald Trump.

Quando i due sbarcarono nella capitale italiana a fine settembre, rivela il New York Times, alcuni diplomatici e dirigenti d'intelligence all'ambasciata Usa di Via Veneto non conoscevano i motivi del viaggio. E rimasero poi sorpresi che Barr avesse aggirato i protocolli nell'organizzazione della missione, in cui incontrò i vertici dei servizi segreti italiani dopo aver visto il capo del Dis Gennaro Vecchione, che li coordina. Incontri inusuali, sottolineano i media Usa, che rischiano di minare la fiducia tra intelligence di Paesi alleati, anche per il rischio di condividere informazioni a uso di politica interna.