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POLITICA

Alla Stampa Estera presentata "Secondo Matteo", la sua prima autobiografia

Salvini: Silvio ha finito, "ora tocca a me che ho il partito più forte"

Matteo Salvini lancia la sfida al Cavaliere per la guida della coalizione anti-Renzi. "La Lega - sottolinea - è il partito più forte della coalizione. Quindi tocca a me l'onore e l'onere di guidare l'opposizione contro il Pd".

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Matteo Salvini contestato e cacciato dal mercato della Montagnola (LaPresse)
Roma
Non ha mai nascosto la sua ambizione a scalare la leadership del centrodestra. In occasione della scelta del candidato di coalizione per la corsa al Campidoglio, questa aspirazione di Matteo Salvini ha avuto un'accelerazione improvvisa imponendo l'investitura della Meloni in contrapposizione anche alla candidatura di Alfio Marchini, sostenuto da Forza Italia e dal Ncd.

Nel corso della presentazione della sua prima autobiografia, "Secondo Matteo", in libreria da giovedì, Salvini lancia la sua autoinvestitura: Berlusconi non è più il leader del centrodestra, "ora tocca a me perché guido il partito più forte".

Nella sede della Stampa Estera il segretario della Lega Nord, non parla direttamente di Berlusconi ma nel libro non mancano i riferimenti: "Fino al 2013 il pallino del centrodestra è rimasto nelle mani di Silvio Berlusconi. Ma ora non è più così", si legge. Per il segretario del Carroccio, "Fi è un partito in calo, indebolito da faide interne, dilaniato dal patto del Nazareno e con un leader politico al quale riconosco un ruolo fondamentale ma che oggi non può più essere il solo cardine della coalizione". "La Lega - sottolinea - è il partito più forte della coalizione. Quindi tocca a me l'onore e l'onere di guidare l'opposizione contro il Pd".

Con i giornalisti Salvini appare più cauto. "L'alleanza simpatica e bizzarra che sostiene Marchini, che va da Storace ad Alemanno a Scajola e Casini, non è l'alternativa a Renzi a cui penso", esordisce. Il leader leghista sa di giocarsi una partita determinante per il proprio futuro e che, per ora, non può fare a meno del sostegno del Cavaliere. D'altronde a Milano, altro importante appuntamento elettorale, Lega e Fi sono alleati a sostegno di Stefano Parisi.

Il rischio politico, inoltre, è che la Lega appaia appiattita sulle posizioni di Fratelli d'Italia e della destra, alienandosi il voto dei moderati. Per questo, durante la conferenza stampa, Salvini prende le distanze da Casa Pound, il movimento di destra con il quale sembrava pronto ad allearsi lo scorso anno. "Abbiamo rotto con loro. Basta vedere le liste dove i loro candidati sono in contrapposizione con i nostri". "Sono antifascista, anticomunista e contro ogni tipo di totalitarismo - aggiunge - ma ritengo che fascismo e comunismo siano due categorie destinate alla storia".

Berlusconi non replica ma ai suoi avrebbe confidato di non preoccuparsi molto delle invettive dell'alleato anche perché - avrebbe spiegato - "senza di me non va da nessuna parte".