Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Salvini-e-la-Manovra-No-al-gioco-delle-tre-carte-giu-le-tasse-e-via-la-Tasi-4406009d-0483-41fb-bfa2-20d92288a8f8.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Nuova polemica con M5s

Salvini e la Manovra: "No al gioco delle tre carte, giù le tasse e via la Tasi"

Riunione al Viminale del ministro con 46 associazioni

Condividi
Non sarà un tavolo parallelo, come ribadisce Matteo Salvini davanti alle parti sociali, ma ne ha tutte le caratteristiche. Nella riunione al Viminale con 46 associazioni il ministro dell'Interno spiega a chiare lettere le intenzioni della Lega per la prossima manovra. Secondo il vicepremier, la situazione dell'Italia prevede una finanziaria che vada "oltre la spesa corrente", con buona pace dell'Ue. "E' ovvio che alcuni vincoli ai quali dobbiamo sottostare vanno ridiscussi, altrimenti nulla di quello che ci siamo detti è possibile", dichiara. Del resto il progetto è quantomeno ambizioso: investimenti in opere pubbliche e infrastrutture e abbassamento delle tasse. Sotto questo punto di vista, argomenta il ministro, c'è allo studio pure "l'eliminazione della Tasi, che cuba circa un miliardo, e la riorganizzazione della tassazione sulla casa".

Per il leader del Carroccio "è il momento del coraggio non del tirare a campare altrimenti arriviamo a fine anno a zero virgola" e quindi non ci si può accontentare di un "gioco delle tre carte" dove gli sgravi debbono essere recuperati con nuove misure. "Non vogliamo una manovra dove metto dieci miliardi di euro da una parte, togliendoli dall'altra parte. La flessibilità che chiederemo all'Europa deve servire a tre obiettivi: investimenti, opere pubbliche, taglio delle tasse. A noi interessa che un bel po' di gente abbia meno tasse, se si chiama flat tax o taglio del cuneo non importa, non sono ancorato ai nomi", il ragionamento di Salvini che per arrivare all'obiettivo pensa anche allo stop degli 80 euro per spostarli su altre misure. Per passare dal dire al fare è chiaro che "non si può stare sotto il 2% nel rapporto deficit-Pil". Una visione che "evidentemente" è diversa da quella del ministro dell'Economia, Giovanni Tria.

Sull'abbassamento delle imposte il ministro dell'Interno trova un consenso unanime da parte degli intervenuti al tavolo. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, mette in luce come si debba "coniugare flat tax e cuneo fiscale riducendo le aliquote intermedie nel primo caso e abbassando il peso di tasse e contributi sui salari bassi, anche in forma d'incentivazione al lavoro, nel secondo". I sindacati, come spiega il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, attendono "almeno qualche rigo che metta nero su bianco ciò che si intende fare con la manovra", perché va bene l'abbassamento delle tasse "ma vorremmo capire come e a chi". Salvini non si esime poi dal lanciare una frecciata ai compagni di governo del M5S raccontando di aver ricevuto un "no unanime" da imprese e rappresentati dei lavoratori sul salario minimo e il sì alla Tav.

Messe sul tavolo le carte da gioco la partita vedrà il suo sviluppo principale a settembre, quando i sindacati si attendono lo stop al ping pong di incontri fra presidenza del Consiglio e Viminale. Sul tema la più dura è la Cgil che, per bocca del vicesegretario generale Gianna Fracassi, sottolinea come Salvini debba partecipare al tavolo di Palazzo Chigi come luogo deputato al confronto. Un pensiero condiviso pure dal segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, che auspica da parte del governo la capacità di "fare sintesi". Un distinguo sul quale si avventa il M5S. Alcune fonti pentastellate fanno notare infatti come Salvini abbia fatto "una brutta figura" improvvisandosi "portavoce dei sindacati" ma questi ultimi abbiano invece riconosciuto Palazzo Chigi come luogo ufficiale dove interloquire con il governo. Premesse non propriamente rosee per una discussione che si preannuncia bollente.

Garavaglia: via bonus 80 euro
Il bonus degli 80 euro cambierà e "sarà trasformato in decontribuzione". E' quanto afferma il viceministro dell'Economia, Massimo Garavaglia, sottolineando che "resterà lo stesso effetto in busta paga". "Solo uno sciocco o chi è in malafede può aver capito che si tolgono gli 80 euro", ha aggiunto. I 10 miliardi di copertura strutturale garantita negli anni scorsi per il bonus da 80 euro serviranno a coprire il taglio dei contributi a carico dei dipendenti che manterranno così la busta paga più pesante mentre altri 3 miliardi aggiuntivi saranno necessari per coprire i contributi figurativi.

Renzi: pagano sempre i più deboli
"Oggi il governo dice basta agli 80 euro. Alla fine a pagare sono sempre i più deboli, quelle famiglie per cui mille euro l’anno in più erano un aiuto vero. Ma Salvini, finito il tour in spiaggia, deve fare cassa. Mi dispiace perché era una misura giusta, che ha aiutato tante famiglie, ma mi dispiace soprattutto perché a rimetterci sono sempre i soliti". Lo scrive su Facebook il senatore del Pd ed ex premier, Matteo Renzi.