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POLITICA

Il leader leghista

Salvini: un onore fare il premier ma se serve pronto a farmi da parte

Il segretario della Lega si dice disposto a rinunciare pur di portare avanti il suo programma e annuncia che presenterà 10 punti programmatici fondamentali a Mattarella, sì a reddito di cittadinanza se non è assistenza

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Fare il premier? Un onore ma non una questione personale, secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, che oggi a RaiNews24 ha specificato che per lui “sarebbe un onore” fare il presidente del consiglio, ma “pur di portare avanti il programma e cambiare questo Paese” sarebbe disposto a rinunciare. Quindi, se Salvini dovesse “rendersi conto che ci sono altre persone che possono dare una mano”, non si metterebbe di traverso dicendo di no.
 
M5s si prenda responsabilità, Berlusconi resta un leader
Quanto all'atteggiamento del Pd, ha aggiunto che secondo lui i Dem "ancora per alcuni mesi saranno impegnati nelle loro beghe di corrente", d'altronde "il voto è sacro, ha messo il Pd all'opposizione e ha dato al centrodestra la responsabilità  di fare una proposta di governo e ai 5stelle la scelta se rimanere a vita all'opposizione a dire 'no, no, no', oppure assumersi delle responsabilità". Anche con l’alleato Berlusconi sarebbe “tutto a posto”, anzi per colui che sembra destinato ad essere il candidato premier del centrodestra l’ex cavaliere “è e resta il leader di Forza Italia. Non ne vedo altri in arrivo".
 
Dieci punti per Mattarella, via la Fornero
Salvini ha parlato anche delle consultazioni, affermando che ha intenzione di recarsi dal Presidente Mattarella con “i 10 punti principali del programma”, tra cui quelli che considera “i capisaldi”, ad esempio il “superamento della legge Fornero, la riduzione delle tasse e la gestione dell'immigrazione”. Apertura anche alla possibilità di una nuova riforma costituzionale, se l’eventuale nuovo governo dovesse avere “cinque anni davanti il paese andrà accompagnato nel futuro”, e a Salvini piacerebbe un’Italia “come Paese federale e presidenziale. Questo me lo chiedono non solo al Nord, ma anche al Sud. E i senatori a vita sono una figura antistorica".

Sì a reddito di cittadinanza se no assistenza
"Se il reddito di cittadinanza fosse pagare la gente per stare a casa dico di no, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne uscito allora sì" - ha aggiunto ancora Salvini -  con Di Maio "non ne abbiamo mai parlato, non abbiamo mai parlato di governo e di programmi, per serietà abbiamo parlato di fare partire prima possibile i lavori delle Camere, sulle idee che abbiamo su temi come lavoro, giustizia, scuola dobbiamo confrontarci".