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POLITICA

I porti chiusi

​Migranti, Salvini: vogliono processarmi anche per Open Arms. Giudici: divieto sbarco deciso da lui

Il Tribunale dei Ministri: la decisione di non far sbarcare a Lampedusa i 164 migranti a bordo della nave Ong "non fu condivisa con il Governo". Salvini: ho difeso confini, lo rifarò. Non ho paura

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"Mi è arrivata un'altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong spagnola. Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini. Il caso è quello della Open Arms.

A novembre scorso, la Procura di Palermo ha trasmesso al Tribunale dei ministri del capoluogo siciliano gli atti relativi al procedimento a carico dell'ex ministro dell'Interno, che era stato indagato dall'ufficio inquirente di Agrigento per sequestro di persona e omissioni di atti di ufficio per aver impedito, ad agosto, lo sbarco e trattenuto a bordo della nave della ong spagnola 164 migranti soccorsi in zona SAR libica.

La vicenda fu sbloccata dopo 20 giorni dal sequestro dell'imbarcazione disposto, per motivi di emergenza sanitaria, dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio. Patronaggio aprì una indagine a carico di ignoti per sequestro di persona e omissione di atti d'ufficio. Poi, dopo aver iscritto Salvini nel registro degli indagati, ha trasmesso le carte ai colleghi di Palermo. I pm del capoluogo, in una memoria firmata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal pm Gery Ferrara, chiesero al tribunale di procedere a indagini a carico di Salvini.

Giudici: "Divieto sbarco deciso da Salvini, non fu condiviso con il governo"
La decisione di non far sbarcare a Lampedusa i 164 migranti fu un atto deciso dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini individualmente, quindi non "condiviso" con gli altri esponenti del Governo. E' quanto sostengono i giudici del tribunale dei ministri di Palermo che hanno chiesto l'autorizzazione a processare, per la vicenda, il leader della Lega.

"Salvini ignorò l'emergenza sanitaria"
Nell'agosto 2019, Salvini "ignorò l'emergenza sanitaria" sulla nave, scrive ancora  il Tribunale dei ministri di Palermo  nella richiesta di autorizzazione a procedere. Fu Patronaggio a salire su un elicottero per raggiungere Lampedusa e  verificare di persona la situazione sull'imbarcazione, ferma a poco meno di un chilometro dalle coste dell'isola.  Già nell'ordinanza con cui consentì lo sbarco dei migranti il procuratore di Agrigento parlò di una atteggiamento "volutamente omissivo a danno dei migranti". In particolare, si  leggeva nelle 11 pagine del documento, ciò consisteva ''nell'indebito  rifiuto da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, di un atto, indifferibile e doveroso, motivato da  ragioni, tra le altre, di igiene e sanità''. Patronaggio era salito a bordo accompagnato da alcuni agenti della polizia giudiziaria e da due  medici specializzati. "Devo riportare la calma e fare in modo che  nessuno si faccia male, l'impegno e l'attenzione sono massimi per  l'incolumità delle persone", spiegò il magistrato. L'ispezione era durò un'ora. Poco dopo arrivò il sequestro, depositato al termine di un colloquio con i vertici dell'equipaggio di Open Arms nei locali della Guardia costiera. Un provvedimento  stabilito "al fine di garantire la salute, anche psicologica dei migranti rimasti a bordo".

Conte scrisse a Salvini: fai sbarcare i minori
Il 17 agosto, il premier Giuseppe Conte inviò una lettera a Matteo Salvini in cui ribadì la necessità di autorizzare lo sbarco immediato delle persone di età inferiore agli anni 18 presenti a bordo della Open Arms. Il presidente del Consiglio ribadì all'allora titolare del Viminale "la disponibilità" alla redistribuzione dei migranti da parte dell'Unione Europea" e confermò che dalla Commissione europea c'era la disponibilità di una pluralità di Paesi europei (Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna) a condividere gli oneri dell'ospitalità per tutte i 164 migranti, anche indipendentemente dalla loro età. 

Salvini: ho difeso confini, lo rifarò. Non ho paura
"Rischio un ulteriore processo per aver difeso i confini italiani? L'ho fatto, lo rifarei e lo rifarò: se devo difendere il mio Paese, non ho paura di niente e di nessuno". Lo scrive Matteo Salvini su facebook.