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MONDO

Indagini in corso

San Bernardino, Obama risponde all'Isis: "Non ci lasceremo terrorizzare"

Il presidente degli Stati Uniti interviene dopo la rivendicazione della strage da parte dello Stato Islamico e rilancia i suoi appelli per una limitazione della vendita di armi

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Barack Obama durante il suo discorso (Ansa)
Washington (Stati Uniti)
“Non ci lasceremo terrorizzare”. Barack Obama sceglie il messaggio tradizionale del sabato alle famiglie per tornare sulla strage di San Bernardino dove due killer, probabilmente ispirati dall'Isis, hanno massacrato 14 persone in un centro per disabili. Mentre in un nuovo messaggio di propaganda, lo Stato islamico plaude alla strage sostenendo che a condurre l'attacco sono stati “due soldati del Califfato”.
 
"Minaccia sulla quale siamo concentrati da anni"​
“Le loro morti sono una tragedia per tutto il Paese”, ha detto il presidente americano, ricordando le vittime dell'assalto, i 14 morti e i 21 feriti. Obama ha messo in guardia sul pericolo che gli Usa potrebbe essere chiamati sempre più ad affrontare: “È possibile che i due attentatori siano stati radicalizzati per compiere questo atto di terrore. Se così fosse, metterebbe in evidenza una minaccia sulla quale siamo concentrati da anni e cioè il rischio di persone che soccombano a violente ideologie estremiste”.

La vendita di armi 
Obama ha poi rilanciato la sua campagna per le restrizioni alla vendita di armi. “Chi è inserito nella no-fly list può entrare in un negozio e acquistare un'arma. Questo è folle. Invito il Congresso a correggere la legge”. A San Bernardino “i killer hanno usato fucili d'assalto in stile militare per uccidere quante più persone possibili. E questo ci ricorda che in America è troppo facile per le persone pericolose mettere le mani su un'arma”. “Se sei troppo pericoloso per salire su un aereo - ha spiegato il presidente - lo sei anche, per definizione, per comprare una pistola. Potremmo non essere in grado di prevenire ogni tragedia ma, come minimo non dovremmo rendere più facile a potenziali terroristi o criminali mettere le mani su un'arma che potrebbero usare contro gli americani”.

L'Isis: "Soldati del Califfato" 
Gli inquirenti dell'Fbi, che indagano sulla strage di San Bernardino come un atto di terrorismo, ritengono che i due attentatori, Syed Farook e Tashfeen Malik, non facessero parte di una cellula terroristica organizzata. Ma sugli account dello Stato Islamico si moltiplicano gli elogi nei loro confronti. “Due soldati del Califfato hanno compiuto un attacco a San Bernardino, uccidendo 14 miscredenti”, afferma l'organo di propaganda ufficiale dell'Isis in lingua inglese, al Bayan. Amaq, un altro network del gruppo, in precedenza aveva indicato come “due sostenitori” la coppia di killer di San Bernardino.

Le indagini 
Sul fronte delle indagini, i federali hanno ancora pochi elementi. Soprattutto sulla donna, Tashfeen Malik, nata in Pakistan. Nel giorno dell'attacco, la giovane ha postato un messaggio di Facebook dove esprimeva fedeltà al califfo al-Baghdadi. È su di lei che si concentrano gli inquirenti, ma l'Fbi ha ammesso che il suo passato rimane un mistero. La donna si è sposata con Syed solo l'anno scorso e i due hanno avuto una bimba sei mesi fa. Vivevano con la madre di lui in un appartamento a Redland, vicino a San Bernardino, dove gli inquirenti hanno ritrovato passaporti, patenti, un libro del Corano e un arsenale, mentre il disco rigido del computer è scomparso e due cellulari appartenenti ai due sono stati trovati distrutti.
 
Gli avvocati: Malik "tipica casalinga"
Gli avvocati della famiglia sostengono che Malik era la “tipica casalinga”. Indossava il burqa e seguiva strettamente le usanze musulmane. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire i suoi contatti e movimenti prima di emigrare negli Usa un anno fa, ma la vicenda è più complicata del previsto anche perché i tabulati telefonici della coppia-killer sono ora off-limits per l'Fbi dopo la chiusura del controverso programma di sorveglianza della National Security Agency.