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MONDO

A 22 anni dai bombardamenti

Sarajevo, riapre la biblioteca incendiata durante l'assedio

Distrutta da un bombardamento lungo una notte, il 25 agosto del 1992, ora riapre la biblioteca di Sarajevo. In prima fila durante la cerimonia di inaugurazione i cittadini che cercarono di salvare gli oltre due milioni di volumi. In piazza alcune centinaia di persone che da mesi protestanto contro la disoccupazione

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Vedran Smajlovic
S'alzano i roghi al cielo
S'alzano i roghi in cupe vampe
Brucia la biblioteca degli Slavi del sud, europei del Balcani
Bruciano i libri
Possibili percorsi, le mappe, le memorie, l'aiuto degli altri


(Da CSI, Cupe Vampe, 1996)


Per la Bibilioteca di Sarajevo è una seconda vita, l’inaugurazione di oggi. Sono passati 118 anni da quando, per la prima volta, i libri hanno fatto il loro ingresso nell’edificio di ispirazione moresca costruito durante l’Impero Autro-ungarico e bombardato senza sosta il 25 agosto del 1992, quando la città era sotto assedio. Un evento tragico e simbolico - a Sarajevo si parla di "urbicidio" - che in molti tra scrittori e musicisti hanno voluto rielaborare, come gli italiani CSI nel brano Cupe Vampe

All'inaugurazione il violoncellista che suonò tra le macerie 
Ieri come oggi, Vedran Smajlovic era lì, era uno di quei cittadini coraggiosi e folli che nonostante le fiamme e le bombe cercava di salvare quel patrimonio di due milioni volumi che, come scrive Paolo Rumiz nel suo Maschere per un massacro, raccontavano la storia della convivenza e smentivano la lettura della guerra come “conflitto tribale”. "Correvamo dentro come ragazzini a prendere casse di libri e all'uscita li gettavamo a bordo di un camion militare", ricorda oggi il violocellista diventato famoso per aver suonato tra le macerie, pochi giorni dopo. Una foto che ha fatto il giro del mondo e anche storia: pochi mesi fa, in una Maidan in fiamme, le immagini di un suonatore di cornamusa sono diventate un simbolo.
 
Il ricordo di chi c'era quella notte 
Insieme a lui, molti dei dipendenti della biblioteca che oggi la guardano, restaurata. E non dimenticano quella notte di fiamme e frustrazione: erano riusciti a domare il primo incendio, poi quando il rogo ha divorato i libri e l’intero palazzo non hanno potuto fare altro che “guardare il fuoco che ingoiava i libri, un piano dopo l’altro”, come dice oggi Kadira Mujanovic.
 
La restituzione alla città 
A 18 anni di distanza, per quanto possibile, l’edificio della Vijecnica è stato ricostruito con i materiali originari. L'intera opera è costata 16 milioni di euro. Dentro ci saranno l’amministrazione cittadina, una parte dei libri salvati e quelli donati da vari Paesi. A rendere omaggio al passato e a guardare al futuro con speranza, una cerimonia in grande stile: la Filarmonica di Sarajevo con anche 200 solisti, danze e anche un video con la storia dell’edificio, l’ultimo luogo visitato da Francesco Ferdinando prima di essere assassinato, esattamente cento anni fa, dal nazionalista serbo Gavrilo Princip. 

Le proteste contro la disoccupazione
Alcune centinaia di persone oggi hanno marciato fino alla sede della biblioteca in segno di protesta contro la Bosnia di oggi, travolta dalla disoccupazione e governata da una classe politica che definiscono corrotta. Si tratta dell'onda lunga delle manifestazioni iniziate a febbraio proprio contro la mancanza di lavoro e un apparato statale post guerra elefantiaco. Quella che, in alcune sedi, è stata chiamata primavera bosniaca.