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MONDO

Save the Children: in Ue oltre 26 milioni di minori a rischio povertà

Il 10% delle famiglie più ricche in Europa attualmente guadagna il 31% del reddito totale e possiede più del 50% della ricchezza totale, e il divario tra ricchi e poveri sta aumentando in molti paesi

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I minori corrono un rischio molto più alto di cadere in povertà rispetto agli adulti. Nei 28 paesi dell'Unione Europea il 28% dei minori è a rischio povertà o esclusione sociale contro il 24% degli adulti, nel complesso più di 26 milioni di minori. Una cifra che darebbe vita al settimo Paese più popoloso nell'Ue. E' quanto emerge dal rapporto di Save the Children "Sconfiggere la povertà educativa. Fino all'ultimo bambino" diffuso oggi.    

Tra questi 26 milioni di bambini, il 21% è a rischio povertà nonostante abbia beneficiato di trasferimenti sociali. Bambini che vivono in famiglie con un reddito al di sotto del 60% del reddito medio nazionale, mentre il 10% vive in famiglie con una intensità di lavoro molto bassa ed il 10% vive in famiglie gravemente deprivate (Eurostat 2014).

In Italia la percentuale di minori a rischio povertà o esclusione sociale balza al 32% (indice Arope), tra le più alte in Europa (Ue più Norvegia, Islanda e Svizzera) e in aumento dopo la crisi, contro il 14% dell'Islanda, il 12% della Norvegia, il 20% della Repubblica Ceca e il 23% dell'Austria. I Paesi con la più alta percentuale sono Ungheria (41%), Bulgaria (45%) e Romania (51%).    

Alla radice della povertà e dell'esclusione sociale dei minori, dice il Rapporto, c'è la disuguaglianza. Il 10% delle famiglie più ricche in Europa attualmente guadagna il 31% del reddito totale e possiede più del 50% della ricchezza totale, e il divario tra ricchi e poveri sta aumentando in molti paesi.    

Dal Rapporto emerge come nessun paese in Europa sia esente dalla povertà infantile. I bambini che vivono in famiglie monoparentali, famiglie numerose o famiglie in cui gli adulti hanno poco lavoro o non ne hanno affatto, quelli con i genitori che hanno un basso livello di istruzione o figli di genitori immigrati hanno maggiori probabilità di crescere in condizioni di povertà o di trovarsi in situazioni di marginalità.

Anche quei bambini i cui genitori hanno un lavoro, spesso non sono esenti dalla povertà. In Lussemburgo, Bulgaria, Spagna e Svezia, per esempio, un quinto o più dei bambini con genitori che lavorano è a rischio povertà. In Romania, la percentuale sale quasi al 50%.