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SALUTE

Burosanità

Scartoffie e burocrazia operano più dei chirurghi

Invece che col bisturi, hanno a che fare con le penne. Prima dopo e a prescindere dalla sala operatoria i chirurghi italiani sono costretti dalla burocrazia a passare più della metà della propria giornata lavorativa alla scrivania: questa la denuncia che arriva dall'Acoi, l'Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani, frutto di una ricerca effettuata su un campione di oltre 700 chirurghi, presentata durante il Congresso Nazionale delle Chirurgie 2015 in corso a Genova

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Il 40% dei chirurghi occupa più della metà della propria attività lavorativa in pratiche burocratiche, mentre per un altro 30% il tempo usato è poco meno di quello impiegato per la propria attività medica. Per due chirurghi su tre, dunque, circa metà della giornata è dedicata alla compilazione di moduli.

“La burocrazia sottrae tempo non solo all’attività chirurgica, ma agli stessi malati che spesso avvertono la necessità di trascorrere più tempo con il proprio chirurgo per chiarimenti sulle scelte terapeutiche o anche solo per una parola di conforto. Nessun malato è mai stato guarito dalla “chirurgia cartacea” dice Diego Piazza, presidente Acoi e capo dipartimento emergenza urgenza nell'azienda Policlinico Vittorio Emanuele di Catania, commentando i dati emersi dalla ricerca effettuata dall’Associazione.

La ricerca Acoi ha inoltre evidenziato che nel 12% dei casi, quindi in almeno un intervento su dieci, il chirurgo non dispone delle tecnologie in grado di assicurare il massimo della garanzia per il paziente. Alla domanda ‘in un intervento di medio-alta complessità hai sempre avuto a disposizione le tecnologie in grado di assicurarti il massimo delle garanzie?”, il 2,7% dei chirurghi ha risposto ‘mai- 0% dei casi’, il 9,3% ‘quasi mai -30% dei casi’’, il 25,4% ‘spesso-50% dei casi’. Una carenza diffusa che talvolta ha determinato un cambio di strategia a causa dell’inadeguatezza dei presidi ospedalieri.

I tagli lineari hanno depauperato le sale operatorie italiane di beni e servizi spesso indispensabili per la perfetta riuscita di un intervento chirurgico. Inoltre – spiega il presidente Acoi - aumentando la complessità tecnologica delle nostre sale operatorie i presidi devono essere "calibrati" per l’intervento, infatti basterebbe uno scarto di un millimetro per non poter utilizzare uno strumento. Se la precisione chirurgica viene mitizzata nella vita comune essa non può essere poi svilita al tavolo operatorio in nome di un risparmio il più delle volte inesistente perché – conclude Piazza - nel campo medico spesso corrisponde a verità il detto che chi spende meno compra due volte”.

Al Congresso di Genova dell'Acoi saranno discusse le più recenti tecniche mininvasive, le ultime novità sulle protesi biologiche derivanti da tessuti animali e ci saranno sessioni dedicate alla chirurgia dei linfonodi. Verrà inoltre fatto il punto sulle novità tecnologiche e sulle applicazioni presenti e future della chirurgia robotica con l’utilizzo del robot Da Vinci.

1200 i chirurghi che prenderanno parte all'assise, dal 24 al 26 giugno. Il filo conduttore del congresso sarà quindi la chirurgia mini-invasiva applicata alle diverse patologie. Interventi sempre più elaborati che impattano meno sul fisico del paziente: minore dolore postoperatorio, minor rischio di complicanze aggiuntive, minore degenza in ospedale e precoce ritorno a casa ed alla propria attività. Ovviamente, è migliore anche il risultato estetico, mentre per il sistema sanitario ci sono minori costi per degenze, farmaci, ripresa in meno tempo dell’attività lavorativa, ottimizzazione delle risorse per migliore utilizzo dei posti letto ospedalieri, quindi un più rapido turn-over.

Per quel che riguarda le protesi biologiche si parlerá di quelle derivanti da tessuti animali, che danno risultati straordinari in termini di ripristino delle perdite di sostanza della parete e di assenza di reazioni di rigetto.

Ci saranno sessioni dedicate alla chirurgia dei linfonodi, che sempre più deve rispondere a criteri di radicalità nei suoi diversi campi di applicazione: mammella, patologia oncologica addominale. Grande rilievo il settore dei melanomi che richiedono un trattamento sempre più integrato e applicato al singolo caso, ed in cui le tecniche mini-invasive consentono di effettuare interventi radicali rispettando l’integrità del paziente e consentendo guarigioni più rapide. Spazio anche per la chirurgia bariatrica, cioè la chirurgia che mira a contrastare l’obesità patologica con interventi di tipo restrittivo della cavità gastrica.

Una sessione della Scuola Acoi di chirurgia robotica si occuperà di esporre e fare il punto sulle novità tecnologiche e sulle applicazioni presenti e future della chirurgia robotica con l’utilizzo del robot Da Vinci.

Infine, alle diverse sessioni del congresso parteciperà la Fondazione chirurgo e cittadino, nata proprio per iniziativa di soci dell’Acoi, che ha lo scopo di creare un “ponte”tra chirurghi e cittadini utenti, con iniziative che mirano a far conoscere l’opera del chirurgo, con tutte le sue implicazioni umane, professionali e legali, e ristabilire un clima di fiducia , di condivisione e collaborazione tra coloro che curano e coloro che necessitano delle cure al di là di facili criticismi e per abolire incomprensioni che nascono da mancata conoscenza.