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MONDO

Al centro delle tensioni gli sfratti a Sheikh Jarrah

Netanyahu: Israele accrescerà la potenza degli attacchi

Tensione al confine con Gaza dopo scontri sulla Spianata delle Moschee. Israele invia 5 mila riservisti. Appello alla calma della Comunità Internazionale. Media: Israele respinge richiesta di Hamas di cessate il fuoco

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"Abbiamo deciso di accrescere ancora di più la potenza e il ritmo degli attacchi. Hamas riceverà un colpo che non si aspetta". Così il premier israeliano Benjamin Netanyahu al termine di una consultazione con i vertici militari. "Da ieri abbiamo condotto centinaia di attacchi contro Hamas e Jihad islamica, eliminato comandanti e colpito obiettivi di qualità".

Due donne israeliane sono intanto rimaste uccise, oggi, dopo che gli edifici in cui si trovavano ad Ashkelon, nel sud di Israele, sono stati centrati da razzi di Hamas sparati da Gaza.

Più di 70 i feriti curati in ospedale, oltre 30 sono in pronto soccorso e due in gravi condizioni . Lo riferiscono fonti mediche, citate dai media. Un'altra persona anziana, secondo la radio militare, è in fin di vita. Si tratta dei primi morti in Israele dall'inizio degli attacchi di Hamas.

Ed è di almeno 26 morti, compresi nove bambini, e 122 feriti il bilancio invece delle operazioni israeliane dalla notte scorsa nella Striscia di Gaza: lo ha reso noto il portavoce del ministero della Salute di Gaza, Ashraf al-Qudra, citato dalla tv satellitare al-Jazeera. Secondo i militari israeliani "vanno ancora chiarite" le circostanze della morte dei nove bambini. A questo bilancio, si aggiungono una vittima e diversi feriti dopo che un edificio a nord di Gaza City sarebbe stato colpito durante gli attacchi di Israele.

Media: Israele respinge richiesta di Hamas di cessate il fuoco
Israele avrebbe respinto una richiesta di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza che sarebbe stata avanzata  da Hamas, il movimento islamista palestinese che controlla l'enclave.  Lo riporta l'emittente 'Channel 12', secondo cui sarebbero stati  "intermediari arabi" a consegnare il 'messaggio' di Hamas a Israele.  Le autorità dello Stato ebraico avrebbero respinto la proposta,  sostenendo che il movimento islamista non avrebbe ancora pagato il  giusto prezzo per i suoi attacchi contro Israele.

"Il nostro obiettivo è di colpire duramente Hamas, indebolirlo e fargli rimpiangere la sua decisione" di lanciare missili contro Israele. A dirlo è il ministro della Difesa  israeliano Benny Gantz, parlando con i giornalisti vicino ad una  batteria di missili del sistema di difesa Iron Dome nel sud d'Israele.

Chiamata "Guardiano dei muri", l'operazione militare in corso durerà diversi giorni con le forze aeree, terrestri e navali israeliane, che bombarderanno obiettivi di Hamas e la Jihad islamica. "Ogni bomba ha il suo indirizzo. Continueremo nelle prossime ore e i prossimi giorni. E' difficile dire quanto tempo ci vorrà", ha rimarcato, citato da Times of Israel.

La notte di scontri
La tensione da Gerusalemme Est si è spostata al confine con Gaza, dove i razzi dalla Striscia continuano verso il Sud di Israele. Ad Askhelon sono scattate le sirene d'allarme, mentre, riferiscono i media israeliani, è salito a 30 il numero dei feriti ricoverati al Barzilai Medical Center. "Abbiamo lanciato razzi contro Ashkelon dopo un attacco israeliano che ha colpito una casa a ovest di Gaza City. Se Israele continuerà ad attaccare, trasformeremo Ashkelon in un inferno", ha affermato il portavoce dell'ala militare di Hamas, Abu Ubaidah.

Un crescendo di minacce che, con l'intensificarsi dei combattimenti, vedono impegnate in prima linea le forze di difesa israeliane (Idf) decise a schierare ulteriori batterie di artiglieria al confine con Gaza. Otto compagnie di riservisti della guardia di frontiera israeliana sono state richiamate in servizio e ciò indicherebbe secondo gli analisti che l'apparato militare si starebbe preparando per un conflitto con il movimento islamico Hamas di più ampio respiro. Si tratta di 5 mila riservisti. Il ministro della difesa Benny Gantz ha dato il via libera all'esercito per molte unità, compreso il comando del fronte sud, quello a diretto contatto con la Striscia. "Questo - ha spiegato Gantz - è per continuare l'operazione 'Guardiano delle Mura' e per rafforzare il fronte interno".

I raid dell'aviazione israeliana
Nella notte l'esercito israeliano ha inviato l'aviazione sulla Striscia di Gaza colpendo circa 140 obiettivi, compresa la casa di un alto comandante di Hamas; il quartier generale dell'intelligence di Hamas; due tunnel che si avvicinavano alla barriera di sicurezza nonché contro siti di produzione e stoccaggio di razzi. Nell'operazione definita, appunto, "Guardiano delle Mura" sarebbero morte più di 20 persone - denuncia Hamas - e almeno 65 sono rimaste ferite. L'esercito israeliano ha avvertito di essere pronto a un'ulteriore operazione di terra nella Striscia, dichiarando di aver ucciso 15 miliziani e che i civili coinvolti sarebbero morti per via dei razzi difettosi palestinesi. Nel raid sono morti, tra gli altri, due comandanti del gruppo della Jihad islamica delle Brigate Al Quds. Notizia confermata dal movimento estremista palestinese.

Più fronti di scontro
Parallelamente alle violenze a Gerusalemme Est, sono ripresi gli scontri in altre città di confine tra la striscia di Gaza e Israele con decine di manifestanti palestinesi che hanno incendiato pneumatici e scagliato ordigni incendiari verso i militari israeliani schierati dall'altra parte del confine. Ripresi anche da tre giorni i lanci di palloni incendiari, che nella sola giornata di domenica hanno appiccato quasi 40 incendi nei campi israeliani prossimi alla striscia di Gaza. Si è trattato per lo più di incendi circoscritti, ma danni significativi sono stati arrecati a tre campi di grano e alla riserva naturale di Be'eri. Un incendio ha provocato l'interruzione temporanea della linea ferroviaria Ashkelon-Netivot. Ad Ashkelon, cittadina costiera non lontano dalla Striscia, i razzi hanno colpito un edificio: in un appartamento il capofamiglia - secondo i media - è stato ferito in modo grave, mentre la moglie e i loro due bambini in maniera leggera. In un altro appartamento, ad essere state ferite sono due persone. Tutti sono stati ricoverati in ospedale.

Scontri a Gerusalemme Est
Sulla Spianata delle Moschee, la polizia israeliana si è scontrata con centinaia di manifestanti. Secondo la Mezzaluna Rossa più di 300 palestinesi sono rimasti feriti, 200 dei quali sono stati portati in ospedale e sette sono in gravi condizioni. Le forze dell'ordine israeliane hanno riportato una trentina di feriti. Di fronte ai timori internazionali, il governo israeliano avrebbe esortato gli Stati Uniti a non intervenire nella crisi. Decine di ebrei che hanno cercato di fare irruzione nel complesso del Monte del Tempio dalla Porta di Mughrabi, l'unica consentita ai non-musulmani; gli agenti li hanno respinti e ne hanno arrestati alcuni. Le autorità hanno parlato di circa 8 mila palestinesi barricati nel complesso con pietre, sbarre e bottiglie molotov, pronti a rispondere se agli ebrei fosse stato consentito l'ingresso al sito. Nella 'Giornata di Gerusalemme' per ricordare l'unificazione della città come capitale dello Stato ebraico dopo la conquista della parte orientale ai giordani nella Guerra dei Sei Giorni nel 1967, le violenze esplose sono le più gravi dal 2017.

Onu
L'Alto Commissariato Onu per i diritti umani ha condannato "tutte le violenze"  e le violazioni del diritto internazionale nell'ambito delle tensioni e incidenti a Gerusalemme e nella Striscia di Gaza. "Siamo profondamente preoccupati dalla escalation delle violenze nei territori palestinesi occupati, Gerusalemme est inclusa, e in Israele nei giorni scorsi", ha dichiarato da Ginevra il portavoce del Commissariato Rupert Colville. "Condanniamo tutte le violenza e l'incitamento alla violenza, nonché le divisioni etniche e le provocazioni", ha aggiunto.

La reazione dell'Arabia Saudita
L'Arabia Saudita "condanna nei termini più forti gli attacchi delle forze di occupazione israeliane contro la sacralità della moschea di Al-Aqsa e la  sicurezza dei fedeli". È quanto si legge in una nota del ministero degli Esteri di Riad dopo i fatti sulla Spianata delle moschee a Gerusalemme e dell'escalation delle ultime ore. La monarchia del Golfo, che ribadisce la posizione per uno stato palestinese indipendente entro i confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale, fa appello alla "comunità internazionale affinché ritenga l'occupazione israeliana responsabile di questa escalation e fermi immediatamente le sue azioni di escalation che violano il diritto e le norme internazionali".

L'appello di Usa e Ue
I Paesi di tutto il mondo guardano con preoccupazione a ciò che sta avvenendo in Medio Oriente. Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito hanno esortato Israele e palestinesi a stemperare le tensioni il prima possibile. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che Hamas deve porre fine "immediatamente" agli attacchi missilistici, aggiungendo: "tutte le parti devono ridurre la tensione". La portavoce della Casa Bianca Jen Psaki, da parte sua, ha spiegato che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è seriamente preoccupato per le violenze in corso. Gli Usa hanno comunque bloccato una dichiarazione congiunta del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ritenendo che non fosse "utile" in questa fase e confermando di essere impegnati "dietro le quinte" nel tentativo di ottenere una de-escalation.

La reazione dell'Iran
"Le azioni dei sionisti hanno ferito il cuore di Gerusalemme e l'Iran non può restare in silenzio di fronte a questi crimini". Si è espresso così il portavoce del governo di Teheran, Ali Rabiei, dopo l'escalation delle ultime ore. "Il modo migliore per prevenire il terrorismo è rafforzare la cooperazione a livello regionale", ha aggiunto nelle dichiarazioni diffuse dall'agenzia Tasnim con un riferimento all'Afghanistan, allo Yemen e alla "Palestina occupata".

Il commento della Lega Araba
Il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, ha condannato i raid "indiscriminati e irresponsabili" condotti da Israele sulla Striscia di Gaza a seguito del lancio di razzi dall'enclave palestinese. Aboul Gheit, citato dall'emittente 'Sky News Arabia', ha quindi definito Israele "responsabile" della "pericolosa escalation" a Gerusalemme e ha esortato la comunità internazionale ad agire immediatamente per fermare la violenza.

La condanna della Turchia
La Turchia, attraverso il ministero degli esteri di Ankara, fa sapere di essere impegnata nel tentativo di "ridurre la tensione nella regione e porre fine all'atteggiamento aggressivo di Israele" attraverso contatti diplomatici in Medio Oriente ed Europa. "Condanniamo con forza i raid aerei lanciati da Israele nella Striscia di Gaza, che hanno provocato la morte di persone innocenti, compresi bambini", scrive in una nota il ministero turco, secondo cui "è evidente che le politiche aggressive e provocatorie di Israele non contribuiranno agli sforzi per porre fine alla violenza in medio oriente e assicurare che il dialogo e la riconciliazione prevalgano".


La questione delle famiglie palestinesi di Gerusalemme Est 
Alla base delle violenze la decisione della magistratura israeliana, che dato le circostanze ha rinviato l'udienza, sulla sorte delle famiglie palestinesi di Gerusalemme Est (nel quartiere di Sheikh Jarrah) minacciate di espulsione da parte di un gruppo di coloni ebraici - una vicenda che negli ultimi giorni ha innescato una serie di disordini in cui sono rimaste ferite centinaia di persone. In particolare l'udienza riguarda quattro famiglie arabe residenti su terreni di proprietà ebraica nel quartiere Sheikh Jarrah di Gerusalemme est. Per il momento il giudice Yitzhak Amit ha ordinato la sospensione degli sfratti, decretati da un tribunale distrettuale. La parte ebraica ha dimostrato che terreni e case vennero perduti durante l'aggressione giordana a Israele del 1948. Le famiglie palestinesi sostengono d'aver ricevuto le case negli anni '50 dalle autorità giordane che all'epoca controllavano Gerusalemme est. La controversia legale ha alimentato il clima di violenze.