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MONDO

I risultati definitivi dovrebbero arrivare venerdì mattina

Scozia, urne chiuse. Affluenza record al referendum indipendentista

Gli occhi sono ora puntati sul verdetto che potrebbe cambiare la geografia del Regno Unito e porre fine a un'alleanza che dura da oltre tre secoli

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Scozia (LaPresse)
Scozia
Alle 22 (le 23 italiane) si sono chiusi i seggi in Scozia, dove si è votato per il referendum indipendentista, che ha registrato un'affluenza record. Alle urne si sono recati circa l'80% dei quasi 4,3 milioni di elettori aventi diritto al voto. I risultati definitivi dovrebbero arrivare tra le 7 e le 9 (ora italiana) di venerdì mattina. 

Opinion poll: 54% per il no, 46% per il sì 
Secondo i primi opinion poll post-voto, condotti dall'istituto Yougov, il 54% degli elettori si sarebbe espresso per il "no", mentre il  46% per il "sì". Il sondaggio - che non è un vero e proprio exit poll - è stato condotto su un campione di 1.828 persone dopo il loro voto e su 800 persone che hanno votato per posta. 

Il quesito
"La Scozia dovrebbe essere uno Stato indipendente?". Questo il quesito referendario al quale sono stati chiamati a rispondere gli scozzesi. Gli occhi sono ora puntati sul verdetto che uscirà dalle urne, se non altro per l'idea che il Regno Unito, storicamente sinonimo di potenza granitica, da venerdì potrebbe non esistere più dopo 307 anni.

In caso di vittoria del sì
Se vincesse il sì partirebbero 18 mesi di negoziati per stabilire come Scozia e Regno Unito dovrebbero separare le loro istituzioni; il Giorno dell'indipendenza sarebbe poi il 24 marzo del 2016.
 
Indipendentisti d’Europa con il fiato sospeso
In Europa, ad attendere il risultato con il fato sospeso sono soprattutto i Paesi in cui esistono rivendicazioni separatiste. In primis la Spagna, dove la Catalogna ha già convocato, nonostante l'ostilità di Madrid e l'irrilevanza giuridica, un suo referendum indipendentista per il 9 novembre. Fa il tifo per il sì anche la Lega, in Italia, con il segretario Matteo Salvini partito alla volta di Edimburgo.

Regina segue costantemente gli sviluppi del referendum
La regina Elisabetta II sta seguendo costantemente gli sviluppi nel voto per il referendum sull'indipendenza in Scozia . Lo rende noto un portavoce del palazzo reale. 
 
L’appello della Chiesa di Scozia
Un appello a rispettare "la volontà del popolo scozzese" qualsiasi sia l'esito è stato lanciato dalla Chiesa di Scozia che ha chiesto di "mettere da parte le passioni" senza alimentare tensioni o violenze. "Votate, rilassatevi e abbiate fiducia nel processo democratico", è stato l'invito lanciato a seggi aperti dal reverendo John Chalmers, moderatore dell'Assemblea generale, una sorta di portavoce della Chiesa nazionale, presbiteriana.
 
Non sono mancati episodi di violenza
Appello sostanzialmente accolto, anche se si sono registrati alcuni episodi di violenza: un indipendentista è stato arrestato in un seggio di Clydebank per aver aggredito un unionista che aveva espresso chiaramente l'intenzione di voler votare "No". Un 75enne di Glasgow, non vedente, è stato colpito con un pugno in faccia mentre faceva volantinaggio a favore del movimento unionista, e un 70enne di Airdrie, nel North Lanarkshire, è stato assalito da alcuni giovani.
 
Le posizioni internazionali
Dagli Usa Barack Obama si è schierato con il no: "Il Regno Unito è uno straordinario partner per l'America e una forza positiva in un mondo instabile. Spero che resti, forte, robusto e unito".

"Dopo mezzo secolo di costruzione dell'Europa, rischiamo di entrare in un periodo di decostruzione", è stato l'allarme del presidente francesce Francois Hollande, che nel corso di una conferenza stampa, ha detto: "Il referendum scozzese si sta tenendo in un momento nel quale può determinare il futuro del Regno Unito, ma anche dell'Europa".

L'Ue teme l'incertezza. "Mi auguro che vinca la ragione ossia che vincano i no", ha affermato il commissario europeo responsabile per l'Industria e l'Imprenditoria, Ferdinando Nelli Feroci. "Una vittoria dei sì introdurrebbe un elemento di instabilità - ha detto Feroci a margine di una riunione a Roma - e indebolirebbe il governo britannico che ha già molti problemi con l'Europa". Secondo il commissario Ue inoltre la secessione scozzese rischia di innescare una reazione a catena.