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ITALIA

La nave con i 47 migranti

Sea Watch, la Corte di Strasburgo: "Assistere i passeggeri, ma no sbarco"

La Corte si è pronunciata su due richieste giunte dalla nave. Macron: "Sbarchino in Italia, poi redistribuzione". Conte: "Su Sea Watch disponibilità da 5 Paesi"

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La Corte di Strasburgo ha chiesto all'Italia di "prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua". Per i minori non accompagnati è stato chiesto al governo di garantire anche una "tutela legale" adeguata. Lo ha reso noto la stessa Corte che non ha però accolto la richiesta dei ricorrenti di ordinare all'Italia il loro sbarco.

La Corte europea dei diritti umani, che ha deliberato a maggioranza in base alla cosiddetta regola 39, ha anche "richiesto al governo di tenerla regolarmente informata sugli sviluppi della situazione" a bordo della nave e ha deciso che le misure d'urgenza adottate oggi resteranno in vigore fino a un'ulteriore notifica.

La Corte si è pronunciata su due richieste giunte dalla nave, attualmente alla fonda davanti alla costa siracusana, in cui si domandava di ordinare all'Italia lo sbarco dei 47 migranti a bordo perché, secondo quanto reso noto, "la situazione della nave è precaria e i migranti non sono in buone condizioni fisiche".  La prima è arrivata il 25 gennaio. A farla sono stati il capitano, il capo della missione di salvataggio della Sea Watch e uno dei migranti a bordo. La seconda è arrivata ieri ed è stata inviata dai 15 minori a bordo. La Corte di Strasburgo può chiedere a uno Stato di adottare determinate misure in base alla cosiddetta regola 39, quella che viene applicata solo in via del tutto eccezionale quando risulta evidente che senza interventi urgenti i ricorrenti rimarrebbero esposti al rischio di subire un danno irreparabile.   A Strasburgo si ricorda, infine, che la decisione della Corte di chiedere allo Stato di prendere misure urgenti non la vincola poi a dichiarare ammissibile un eventuale ricorso e di dover entrare nel merito del caso. E al momento, secondo quanto risulta, la Corte non ha ancora ricevuto alcun ricorso formale dalla Sea Watch.

Conte: "Disponibilità da 5 Paesi"
Il premier ha annunciato che "in questo momento abbiamo la disponibilità per il ricollocamento dei migranti della Sea Watch 3 da parte di Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta".



Macron: "Sbarchino in Italia, poi redistribuzione"
Sulla questione è intervenuto anche Macron, che a Cipro ne ha parlato con Conte. "Bisogna applicare tre principi - ha detto il presidente francese -: il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l'Italia, il principio della distribuzione dell'onere", dal quale la Francia non si è mai sottratta, "e infine il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le ong rispettino le regole".  La Francia ha sempre partecipato alla redistribuzione dei migranti, "lo dico in modo chiaro anche per le 47 persone a bordo della nave" Sea Watch 3, ha poi ribadito il presidente francese in dichiarazioni alla stampa assieme al premier Giuseppe Conte.

Salvini: "Sbarco solo se andranno in Olanda o Germania"
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, stamane è tornato sul caso: "Sbarco degli immigrati? - dice - Solo se prenderanno la via dell'Olanda, che ha assegnato la bandiera alla Sea Watch, o della Germania, paese della Ong. In Italia abbiamo già accolto, e speso, anche troppo".

Sulla Sea Watch, "non c'è una bandiera italiana, ma olandese - ribadisce il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli -. L'Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vite umane in questi anni, ma è finita l'epoca dei Renzi e dei Gentiloni. E' ovvio che noi apriremmo un nostro porto come fosse un corridoio umanitario per farli sbarcare, ma immediatamente dopo mandarli in Olanda". Toninelli, a Mattino cinque, ha richiamato anche ad "una Europa solidale che si assume le proprie responsabilità".

Intanto, il presidente del Pd, Matteo Orfini, e il parlamentare Fausto Raciti hanno presentato un esposto alla Procura di Siracusa contro il Governo nazionale. Accompagnati dall'avvocato Giuseppe Calvo, hanno depositato la denuncia a firma di numerosi esponenti Pd al sostituto procuratore Andrea Palmieri. "Riteniamo siano state commesse - ha detto Orfini - violazioni di legge come sul caso Diciotti. I migranti sono trattenuti in modo illegittimo sulla Sea Watch ma a nostro avviso ci sono altri punti di arbitrarietà e illegittimità".

Il Pd chiede - nel frattempo - "al presidente della Camera di intervenire formalmente" sul fatto che Maurizio Martina e Matteo Orfini siano indagati per aver contravvenuto al divieto di avvicinamento alla Sea Watch: "viene leso il nostro dovere di funzione ispettiva. Chi altri se non i rappresentanti eletti del Popolo possono verificare le condizioni in cui si trovano persone la cui libertà è ristretta come i migranti a bordo della Sea Watch?", dice Emanuele Fiano nell'Aula di Montecitorio.

Secondo il ministro della Salute, Giulia Grillo, "la situazione sulla nave Sea Watch dal punto di vista sanitario è assolutamente sotto controllo e comunque il nostro Paese ha fornito e fornirà sempre l'assistenza sanitaria; detto ciò riteniamo che non possiamo essere solo noi che ogni volta dobbiamo farci carico di un lavoro enorme". Il ministro ha sottolineato che "quando noi mandiamo i nostri medici, è il Paese Italia che paga mentre gli altri stanno a guardare affacciati alla finestra e non mi sembra il caso".

La memoria del Governo
Nella memoria difensiva depositata a Strasburgo dal Governo si sostiene che la giurisdizione "appartiene all'Olanda", Paese di bandiera della nave. La quale, da parte sua, afferma il Governo, con una "temeraria condotta", in condizioni di mare mosso, "anziché trovare riparo sulla costa tunisina distante circa 40 miglia, universalmente considerata porto sicuro, si è avventurata in una traversata di centinaia di miglia mettendo a rischio l'incolumità dei migranti a bordo".

Una volta sciolto il nodo della giurisdizione, l'Italia è pronta a offrire un corridoio umanitario per trasferire i 47 migranti in Olanda. "Siamo in contatto in queste ore con il commissario Ue all'immigrazione: li abbiamo svegliati perché hanno fatto finta di non vederla", dice della Sea Watch il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, secondo cui la nave "ha deciso di venire in Italia perché l'Italia è il palcoscenico dell'immigrazione, il loro sito internet raccoglie le donazioni...".