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CULTURA

25 febbraio 1956

Sessanta anni fa il rapporto segreto di Krusciov denunciava i crimini dello stalinismo

Fu pubblicato per la prima volta dal Dipartimento di stato americano nel 1956 ma i contenuti erano già noti da 3 anni. Nel 1953 c'era stato, infatti, un precedente, che Rainews24 ha visionato

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di Martino Seniga
Il  25 febbraio 1956, nel corso del  XX congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, Nikita Krusciov, allora segretario del partito, convocò i leader dei partiti comunisti internazionali per leggere un documento segreto che ridimensionando e criticando in modo evidente la figura di Stalin, proseguiva il programma di destalinizzazione iniziato, fin dalla morte di Stalin nel 1953, dallo stesso Krusciov e dalla maggioranza della nuova dirigenza Sovietica.

Il racconto di RaiStoria Come era già avvenuto in altre occasioni il rapporto avrebbe dovuto rimanere segreto. L’originale in lingua russa non fu mai distribuito e ai leader dei partiti fratelli era espressamente vietato prendere appunti, ma questa volta il Dipartimento di Stato degli Usa riuscì a ricostruire, attraverso varie fonti, il documento, che fu reso noto il 4 giugno del 1956, anche se risultava privo di 32 frasi, che furono successivamente ricostruite. La rivelazione del rapporto Krusciov sui crimini dello stalinismo, diffuso paradossalmente proprio dal “nemico americano”, diveniva così un evento di portata internazionale che marcava in modo indelebile la storia del comunismo e del XX secolo. 

L'inizio del disgelo
Iniziava così il cosidetto “disgelo” un periodo apparentemente caratterizzato da una maggiore libertà interna e una tiepida apertura verso il mondo occidentale  ma che, in realtà, è stato attraversato da nuovi conflitti e dure repressioni come le rivolte di Poznam  in Polonia e  quella ungherese del 1956. 



Paradossalmente proprio nelle dirigenze dei  partiti comunisti del mondo occidentale si verificarono alcune resistenze alla linea di Krusciov, che fu accettata solo dopo il XXII congresso del PCUS che sancì la definitiva ascesa al potere del sorridente funzionario comunista, proveniente da una famiglia di contadini ucraini.

1953, il precedente: il primo documento segreto di critica allo stalinismo
Pochissimi sanno che, fin dal luglio 1953, presso la sede del Partito comunista italiano, in via Botteghe Oscure,  era conservata la trascrizione di un altro documento segreto di critica allo stalinismo, che era stato letto da Malenkov e Molotov ai leader dei partiti comunisti mondiali e che era stato riscritto a memoria dal vicesegretario del Pci Pietro Secchia.

Rainews24 ha visionato questo documento, attualmente conservato presso l’archivio storico della Camera dei deputati; di seguito riportiamo due passaggi che ci sembrano particolarmente significativi; nel primo si anticipa la critica alla gestione staliniana del partito e si mette al bando il culto della personalità di Stalin, nel  secondo viene sviluppata e conclusa una dura requisitoria contro il ministro degli interni Lavrenti Beria, principale erede politico di Stalin, successivamente eliminato nel corso di una riunione del comitato centrale del PCUS, in cui lo stesso Krusciov lo aveva accusato di essere un agente dei servizi segreti britannici. 



"Il culto dell'individuo": la trascrizione del primo documento di critica a Stalin
"II nostro partito è la forza organizzatrice ed inspiratrice della società sovietica. Grazie alla direzione giusta assicurata dal partito, il popolo sovietico ha riportato delle vittorie di portata storica e mondiale nella costruzione della società socialista. Ciò nonostante anche nell'attività del nostro partito vi sono dei difetti importanti, sia nel campo di parecchi settori dell'edificazione economica, che nel campo dell'educazione comunista dei lavoratori. Si deve riconoscere che noi abbiamo dei gravi difetti nella applicazione delle regole del partito messe a punto dal grande Lenin, nell'applicazione dei principi bolscevichi della direzione del partito. Durante lunghi anni noi abbiamo accumulato delle considerevoli irregolarità in questo campo. Nulla giustifica il fatto che è solo sette anni dopo la fine della guerra e tredici anni dopo il 18° congresso che fu convocato il 19° congresso del partito. Le sessioni del Comitato Centrale (C.C.) del partito non si riunivano nel corso di parecchi anni. Per molto tempo l'Ufficio Politico non funzionò normalmente. Le risoluzioni sulle questioni fondamentali del lavoro dello Stato e della edificazione economica erano sovente prese senza il preliminare studio necessario e senza discussione collettiva negli organismi dirigenti del partito come questo è previsto dagli statuti del partito, così come la critica e l'autocritica necessarie. Queste irregolarità provocano talvolta in risoluzioni insufficientemènte fondate ed all'abbassamento della funzione del C.C. quale organo di direzione collettiva del partito. Sotto questo aspetto conviene egualmente riconoscere come anormale il fatto che vi è stato nel corso degli ultimi anni nella propaganda di partito una deviazione della concezione marxista leninista della funzione dell'individuo nella storia. Questo si è espresso col fatto che invece di spiegare la funzione del partito comunista quale forza di direzione effettiva nella costruzione del comunismo del nostro paese, la propaganda del partito deviava sovente verso il culto dell'individuo il che finiva per abbassare la funzione del partito nel suo centro dirigente e delle grandi masse del popolo sovietico. Un tale orientamento del lavoro di propaganda è in contrasto con le ben note idee enunciate da Marx sul culto dell'individuo. «Ostile ad ogni culto dell'individuo, scriveva Marx, io non ho mai permesso, quando esisteva l'internazionale, che fossero pubblicati i numerosi indirizzi che riconoscevano i miei meriti e con i quali mi si annoiava nei diversi paesi, io non rispondevo neppure se non per riprovare di tanto in tanto i loro autori. La prima adesione di Engels e la mia alla società clandestina dei comunisti ha avuto luogo a condizione che tutto ciò che contribuisce all'ammirazione superstiziosa di coloro che fanno autorità fosse soppressa dagli statuti". 

Il caso Beria, la trascrizione del documento del 1953
"Sotto questo aspetto la sessione del Comitato Centrale ritiene necessario attirare l'attenzione del partito sul caso di Beria, smascherato dal presidium del C.C. come agente dell'imperialismo internazionale. Così come oggi appare, Beria si era «insinuato» nella fiducia di Stalin mascherandosi abilmente e usando macchinazioni da arrivista. L'attività criminale di Beria diretta contro il Partito e lo Stato e profondamente nascosta e mascherata vivente Stalin, ha cominciato dopo la sua morte allorquando i nemici dello Stato sovietico hanno intensificato la loro attività antisovietica, rivelatasi passo passo. Arrivato al colmo dell'impudenza ed avendo sorpassato ogni limite Beria cominciò negli ultimi tempi a mostrare il vero volto di nemico del partito e del popolo sovietico. In che cosa consisteva l'azione criminale e i progetti perfidi di Beria?
Dopo la morte di Stalin la preoccupazione principale del C.C. e del presidio è stata quella di assicurare l'unità della direzione del partito e del governo, sulla base dei principi marxisti leninisti per compiere con successo i compiti vitali della costruzione della società comunista. Con i suoi atti di perfido intrigante Beria ha tentato di dissolvere e dividere il nucleo dirigente leninista stalinista del nostro partito, di gettare il discredito su ognuno dei dirigenti del partito e del governo, al fine di elevare il suo prestigio e di realizzare i suoi progetti criminali antisovietici. Dopo aver ottenuto il posto di ministro dell'interno dell'Unione Sovietica Beria ha tentato di utilizzare l'apparato del ministero dell'interno per sviluppare delle macchinazioni criminose allo scopo di impadronirsi del potere.
Vile provocatore e nemico del partito ha cominciato col tentare di porre il ministero dell'interno al disopra del partito e del governo, col servirsi degli organi dirigenti del ministero dell'interno al centro ed in periferia contro il partito e la sua Direzione, contro il governo dell'Unione Sovietica".