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ITALIA

Dopo il vertice in Prefettura

Sgomberi a Roma, Raggi: priorità a chi aspetta casa da decenni

Così la sindaca capitolina al termine del vertice in Prefettura sull'emergenza abitativa in città. Un nulla di fatto per il Movimento per il diritto all'abitare: "Rimangono tutti per strada, non c'è una soluzione di nessun tipo. Restano per strada gli eritrei come quelli che stanno in graduatoria per la casa popolare"

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"La posizione del Comune è molto chiara, dobbiamo dare assolutamente la priorità alle persone che attendono casa da decenni e alle persone fragili, ossia agli anziani, i disabili e le mamme con bambini. Questa soluzione è stata proposta ripetutamente, e continuerà a essere ancora proposta dal Comune di Roma alle persone che sono attualmente in strada. Purtroppo hanno rifiutato più volte e noi continueremo perché questa è la direzione da prendere. Per quanto riguarda l'emergenza abitativa, siamo in contatto con la Regione e continueremo a completare il percorso per una nuova definizione di questa linea, sempre nel percorso della legalità. Tutte le istituzioni sono concordi nel dire che non bisogna scatenare una guerra tra poveri. Questa è la posizione ufficiale". Lo dichiara in Campidoglio la sindaca di Roma, Virginia Raggi, in merito all'esito del vertice interistituzionale di oggi in Prefettura, in merito alla situazione creatasi a Roma, dopo gli sgomberi degli ultimi giorni, in particolare in via Curtatone.

"La posizione del Comune è molto chiara. Noi sul tema dell'emergenza abitativa dobbiamo dare priorità a chi sta aspettando una casa da decenni". Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, arrivando in Campidoglio dopo la riunione in prefettura sull'emergenza abitativa nella Capitale in merito alla situazione creatasi a Roma, dopo gli sgomberi degli ultimi giorni. Vertice che, secondo Cristiano Amati, portavoce del Movimento per il diritto all'abitare e membro della delegazione che ha partecipato all'incontro con il prefetto,  "si è concluso con un nulla di fatto". 

"Proposte inaccettabili, avanti con i presidi"
"La soluzione proposta- ha aggiunto Amati- è quella del circuito dell'accoglienza del Comune di Roma, che è riservato esclusivamente a quello che viene definito fragilità, cioè donne incinta separate dai mariti, gli anziani disabili separati da chi fino a quel momento si stava prendendo cura di loro. Non c'è nient'altro, questo deve fare orrore". "Il Comune continua ad offrire delle soluzioni per quelle che vengono definite fragilità - ha proseguito - Però non c'è un percorso chiaro che può portare all'assegnazione della casa popolare sia per chi è stato sgomberato da via Curtatone ma anche per chi ha perso il lavoro e soprattutto per tutti quelli che hanno trovato delle soluzioni che l'amministrazione definisce illegali, ma noi non pensiamo che lo siano". "In concreto c'è quello che c'era prima, questa è una proposta inaccettabile - ha sottolineato Amati - Rimangono tutti per strada, non c'è una soluzione di nessun tipo. Restano per strada gli eritrei come quelli che stanno in graduatoria per la casa popolare".

"Siamo tutti fragili, non abbiamo niente, i poveri sono tutti fragili. Vergogna" ha urlato un gruppo di donne appartenenti ai Movimenti di lotta per la casa all'arrivo della sindaca in Campidoglio.

L'emergenza abitativa a Roma è questione mai risolta, ma dopo lo sgombero del palazzo di via Curtatone - occupato da centinaia di rifugiati politici ancora oggi in strada perchè non è stata trovata una sistemazione per tutti - è tornata a mostrare tutta la sua urgenza. Nella Capitale sono circa 20mila persone le persone che vivono in uno degli oltre 70 stabili occupati.