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ITALIA

Era nato a Roma nell'autunno del 1938

Shoah: morto Piero Terracina, i funerali nel ghetto ebraico

Con un lungo e commosso applauso Roma ha salutato Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz  deceduto ieri all'età di 91 anni. Modiano, terrò viva Memoria finché potrò. Di Segni, sarà istituito premio a sua memoria 

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Il carro funebre, prima di ripartire verso il reparto israelitico del cimitero Verano, dove si svolge la cerimonia funebre, è stato accolto in una piazza gremita di gente al Portico d'Ottavia, nello slargo adiacente alla Sinagoga.       

Tra i presenti il rabbino Riccardo Shemuel Di Segni, che davanti al  feretro ha recitato i salmi di rito; il presidente della comunità  ebraica di Roma, Ruth Dureghello; il governatore del Lazio, Nicola  Zingaretti; la sindaca di Roma, Virginia Raggi; l'eurodeputato  Massimiliano Smeriglio; la presidente del I Municipio di Roma, Sabrina Alfonsi; gli ultimi sopravvissuti della Shoah. 

"Non bisogna solo salutare Piero oggi. Da oggi inizia il tempo della coerenza con quello che Piero ha rappresentato - ha detto Zingaretti - C'e' un uomo che non ha mai smesso di raccontare, lottare e sognare. Un uomo molto rigoroso e molto attivo, infastidito dalle ambiguità e dai silenzi che di questi tempi tornano quando i mostri dell'antisemitismo e dell'odio rialzano la testa. Oggi siamo chiamati tutti alla coerenza affinchè la sua vita venga onorata. Da parte nostra faremo di tutto per essere degni di quest'uomo straordinario, dal carattere schietto che viveva senza mai fare sconti a nessuno e pretendendo quindi da tutti una grande coerenza". Per Dureghello "Piero è stato un grande uomo, un ebreo, un romano che ha subito la persecuzione e il dolore del campo di sterminio. Quando è tornato ha deciso di raccontare quella terribile esperienza e oggi lascia in tutti noi un vuoto che dovremo colmare ricordando la sua testimonianza di fronte a chi vuole ancora trasmettere odio, divisione e discriminazioni".

Il feretro ha silenziosamente sfilato lungo le vie del quartiere ebraico nei pressi del Tempio Maggiore e poi ha raggiunto il cimitero israelitico al Verano dove si è svolta la cerimonia e la sepoltura.
     


Terracina fu arrestato insieme alla famiglia il 7 aprile 1944 a Roma,  appena 15enne. Dopo una breve detenzione a Regina Coeli, fu trasferito ad Auschwitz, in Polonia, dove furono uccisi gli altri 7 membri della  sua famiglia.Ha sfilato al Portico di Ottavia, nel cuore del ghetto ebraico di Roma, il feretro con la salma di Piero Terracina, uno degli ultimi sopravvissuti ad Auschwitz morto ieri a 91 anni nella Capitale.



Diversi esponenti della comunità ebraica gli hanno reso omaggio, ma tra loro c'era anche tanta gente comune.   

Visibilmente commosso, tra i presenti,Sami Modiano, ebreo romano ex deportato e grande amico di Piero.

Modiano, terrò viva Memoria finché potrò
"Io e Piero ci siamo conosciuti nel campo di Birkenau e da allora siamo andati avanti facendoci forza a vicenda. Gli avevo promesso che sarei andato avanti nel tenere viva la Memoria e così farò finché potrò". Sono le parole di Sami Modiano, ex deportato ebreo romano, intervenuto durante la cerimonia funebre per Piero Terracina, nel cimitero israelitico del Verano a Roma.

Di Segni, sarà istituito premio a sua memoria 
Un aneddoto su di lui è stato raccontato durante la cerimonia al Verano dal rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni: "Alcuni anni fa mi sono trovato nell'edificio Valdese a Piazza Cavour per un concerto strumentale di musica ebraica. C'era un vasto pubblico e membri della comunità ebraica. Alla fine è partito l'inno alla speranza dello Stato di Israele e in fondo alla sala una persona si è alzata in piedi. Quella persona era Piero e ha fatto alzare tutti quanti. E' in questa maniera che lui ha testimoniato, sia per il presente che per il futuro. Vorrei che fosse ricordato come il testimone che ha portato la memoria ma anche come una persona che ha creduto nella speranza". Di Segni poi ha annunciato che sarà istituito "un premio alla sua memoria che sara' dato a un bambino e a una bambina che sara' in grado di dimostrare la sua migliore preparazione in occasione del Bar Mitzvah". Infatti Terracina "è appartenuto a una generazione che non ha potuto celebrare il Bar Mitzvah", ha concluso Di Segni.